21 novembre 2007- Fonte InSurGente www.granma.cu (PL)

 

Cultura spazzatura e  cultura mercanzia

 

Gli intellettuali di 41 paesi a L’Avana

contro i dettami culturali egemonici

 

 

Più di 500 scrittori e intellettuali di 41 paesi hanno protestato a L’Avana contro i modelli culturali egemonici imposti dall’industria del divertimento che volgarizza l’opera d’arte e la trasforma in pura mercanzia.

 

In un Forum interattivo su “Cultura  e mercato”, convocato dalla Rete delle Reti in Difesa dell’Umanità, la Casa de las Américas e la rivista cubana La Jiribilla, i partecipanti hanno denunciato l’uniformità triviale promossa dalla globalizzazione.

 

Note personalità tra le quali lo scrittore italiano Carlo Frabetti, il  saggista statunitense James Cockcroft,  l’ispanista giamaicano Keith Ellis, hanno apportato criteri sul saccheggio, l’emarginazione e la messa in ridicolo delle culture nazionali.

 

Riflettendo sul tema, il nicaraguese  Francisco José Lacayo ha segnalato che uno dei problemi essenziali è la “ diminuzione a cosa” che genera la dinamica della mercanzia nel sistema economico imperante e non solo riferendosi alla cultura.

 

“Qualsiasi valore umano, anche la tragedia umana si vende come merce” ha sottolineato.

 

Il direttore del supplemento culturale del quotidiano bulgaro Duma, Boris Dankov, ha parlato dell’importanza di preservare in queste condizioni di globalizzazione l’eredita spirituale e i valori autoctoni.

 

Il ministro alla Cultura di Cuba, Abel Prieto, si è pronunciato contro il concetto di mercato come scambio materiale, sostenuto da una macchina pubblicitaria e di diffusione che fissa gerarchie culturali e decide quali prodotti si devono consumare per essere felici.

 

“Ovviamente  si decide anche che ci dobbiamo vergognare delle nostre origini, delle nostre radici, razze e identità” ha aggiunto.

 

Il Forum ha stimolato un dialogo profondo e molto esteso, al quale si sono sommati pensatori e scrittori dell’Isola, come Eduardo Torres Cuevas, Ambrosio Fornet, Rolando González e il ministro degli Esteri, Felipe Pérez Roque.

 

Unanimemente è stata sottolineata la necessità di sovvertire i dettami della globalizzazione, egemonici nel campo delle idee e di lottare contro l’annullamento dello spirito.