23 marzo 2007 - www.granma.cu (PL)

 

Cuba: l’occupazione israeliana dei

territori palestinesi è aberrante

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cuba ha definito una condizione aberrante quella derivata dalla privazione da parte di Israele al popolo palestinese dei diritti umani elementari e del diritto inalienabile all’autodeterminazione.

 

L’ambasciatore di Cuba presso gli organismi internazionali dell’ONU con sede a Ginevra, Juan Antonio Fernández, l’ha affermato durante il dibattito generato nel Consiglio dei Diritti Umani dal rapporto del relatore speciale sul tema, il sudafricano John Dugard. Fernández ha segnalato che il documento rivela ampiamente le gravi violazioni perpetrate da Israele, la potenza occupante,  nei confronti del popolo palestinese.

 

Fernández si è riferito ai danni materiali e alle numerose vittime civili provocate dalle operazioni militari di Tel Aviv a Gaza, chiamate eufemisticamente piogge d’estate e nuvole d’autunno.

 

Ha sottolineato che particolarmente la località di Beit Hanoun ha sperimentato la brutalità dell’aggressione, così come la popolazione della sponda occidentale del fiume Giordano, per le gravi violazioni dei diritti umani.

 

Queste sono il risultato delle frequenti incursioni militari, della costruzione dell’illegale muro di separazione, dei posti di controllo e della demolizione delle abitazioni.

 

La costruzione di insediamenti israeliani in Palestina sta continuando in disprezzo alle condanne della comunità internazionale. Circa novemila palestinesi sono ancora rinchiusi in prigione, mentre continua la pratica degli assassini selettivi, ha detto.

 

Il rappresentante cubano ha denunciato l’illegale congelamento da parte di Israele dei fondi dell’Autorità Nazionale Palestinese, nonché l’isolamento del territorio attuato fondamentalmente dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e da altri paesi occidentali.

 

Sono forme di punizione collettiva che aggravano la povertà in cui vive la maggioranza del popolo a causa dell’occupazione israeliana, ha detto.

 

In un’altra parte del suo intervento l’Ambasciatore cubano ha ricordato che gli innumerevoli rapporti e risoluzioni ONU che condannano l’atteggiamento di Israele continuano a venire ignorati dallo Stato sionista e dal suo principale complice, il governo USA.

 

Si è pronunciato affinché il tema rimanga nel programma del Consiglio dei Diritti Umani fino alla fine dell’occupazione straniera della Palestina e di altri territori arabi.

 

Israele ha in Washington  il principale sostegno del suo sistema d’occupazione e l’impunità garantita anche dagli altri governi occidentali. La situazione esistente potrebbe essere definita come il regime del apartheid dei nostri giorni, ha sostenuto.

 

L’Ambasciatore ha chiesto a coloro che con ipocrisia  parlano del contributo del sistema dei diritti umani dell’ONU alla fine dell’apartheid in Sudafrica di ripetere quello “sforzo e impegno”, dimostrando la sua ferma ripulsa nei confronti dei soprusi di Israele.

 

Arriverà il giorno in cui il sole intenso della sovranità e dell’indipendenza risplenderà per il popolo palestinese in uno Stato libero e sovrano, ha concluso.

 

 

 24 gennaio 2007 - L.Luque, L.Arguelles www.granma.cu (RHC)

 

42 anni di lotta

per la Palestina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


“Siamo cresciuti in questi 42 anni di lotta: quando abbiamo cominciato avevamo mezzi rustici, siamo stati accusati  d’essere pazzi, d’essere spie, ci condannarono
come collaboratori d’Israele, ma la storia ha assolto molti combattenti per la liberazione della Palestina”, ha detto Ibrahim Al Zeben, ambasciatore della Palestina a Cuba, durante la cerimonia commemorativa dell’inizio della guerra di liberazione, che si è svolta nella ACNU, Associazione Cubana delle Nazioni Unite.

 

L’ambasciatore ha detto che la resistenza è un diritto legittimo del suo popolo; è sempre stata un denominatore comune nella lotta dal 1º gennaio del 1965, giorno in cui i guerriglieri palestinesi sferrarono un’azione armata contro Israele, iniziando la lunga lotta.

 

“Creare l’Autorità Nazionale Palestinese è stato un fatto di resistenza, piantare gli ulivi nei nostri campi è resistenza e anche tirare pietre e sferrare azioni militari”, ha aggiunto.

 

Riferendosi alla comunità internazionale, Al Zeben ha detto che: “Abbiamo sempre pensato che un giorno la causa palestinese si farà valere. Gli Stati Uniti e l’Europa devono riconoscere le loro responsabilità per il destino della nostra popolazione. Abbiamo la forza del diritto e ci afferriamo a questo, alla ONU, al Movimento dei Paesi non Allineati, al MNOAL, le cui decisioni servono per accorciare le distanze tra il diritto e la sua realizzazione”, ha segnalato.

 

Il diplomatico ha detto che: “Abbiamo creduto sempre nella pace giusta e duratura che non esclude nessuno, nemmeno il popolo palestinese”, ed ha aggiunto che queste sono le ragioni per cui la Palestina ha accettato gli accordi di Oslo e altre iniziative europee ed arabe. 

 

Inoltre l’ambasciatore Al Zeben ha augurato una pronta guarigione al Comandante in Capo Fidel Castro.

 

“Il nostro popolo sventola questa bandiera e fa i suoi migliori auguri a Fidel perchè guarisca presto”, ha dichiarato.

 

Auspicata  dall’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli (ICAP), la cerimonia ha contato sulla presenza di Carlos Amat, presidente della ACNU; Rigoberto Menéndez, dirigente dell’Associazione d’Amicizia  Cubano-Araba e vari  membri del corpo diplomatico accreditato nell’Isola.