12 giugno 2007 - S.Lamrani www.prensa-latina.it

 

L'Unione Europea nel

 

fondo dell'abisso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'Unione Europea è arrivata al fondo dell'abisso politico, strategico e soprattutto morale. Durante il mese di aprile del 2007 le alte istanze di Bruxelles hanno ricevuto con gran pompa la visita di Caleb McCarry. Questo sinistro personaggio è stato nominato nel 2005 dall'amministrazione Bush “coordinatore della Commissione di Assistenza per una Cuba Libera” il cui obiettivo è abbattere il governo de L'Avana in un termine di 18 mesi, a partire dal 10 luglio 2006, ed installare un regime al servizio di Washington. McCarry descrive a sé stesso come “il più alto funzionario responsabile di coordinare gli sforzi per appoggiare una transizione democratica a Cuba” [1].

McCarry la cui meta è mantenere la politica di aggressione ed ingerenza nei temi interni cubani fino a che “succedano
veri cambiamenti a Cuba”, conta sull'appoggio dell'Unione Europea. Bruxelles si fa complice di una strategia che pretende di abbattere un governo sovrano burlandosi di tutte le norme internazionali. Ma non si accontenta oramai con offrire un appoggio passivo e tacito a Washington, ora inoltre ha elaborato una manovra ricalcata dalle direttrici della Casa Bianca [2].
 


Il piano segreto dell'Unione

Europea contro Cuba

 


In un documento confidenziale intitolato “Policy Paper on EU Medium Term Strategy Towards Democracy in Cuba”(documento di politica sulla strategia a medio termine dell'UE per la democrazia a Cuba), Bruxelles conferma la sua intenzione di portare a termine una politica parallela a quella di Washington col fine di raggiungere lo stesso obiettivo. Cuba è l'unico paese latinoamericano vittima di sanzioni politiche e diplomatiche da parte dell'Unione Europea che adottò una posizione comune nel 1996, ufficialmente per attentato ai diritti umani. Solo altri quattro paesi nel mondo soffrono la stessa fortuna: Birmania, Iraq, Nigeria e Zimbabwe [3].

La retorica dell'Unione Europea sui diritti umani per giustificare la stigmatizzazione di Cuba è un pretesto poco credibile, come dimostra l'ultima relazione di Amnesty International del 2007. Nel continente americano, dal Canada fino all'Argentina, le violazioni dei diritti umani sono terrificanti e Cuba è, con molta differenza, il paese meno incolpato dall'organizzazione. L'obiettivo è un altro ed è chiaramente definito nel documento segreto: Il primo obiettivo della posizione comune su Cuba è promuovere un processo di transizione verso un “democrazia pluralista”, cioè, mettere a giudizio l'attuale struttura politica, economica e sociale dell'isola dei Caraibi [4].

Bruxelles dichiara la sua determinazione per raggiungere la meta, comune con gli Stati Uniti: non si avrà nessuna normalizzazione delle relazioni politiche tra l'Unione Europea e Cuba fino a che non ci saranno cambiamenti reali e veri sull'isola. L'UE dimostra così la sua mancanza di visione strategica persistendo nell'applicazione di una politica di coercizione inefficace contro L'Avana, che è poco ricettiva al linguaggio della forza [5].

Dal trionfo rivoluzionario nel 1959, gli Stati Uniti hanno elaborato una strategia che pretende di organizzare, finanziare e dirigere un'opposizione interna a Cuba. I documenti segreti oggi parzialmente resi noti, le leggi Torricelli del 1992, Helms-Burton del 1996, come le relazioni del 6 maggio 2004 e del 10 luglio 2006 della Commissione di Assistenza per una Cuba Libera, lo dimostrano senza nessun dubbio [6].

L'UE pesta ora anche i talloni agli Stati Uniti e prevede di finanziare un'opposizione interna a Cuba, col fine di promuovere i suoi stessi interessi: l'Unione Europea deve accrescere la sua influenza con l'opposizione pacifica e settori indipendenti della società civile nel suo insieme a Cuba e all'estero, con un'enfasi particolare nei piani per la futura transizione. L'Unione Europea deve mobilitare tutto il suo peso (politico e finanziario) per incoraggiare i dissidenti ad elaborare insieme una piattaforma politica operazionale comune, includendo tutte le personalità, gruppi, iniziative e programmi nel suo insieme. Come prima tappa, i gruppi di opposizione devono astenersi da dichiarazioni e comportamenti polarizzati. Quindi devono mettersi d’accordo in un consenso minimo sui procedimenti ed attuazioni col fine di accrescere il loro impatto comune e prepararsi per una vera democrazia pluralistica [7].

