26 marzo 2007 - O.O.Leon www.granma.cubaweb.cu

 

 

Il dilemma della Hilton

 

 

 

 

Le mani lunghe del blocco, che il governo degli Stati Uniti inasprisce in tutto il pianeta contro Cuba, ha creato un dilemma alla catena alberghiera Hilton la cui succursale britannica è oggetto di proteste e appelli al boicottaggio da parte di politici, parlamentari, sindacalisti e membri del movimento di solidarietà con l'Isola.

Tale reazione é la conseguenza di una dichiarazione, di questa sussidiaria britannica, nella quale annuncia che potrebbe proibire il soggiorno di funzionari cubani nelle sue installazioni, in compimento della legge Helms-Burton, la cui giurisdizione Washington cerca di imporre al resto del mondo.

Ciò ha alzato un'ondata di proteste nel Regno Unito, nel cui Parlamento é stata presentata una mozione, firmata da 110 legislatori, la quale denuncia la violazione delle leggi britanniche contro la discriminazione, come le salvaguardie dell'Unione Europea contro il carattere extraterritoriale della Helms-Burton.

Davanti alla pressione che provengono da tutte le parti, Simón Vicent, presidente del Gruppo per Gran Bretagna ed Irlanda, ha inviato una lettera ai parlamentari nella quale confessa che questa succursale affronta un dilemma legale, tra le leggi britanniche e quelle statunitensi.

Vicent cerca di sistemare l'imbroglio sollecitando, alle autorità di Washington, un'eccezione nell'adempimento delle sanzioni per le quali deve negare l'alloggio a funzionari dell'Isola, ma tale possibilità ha ancor più moltiplicato la protesta.

Per Rob Millar, direttore della Campagna di Solidarietà con Cuba, la reazione della Hilton è ambigua, per cui le proteste continueranno.

Qualcosa di simile ha detto Dave Prentis, segretario generale della centrale sindacale Unison, la più grande del paese con più di un milione di soci, che ha chiamato al boicottaggio contro la catena.

In realtà questo raggruppamento ed altre organizzazioni britanniche hanno cancellato prenotazioni e servizi alla Hilton, in "opposizione a questa legislazione discriminatoria, illegale ed extraterritoriale", secondo il pronunciamento del Comitato sui Temi Scozzesi fatte dopo aver annullato le prenotazioni nell'Hotel Hilton della località di Dundee.

La Hilton, seguendo la sua concorrente Sheraton, che l'anno scorso sloggiò una delegazione cubana da una delle sue installazioni nella capitale messicana, ha già archiviato un incidente simile in Europa e ciò ha messo in allerta diversi settori britannici.

Agli inizi di quest'anno la direzione del Hotel Edderkoppen, della capitale norvegese, ha negato alloggio ad una missione di funzionari turistici cubani invitata ad una tradizionale fiera del ramo e che in precedenza aveva già alloggiato in tale hotel.

Ma, nel frattempo, la Hilton aveva comprato la catena nordica Sandic, di cui fa parte l'Edderkoppen, che così é caduta nelle sordide reti dal blocco contro Cuba.

"Siamo proprietà del gruppo Hilton, degli Stati Uniti, ed applichiamo le sue decisioni" disse, allora, Geir Lundkvist, direttore amministrativo dell' hotel Hilton-Scandic in Norvegia.

E benché un responsabile della locale Cancelleria considerasse "completamente inaccettabile" quanto avvenuto e ricordato che la Norvegia mantiene relazioni diplomatiche con Cuba, la cosa certa fu che prevalse la decisione di matrice statunitense.

Altra reazione si ebbe a livello della cittadinanza e le sue organizzazioni.

Henrik Lunde, portavoce di Antirasistisk Senter, un raggruppamento non governativo che lotta contro il razzismo, presentò una denuncia davanti alla polizia norvegese per "violazione della legge che proibisce ogni discriminazione basata sulla razza o l'origine etnica".

A causa della negativa della Hilton scandinava, il Sindacato degli Impiegati Municipali e Generali della Norvegia annunciò un boicottaggio in tutti gli hotel Scandic del paese, acquisiti nel marzo 2006 dall'impresa nordamericana.

L'incidente di Oslo si é ripercosso a Londra, perché in quei giorni il quotidiano The Guardian diede ampia diffusione al rifiuto, in Gran Bretagna, dell'extraterritorialità del blocco anticubano, che colpisce anche organizzazioni e cittadini del paese europeo, che per di più, é stretto alleato dell'amministrazione Bush.

Linda Bain, direttrice della Hilton a Londra, cercò di giustificare l'espulsione dei cubani a Oslo sottolineando che il gruppo alberghiero applica le leggi contro Cuba in qualunque posto al mondo.

Non si aspettava, quindi, che il rifiuto crescesse in Londra ed in altri posti del Regno Unito che questo li obbligasse ad una specie di retromarcia, in mezzo ad appelli al boicottaggio e cancellazioni.

E qui sta il dilemma della Hilton, obbligata da Washington ad applicare, in tutto il mondo, le sanzioni del blocco contro Cuba, salvo che 183 paesi del pianeta hanno votato alle Nazioni Unite contro questa criminale politica.