11 settembre 2007 -  M.M. Quintero www.granma.cu (PL)

 

Il popolo boliviano ha invaso le strade

in difesa della sua Costituente

 

     

Il desiderio della destra e dell’oligarchia della Bolivia d’impedire che si istituzionalizzi la rifondazione, ha incontrato un’appropriata risposta: la mobilitazione di migliaia di contadini e indigeni, che hanno manifestato il loro appoggio ad Evo Morales ed hanno chiesto che si lasci operare la Costituente.

 

Garantita la nazionalizzazione degli idrocarburi, che Morales saggiamente ha instaurato per Decreto il primo maggio del 2006, l’obiettivo della reazione è stato quello d’impedire che si stabiliscano fondamenta per le trasformazioni che sono in marcia.

 

Per realizzarlo si deve frustrare o comunque cambiare il contenuto della nuova Costituzione.

 

A caccia di questo fallimento di Evo, gli oppositori dapprima hanno ostacolato i lavori dell’Assemblea con i dibattiti sulle regole di votazione e adesso cercano altri problemi – sulla capitale legislativa - per dilatare la discussione, impedendo d’avanzare al testo costituzionale, la cui data di consegna è già stata posticipata da quella iniziale di agosto, a dicembre. Il peggio è che gli oppositori istigano e promuovono la violenza.

 

Ma attenzione! I propositi contro la Costituente stanno andando troppo avanti. L’incendiario reclamo che vuole che l’assemblea stabilisca se le sedi dell’esecutivo e del legislativo devono o meno passare da La Paz a Chuquisaca la cui capitale Sucre, sede della Costituente— non solo trasforma la discussione in un dibattuto storico ma periferico, in relazione con i cambiamenti trascendentali che la Costituzione deve plasmare.

 

Si stanno esacerbando gelosie dipartimentali e si estendono sentimenti separatisti molto forti nella ricca provincia Santa Cruz, ma anche a Tarija, Pando e Benin, come si è visto durante il referendum delle autonomie. E adesso si vedono gli stessi problemi anche a Chuquisaca.

Il carattere originale dell’assemblea e la sua potestà sono state messe in pericolo quando un ente giuridico locale ha messo in dubbio la decisione di rimandare i dibattiti sino a che non ritorni la tranquillità a Sucre, quella pace distrutta dai detti Comitati Civili, dalla Unión Juvenil Cruceñista e da altri gruppi, mossi dalla destra.

 

Con una decisione irrispettosa, la Corte Superiore del Distretto di Chuquisaca ha ordinato all’Assemblea di mettere in agenda il tema della "piena capitale", ma ci sono manipolazioni e molti se ne sono resi conto.

"Siamo la maggioranza e non possiamo permettere che una minoranza faccia delle imposizioni", ha detto Julio Salazar, dirigente dei cocaleros del Chapare, durante il detto Vertice Social di lunedì 10.

 

Morales ha denunciato che la mano degli USA scrive le ricette, gli ingredienti e i condimenti, riscaldando il brodo del disgusto oligarchico verso la nuova Bolivia.

 

Fonti citate da PL hanno rivelato le pretese dell’opposizione di far cader il Governo, per dare le redini del paese alla presidenza del Senato, che è in potere dell’opposizione, ragione per cui si ostacolano le approvazioni legislative di ogni progetto presentato dal governo.

 

Il Piano Camba —come lo identifica la denuncia— ha le sue basi nella violenza e nel fomento del separatismo, per frammentare la Bolivia.

I tempi non sono facili per il MAS e richiedono in effetti molta forza, pacifica ma sempre forza, della maggioranza che ha votato per il cambio.

 

Gli sgambetti alla Costituente vogliono provocare passi falsi, per far precipitare la rifondazione.