Così Bruxelles, violando i principi più elementari di non ingerenza, si intromette nei temi interni cubani e progetta di reclutare individui col fine di mettere in pratica la sua propria agenda politica. I gruppi di dissidenti, dei quali è probabile che molti accettino l'aiuto dell'Unione Europea, violerebbero la legge cubana. In effetti, come in tutte le legislazioni del resto del mondo, il codice penale cubano punisce severamente ogni alleanza o collaborazione con una potenza straniera per abbattere l'ordine costituzionale stabilito. Sicuramente il governo cubano non rimarrà impassibile di fronte a questo nuovo tentativo di destabilizzazione.

L'Unione Europea ha elaborato misure molto concrete per promuovere una società civile più democratica e migliore organizzata e portare a termine la sua politica di ingerenza. Ha previsto di dare la priorità a progetti economici e socioculturali, approvare e finanziare le iniziative culturali del settore indipendente cubano come la creazione di librerie indipendenti. Anche Bruxelles ha previsto di invitare i membri dell'opposizione ad eventi politici e culturali dell'Unione Europea [8].

Che cosa succederebbe se Cuba finanziasse gli indipendentisti baschi o corsi col fine di accelerare la transizione democratica in Spagna o in Francia? Che cosa succederebbe se paesi come Cina, Russia o Iran facessero la stessa cosa? La stampa internazionale si affretterebbe a condannare, e con ragione, queste ingerenze inaccettabili. Così deve considerarsi la politica dell'Unione Europea contro Cuba.

La politica irrazionale di Washington arriva dall'Austria
 


Le inumane sanzioni economiche che gli Stati Uniti impongono ai cubani colpiscono direttamente l'Europa. In aprile del 2007, una banca austriaca comprata da un fondo statunitense ha chiuso tutti i conti di quasi un centinaio di clienti di origine cubana che risiedono nella repubblica alpina, applicando così in modo extraterritoriale –e di conseguenza illegale - la legislazione statunitense in un terzo paese. La banca Bawag, venduta al fondo finanziario Cerberus, ha annunciato ai suoi clienti cubani, di punto in bianco, che dovevano chiudere i loro conti a causa della loro nazionalità [9]. Thomas Heimhofer, portavoce di Bawag, ha affermato in maniera categorica che la decisione era irrevocabile. Miriam Vargas, una delle clienti danneggiate dalla misura, si è dispiaciuta molto di questa discriminazione ed ha confessato di sentirsi offesa per il tono denigratorio della lettera che le era stata inviata dalla banca. Il deputato verde Karl Öllinger, anche lui cliente dell'istituzione, si è ribellato contro questa decisione: chiudere i conti di qualcuno a causa della sua nazionalità viola la legge austriaca e se il direttore di Bawag non rettifica questa misura nei prossimi dieci giorni, chiudo tutti i miei conti. Intanto il ministro dei Temi Sociali, Erwin Buchinger, ha lanciato un appello al boicottaggio di Bawag: le imprese capiscono meglio quando si toccano i loro interessi [10].

Il governo austriaco ha annunciato delle sanzioni contro l'impresa viennese per l’applicazione illegale di sanzioni straniere. Il ministro degli Affari Esteri, Ursula Plassnik, ha fatto presente che l'Austria non era il 51º stato federale degli Stati Uniti e che le leggi austriache ed europee dovevano rispettarsi. Bruxelles è rimasta in un silenzio assordante rispetto a questo tema [11].

Dopo le pressioni popolare e giuridica e di fronte alla determinazione delle autorità austriache di non soffrire questa umiliazione, il gruppo finanziario ha dovuto fare retromarcia il 4 maggio 2007: la giunta direttiva di Bawag PSK revoca la decisione di mettere fine alle relazioni commerciali coi sudditi cubani con effetto immediato. La giunta direttiva presenta le sue scuse per i problemi e le irritazioni che hanno causato le misure precedenti”, ha annunciato l'entità viennese [12].
 


Il Regno Unito nella

stessa situazione
 


Inoltre, in aprile del 2007 la banca Barclays ha ordinato alle sue filiali a Londra di chiudere i conti di due imprese cubane: Havana International Bank e Cubanacan, dopo che l'Ufficio di Controllo di Beni Stranieri (Office of Foreign Assets Control, OFAC) del Dipartimento del Tesoro esercitasse pressioni su di loro. Vari deputati britannici, scandalizzati per questa intromissione straniera, hanno deciso di portare il tema davanti alla Camera dei Comuni. Il deputato Ian Gibson ha criticato questo nuovo attentato: questa decisione di Barclays non rappresenta solo un'offesa ripugnante contro il paese caraibico ma costituisce anche una contravvenzione delle nostre proprie regole e leggi. [...] Appoggiamo il diritto di Cuba di liberarsi dell'aggressione statunitense. Poco tempo prima la catena alberghiera Hilton ha deciso arbitrariamente che non albergherà più i cubani. Ora le imprese del Regno Unito devono piegarsi alle leggi statunitensi disprezzando la sovranità di questa nazione. L'Unione Europea non si è pronunciata ancora su questi oltraggi [13].
 


