Washington 13 dicembre 2007  - Pedro De La Hoz www.granma.cu

 

Più di 500 artisti e accademici degli

Stati Uniti esigono la fine del blocco

 Rispondono al messaggio inviato da Alicia Alonso agli intellettuali e creativi nordamericani

 

 

 

Sommano a più di 500 le firme di rinomati artisti, scrittori e accademici degli Stati Uniti in calce ad un messaggio diretto al presidente del paese, George W. Bush,  con la richiesta che ponga fine al blocco contro Cuba e agli impedimenti per gli interscambi culturali tra le due nazioni.

 

“Le scriviamo come rappresentati del mondo della cultura degli Stati Uniti. Le scriviamo come cittadini nordamericani. Le scriviamo per esprimere la nostra costernazione per la persistente ostilità della sua amministrazione verso Cuba. Le scriviamo per manifestare la nostra opposizione alle politiche che ci mantengono distanti dai nostri colleghi cubani e ostacolano l’interscambio culturale tra i due paese. Crediamo che è ora di promuovere la cooperazione ed una relazione costruttiva con Cuba”, dice la missiva.

 

L’Iniziativa, auspicata dall’organizzazione Intercambio Culturale Cuba-USA, è stata posta in essere dopo che a molti dei firmati era arrivata la lettera inviata lo scorso 26 ottobre dalla Prima Ballerina Assoluta Alicia Alonso, con la richiesta che facessero sentire la propria voce di rifiuto al blocco e lavorassero affinché gli artisti e gli scrittori cubani potessero portare i propri talenti negli Stati Uniti, e “a voi non vi impediscano di venire alla nostra Isola per condividere conoscimenti e valori, affinché una canzone, un libro, uno studio scientifico o un’opera coreografica non siano considerati, in modo irrazionale, come un delitto”.

 

Tra i sottoscrittori della petizione all’esecutivo nordamericano ci sono popolari attori come Sean Penn (Oscar nel 2004 con Mystic River), Peter Coyote (ET e Erin Brocovich), Harry Belafonte e Danny Glover, e famosi scrittori come Alice Walker (El color púrpura), William Kennedy (Premio Pulitzer nel 1983 con Tallo de hierro), Gore Vidal (Juliano y Williwaw) e Cristina García (finalista del National Book Award nel 1992 con Soñando en cubano).

 

Tra le oltre 500 firme risalta l’adesione di numerosi musicisti o dirigenti dell’industria discografica, tra questi il famoso chitarrista Carlos Santana, il compositore e cantante Tom Waits, il produttore e chitarrista Ry Cooder, promotore del primo Buenavista Social Club, i cantanti rock Tre Coll (del gruppo Greenday), Mickey Hart (ex componente dei Grateful Dead) e Tom Morello (ex Rage Against Machina e attualmente con Adioslave), le icone del folk Holly Near e Bonnie Raitt, quest’ultima con nove Grammy nella sua carriera, e il salsero Andy Montañez.

 

Decine di adesioni provengono dalla comunità intellettuale latina, alla quale appartengono gli accademici cubanoamericani Nelson Pérez Valdés, Enrique Sacerio Gari e Lisandro Pérez.

 

 


Artisti USA esigono di normalizzare

 

 i vincoli culturali con Cuba

 

Washington 21 novembre 2007  - www.granma.cubaweb.cu (PL)

 

 

 


Più di duecento personalità nordamericane del mondo artistico e dello spettacolo hanno firmato sino ad oggi una lettera aperta indirizzata al presidente George W. Bush, per difendere le relazioni culturali tra gli USA e Cuba.

 

“Presidente George W. Bush, noi le scriviamo come rappresentanti della sfera culturale degli USA, ma anche come cittadini nordamericani”, recita  all’inizio la lettera.

 

“Le scriviamo per esprimere il nostro disaccordo per la continua ostilità della sua amministrazione verso Cuba. Inoltre ci opponiamo alla politica federale che ci mantiene lontani dai nostri colleghi cubani”, sottolinea il testo. “Consideriamo che è giunto il momento di fare dei passi per uno scambio culturale, di cooperazione e per relazioni costruttive con l’Isola”, dice ancora il documento pubblicato nel sito digitale del gruppo The Cuba Research and Analysis Group (CRAG).

 

La lettera inviata alla  Casa Bianca è firmata da Harry Belafonte, Ry Cooder, Peter Coyote, Danny Glover, Sean Penn, José Pertierra e Alice Walker, e da tanti altri artisti. Le firme sono più di duecento tra attori, avvocati, musicisti, cineasti, produttori e altre prestigiose personalità.

 

All’inizio la lettera applaude il lavoro di Alicia Alonso, la prima ballerina cubana e direttrice del Balletto Nazionale, che è anche Ambasciatrice di Pace della ONU ed ha percorso molte volte il territorio degli USA, dove il suo lavoro è sempre stato molto ammirato dalla comunità artistica, dai critici e dal pubblico, dice la lettera, che aggiunge che la politica attuale del governo di Washington impedisce possibilità di sviluppare amicizia e vincoli culturali con la nazione dei Caraibi.

 

“Negandoci la possibilità di comunicare e di esprimerci, si violano i diritti fondamentali della Costituzione”, si sottolinea nel documento.

“Questa realtà contraddice i criteri della stessa amministrazione: per esempio nel settembre del 2006, Laura Bush ha detto che la cultura è una delle maniere di rafforzare la nostra amicizia con le persone di tutti i paesi del mondo. Come cittadini, artisti, educatori o delegati culturali di varie discipline accademiche, domandiamo a Lei, signor Presidente, di considerare il nostro reclamo. Chiediamo di iniziare un dialogo rispettoso con il governo e il popolo di Cuba, di porre fine alle proibizioni di viaggi nell’Isola e di fomentare un processo che permetta le reazioni bilaterali normali”, conclude la lettera.

 

I successivi governi degli USA hanno mantenuto dal 1962 un ferreo blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba, che è gia costato almeno 89 mila milioni di dollari all’Isola e per il sedicesimo anno l’Assemblea Generale della ONU ha approvato, come il mese scorso, una Risoluzione che ha condannato con 184 voti a favore, quattro contrari e un’astensione, il crudele blocco degli Stati Uniti imposto a Cuba.

 

La ONU ha adottato il documento portato da Cuba, nel quale s’impugna il blocco di Washington per ostacolare lo sviluppo e il benessere dell’Isola, per sottomettere per la fame e le malattie il suo popolo.

 

Dopo i 59 paesi che hanno sostenuto il testo contro gli USA nel 1992, il primo anno della votazione, la cifra è sempre aumentata con 179 nel 2004; 182 nel 2005; 183 nel 2006 e 184 quest’anno.