8 gennaio 2007 -  www.granma.cubaweb.cu (AIN)

 

 

GUANTANAMO

Danni psichici a prigioniero britannico

 

 

 

Avvocati della difesa del residente britannico Bisher al-Rawi hanno denunciato i danni psichici causati, al suo cliente, dalle condizioni di reclusione nell'illegale base statunitense nella baia di Guantánamo, nell'oriente cubano.

Le autorità nordamericane vogliono che Al-Rawi, rinchiuso nell'improvvisata prigione da quattro anni, rimanga completamente leso, ha dichiarato Brent Mickum, un avvocato che fa parte della squadra di difesa del detenuto.

Il britannico, di 35 anni, di origine irachena, emigrò, quando era bambino, con la sua famiglia, in questo paese e, nel 2002, si trovava in viaggio per affari, in Gambia, quando fu arrestato dall'Agenzia Centrale di Intelligence (CIA).

Come altre 385 persone, che rimangono ancora prigioniere nel carcere della riferita installazione militare, a Al-Rawi non fu mossa nessuna accusa specifica e non ha la possibilità di un processo giudiziale, indica il domenicale The Observer.

Il residente britannico mostra chiari sintomi di una malattia psichica relazionata con una sindrome da reclusione, che si osserva frequentemente tra i condannati che aspettano nel corridoio della morte, ha dichiarato l'avvocato Olive Stafford-Smith.

Le condizioni di questi incarcerati nella citata prigione della base navale, quando questa settimana si compie il suo quinto anniversario dell'arrivo dei primi detenuti, sono peggiori di qualunque corridoio della morte che abbia mai visto, ha aggiunto.

Vari commissari dei Diritti umani dell'ONU hanno denunciato, lo scorso anno, gli abusi e le torture, tante fisiche come psicologiche, a cui sono sottoposti i detenuti nella menzionata prigione, la quale ha contenuto fino a circa 600 prigionieri.

Precisamente, il prossimo mercoledì, pacifisti nordamericani chiederanno la chiusura del campo di concentramento che il governo USA mantiene nella Base Navale di Guantánamo, occupata illegalmente dal 1903 contro la volontà dei cubani.

Medea Benjamín, cofondatrice del raggruppamento "Codice Rosa: Donne per la Pace" ha dichiarato che, nelle vicinanze di quest'installazione militare, organizzeranno una conferenza internazionale per denunciare gli abusi e le torture e che Guantanamo deve essere chiusa per tali eccessi.