13 dicembre 2007 - www.granma.cu (AIN)

 

Fidel Castro è il migliore leader

mondiale, afferma Evo Morales

 

     

Evo Morales, presidente della Boliva, ha dichiarato che considera Fidel Castro il miglior leader mondiale e storico, sottolineando la resistenza del Capo della Rivoluzione Cubana, assieme al suo popolo.

 

Il governante boliviano ha rilasciato queste dichiarazioni nel corso di un’intervista esclusiva concessa alla giornalista Ivòn Deulofue, lo scorso 24 novembre, e trasmessa dalla Tavola Rotonda Informativa della radio e della televisione cubana.

 

Morales ha anche trasmesso un messaggio ai popoli, evidenziando l’importanza dell’unità, della coscienza e della pazienza che devono mantenere per sostenere i movimenti politici necessari. Ha inoltre definito un fratello, Hugo Chàvez, presidente del Venezuela, così come Fidel Castro.

 

Il presidente boliviano, risultato eletto con il 53,7% dei voti, si è riferito poi all’intenzione nordamericana di imporre trattati commerciali che privilegiano gli interessi stranieri, definendoli strumenti di sottomissione politica in Amerca Latina.

 

Morales ha precisato che l’Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA) è una concertazione liberatrice con risultati nel sociale e nell’economia e che ci saranno anche in politica.

 

In Bolivia, ha aggiunto, sono in incubazione imprese miste tra due o più nazioni e si è detto compiaciuto della proposta formulata dall’Iran, paese osservatore dell’ALBA, di investire in idrocarburi e in produzione mineraria.

 

Il Boliva scarseggia il cemento – ha spiegato presidente – materiale che oggi viene comprato dal Brasile e dal Perù, e per risolvere questa necessità sono al vaglio proposte per costruire nuove fabbriche, alle quali può contribuire l’ALBA attraverso imprese miste.

 

Sulle difficoltà affrontate nella città di Sucre, in relazione al funzionamento dell’Assemblea Costituente – prima che fosse approvata la Costituzione – ha spiegato la natura della differenza nell’attitudine di elementi oligarchici reazionari, che hanno trattato di ostacolare il processo senza nessuna possibilità reale di successo.

 

Morales, parlando del tema delle etnie in Bolivia, ha precisato per al di sopra di queste tutti i cittadini sono boliviani. Ha raccontato come nella nazione andina, prima del suo arrivo al Governo, vi fosse assistenza medica però a prezzi inaccessibili per i poveri, mentre le campagne di alfabetizzazione avevano in realtà sono fini politici senza interessi reali di sradicare l’analfabetismo. Su questi temi Morales ha elogiato la collaborazione cubana nella medicina e nell’educazione. La Bolivia era precedentemente una paese mendico – ha affermato il Presidente – illustrando le richieste dei governanti di turno al Governo degli Usa per chiedere prestiti, al fine di pagare salari e regalie. Quando però i soldi erano richiesti per fare strade o sviluppare il paese, non erano concessi, con il pretesto che la Bolivia non aveva possibilità per pagare.

 

Nel 2000 c’erano duemila 700 milioni di dollari nella riserva della Boliva – ha commentato il Presidente boliviano – oggi la cifra tocca i cinquemila 40 milioni di dollari. “Questi soldi ci sono sempre stati” ha detto Morales domandandosi chi prima, evidentemente, li prendesse.

Sulla possibilità di recuperare uno sbocco al mare, attraverso l’attuale territorio del Cile, il governante boliviano ha spiegato che al suo arrivo al Governo le relazioni tra le due nazioni erano come quelle tra “cane e gatto”, e della sua volontà di agire con diplomazia per arrivare ad un mutuo intendimento.

 

Ha illustrato inoltre le conquiste della concertazione degli sforzi tra i governi e i popoli di Cile e Bolivia, ha espresso la propria fiducia anche sul tema dello sbocco a mare, affermando che sarà raggiunto un accordo che soluzioni la storica richiesta.

 

Circa la produzione di foglie di coca, Morales ha spiegato le azioni poste in essere nello stabilire accordi, aggiungendo che si raggiungeranno solo quando le negoziazioni saranno concertate su basi di uguaglianza e le parti non conformi ammettano le reali necessità economiche degli agricoltori.

 

La politica di “coca zero”, con compensazione e militarizzazione ha provocato scontri e feriti ora – ha commentato – la coltivazione delle foglie di coca, di importante valore medicinale, è razionalizzata e controllata. Non ci sono scontri, la lotta contro il narcotraffico è più efficace e il sindacato non consente questa attività, ha aggiunto Morales.

 

La Bolivia non desidera ricette imposte in materia economica da parte di nessuna istituzione e così lo abbiamo fatto sapere alle istituzioni finanziarie tradizionali, ha sottolineato il Presidente. Il Banco Mondiale già non parla di pressioni condizionanti e si nota a fronte la realtà boliviana sta cambiando politica.

 

Tra i risultati del Governo, Morales ha indicato il recupero di raffinerie e miniere, la nazionalizzazione delle fonderie, migliorie nella retribuzione dei minatori e altri ancora.