Un'ipocrisia

insopportabile


 

L'ipocrisia di Bruxelles oltrepassa tutti i limiti. Senza parlare dell'evidente assenza di autorità morale dell'UE, la retorica dei diritti umani è falsa; i veri motivi sono inconfessabili. La complicità dell'UE con gli Stati Uniti è indiscutibile fino al punto che durante il Forum bilaterali Stati Uniti/Unione Europea nel maggio del 2007, il nome di Cuba è stato citato nella dichiarazione finale. Per caso l'Europa accetterebbe di ricevere un pro-console cubano, il cui obiettivo ufficiale fosse abbattere l'amministrazione Bush, come fece con Caleb McCarry? A nome di che diritto può l'UE decidere il futuro dei cubani? [14]

L'Unione Europea che pretende svolgere un ruolo attivo nella lotta contro il terrorismo, ancora non si è pronunciata sulla liberazione definitiva, l’8 maggio 2007, di Luis Posada Carriles, il peggiore terrorista del continente americano ed antico agente della CIA. Washington che protegge questo criminale, si rifiuta di estradarlo in Venezuela, in flagrante violazione della legislazione internazionale. Questo atto di connivenza non è accettabile, come non è accettabile la dottrina del buono e del cattivo terrorista.

L'Unione Europea - come gli Stati Uniti - si rifiuta di riconoscere ed ammettere che Cuba è un paese sovrano ed indipendente. Per questo motivo Javier Solana, il più alto rappresentante della politica straniera dell'UE, persiste nel parlare di transizione [...] rapida in Cuba e preferisce ignorare una realtà immutabile: il processo rivoluzionario cubano è profondamente radicato nel seno della società cubana e non dipende in assoluto dalla sopravvivenza del suo leader storico, politico, spirituale e costituzionale. In una parola, è irreversibile; e qualunque analisi seria sulla situazione attuale o il futuro di Cuba deve incominciare con questo postulato. L'Unione Europea, ancora intrisa della sua cultura coloniale, si rifiuta di accettare il diritto dei cubani all'autodeterminazione. Si ostina ad esercitare una politica arbitraria che, in tutte le forme, è fallita da molto tempo e sommerge solo il Vecchio Continente nel discredito internazionale [15].
 

 


Note:


[1] Caleb McCarry, «Caleb McCarry Discussion with European Journalists at the Foreign Press Center», 25 gennaio 2007, http://www.cafc.gov/cafc/rls/79507.htm (sito consultato il 28 maggio 2007).

[2] Ibid.

[3] «Policy Paper on EU Medium Term Strategy Towards Democracy in Cuba». Documento consegnato all’autore da una fonte confidenziale.

[4] Ibid., punto 3.5.

[5] Ibid., punto 4.3.

[6] Salim Lamrani, Fidel Castro, Cuba et les Etats-Unis (Pantin: Le Temps des Cerises, 2006), pp. 173-196.

[7] «Policy Paper on EU Medium Term Strategy Towards Democracy in Cuba», op. cit., punto 4.4.1.

[8] Ibid., punto 4.4.2.

[9] EFE, «El embargo a Cuba salpica a Austria. La cancelación de cuentas de cubanos en un banco adquirido por un fondo de EEUU abre un encendido debate», 18 aprile 2007.

[10] Ibid.

[11] World Data Service, «Anuncia gobierno de Austria medidas contra banco que se unió a bloqueo anticubano», 20 aprile 2007.

[12] Reuters, «BAWAG Restores Cuban Accounts After Public Uproar», 4 de mayo de 2007; Associated Press, «Banco austríaco reanuda transacciones con ciudadanos cubanos», 4 maggio 2007.

[13] Gabriel Molina, «Austria apuesta por la soberanía», Granma, 7 maggio 2007.

[14] Agence France Presse, «Aluden a Cuba en cumbre de EEUU y Cuba», 1º maggio 2007; EFE, «UE acuerda incluir mención a Cuba en declaración con EEUU», 1º maggio 2007.

[15] Associated Press, «Solana dice le gustaría transición rápida en Cuba», 18 aprile 2007.
 

 


*Salim Lamrani è scrittore, professore ed investigatore francese ed è specializzato nelle relazioni di Cuba e gli Stati Uniti. Collabora abitualmente con Rebelion. La traduzione è di Ida Garberi.