10 marzo 2007 - S.Lamrani www.prensalatina.it

 

 

Il fallimento morale

dell'Unione Europea 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'Unione Europea sta agonizzando, come entità politica. Il suo ruolo sulla scena internazionale è insignificante, perché è incapace di adottare una politica estera indipendente dalla linea che traccia Washington. Segue docilmente le direttrici bellicose dell'amministrazione Bush, specialmente verso Cuba. In effetti, si presta alle campagne contro il governo de L'Avana con un servilismo sconcertante. Peggio ancora, si fa complice delle continue violazioni dei diritti umani che commette la CIA, complicità che la porta ad un fallimento morale senza precedenti.

 


L'ipocrisia della Svezia
 


Il 12 marzo 2007, durante la riunione della Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra, il cancelliere svedese, Carl Bildt, accusò Cuba di non rispettare i Diritti Umani. Questa accusa è puramente ideologica perché secondo “la relazione 2006 di Amnesty International” Cuba è la nazione che meno viola i diritti umani nel continente americano, dal Canada fino all'Argentina
[1]. L'ipocrisia della Svezia e dell'Europa in generale, si vede chiaramente nel silenzio vergognoso sui crimini che commette la Casa Bianca nel mondo, e nel coprire le aggressioni degli Stati Uniti verso la piccola nazione caraibica [2].

Il delegato cubano, Rodolfo Reyes Rodriguez, da parte sua, si dispiacque che la Svezia si prestasse alla strategia di propaganda statunitense, il cui obiettivo non è altro che giustificare le implacabili sanzioni economiche delle quali è vittima la popolazione cubana dal 1960. Inoltre, segnalò col dito la mancanza di autorità morale del governo scandinavo per dare lezioni sui diritti umani
[3].

In effetti, nel maggio del 2005, il Comitato dell'ONU contro la tortura condannò la Svezia per avere espulso una giovane rifugiata politica del Bangladesh che era stata violata da alcuni poliziotti. Secondo il Comitato, le autorità svedesi non negarono il fatto che era stato perseguita, imprigionata, torturata e violata, però procederono ugualmente alla sua espulsione
[4].

Nel novembre del 2005, la Corte Europea dei Diritti Umani confermò all'unanimità che l'espulsione di quattro siriani si poteva considerare come “una violazione del loro diritto alla vita e della proibizione di qualsiasi trattamento inumano o degradante”. La Svezia inoltre ha espulso verso paesi che praticavano la tortura e tutti i casi furono condannati dal Comitato contro la Tortura. I diritti dei rifugiati e di quelli che chiedono asilo politico sono stati violati frequentemente, soprattutto quando si trattava di zingari, le cui richieste sono state considerate dalle autorità come apertamente carenti di fondamento
[5].

Per tutta risposta, Stoccolma denunciò le dichiarazioni del responsabile cubano come inaccettabili davanti alla Commissione di Ginevra ed evocò la possibilità di una crisi diplomatica tra i due paesi. È chiaro che certe verità non piacciono a tutto il mondo
[6].
 


La provocazione dei deputati italiani
 


Il 18 marzo 2007, un gruppo di cinque deputati italiani alla ricerca di sensazionalismo orchestrò una provocazione per le strade de L'Avana, dove sfilarono con cartelli politici nei quali esigevano la “libertà” per i “prigionieri della coscienza”. L'obiettivo che stavano cercando il deputato europeo Marco Cappato, il vicepresidente del senato italiano Maurizio Turco, i deputati Matteo Mecacci ed Elisabetta Zamparutti e l'ex deputata Maria Fida Moro, tutti membri del partito radicale, era provocare un incidente con le autorità cubane e scatenare così una campagna mediatica internazionale contro il paese. Ma la provocazione era tanto grossolana che il governo cubano li ignorò olimpicamente e deambularono per le strade della capitale senza che nessuno li disturbasse in nessun modo
[7].

“Con sorpresa, non passò niente mentre marciavamo per le strade. Siamo stati circa mezz'ora e tutto è rimasto tranquillo. Il fatto che non ci arrestassero è qualcosa su cui vi faccio riflettere”, ha dichiarato Marco Cappato, confessando così quale fosse il suo obiettivo. Frustrati, si rassegnarono ad abbandonare l'Isola senza ottenere neanche la soddisfazione di essere espulsi
[8].

Due giorni più tardi, il 20 marzo 2007, i deputati effettuarono una visita a Miami. Questa scalo non aveva come obbiettivo di manifestare contro il fatto che questa città ospita e protegge i terroristici anticubani confessi come Orlando Bosch o José Basulto. Non hanno neanche tentato di denunciare il fatto che Miami organizza delle attività pubbliche a beneficio della liberazione del Bin Laden latinoamericano che è Luis Posada Carriles, responsabile di più di un centinaio di assassini di civili innocenti. No, il loro viaggio aveva un'altra meta, cioè quella di riunirsi con l'organizzazione di estrema destra cubana “Madri contro la Repressione” e fare una conferenza stampa in loro compagnia. Risulta che questo piccolo gruppo che riceve importanti sovvenzioni da Washington, finanziò integralmente il viaggio dei cinque deputati da Roma a Miami passando per L'Avana e Panama, cosa che spiega la tappa in Florida
[9].

I deputati italiani sapevano perfettamente che non correvano nessun rischio a Cuba ed è per questo che si spiega il loro attivismo. Per caso avrebbero lo stesso valore nell’appoggiare i dissidenti colombiani, guatemaltechi od onduregni? Per caso avrebbero il valore di manifestare per le strade di Washington denunciando i crimini contro l'umanità che si commettono giornalmente in Iraq, Afghanistan e Guantanamo? Per caso avrebbero il valore di manifestare di fronte all'ufficio dei servizi italiani della sicurezza militare (SISMI) che hanno svolto un ruolo attivo nel rapimento dell'Iman Abou Omar a Milano nel 2003, con la complicità del governo di Silvio Berlusconi, secondo la relazione dell'Unione Europea sulle sparizioni che orchestrò la CIA? Decisamente la vigliaccheria e la doppia morale sono di moda
[10].
 


La complicità dell'Unione Europea nei voli segreti della CIA ed i casi di sparizione
 


Il 14 febbraio 2007, il Parlamento Europeo pubblicò una relazione che accusa i governi del vecchio continente di complicità flagrante coi casi di sparizioni forzose e sequestri clandestini che orchestrò la CIA. E’ il colmo che, una settimana prima, il 7 febbraio 2007, questi stessi governi firmavano la Convenzione delle Nazioni Unite contro le sparizioni forzose che criminalizza l'uso delle prigioni segrete. L'Unione Europea è esperta in questo tipo di suicidio morale
[11].

Secondo la relazione, gli aeroplani della CIA che trasportavano illegalmente persone sospette di avere vincoli col terrorismo, con destinazione verso i centri di tortura di Guantanamo, Africa e... Europa, effettuarono almeno 1.245 scali negli aeroporti europei. Nessun governo ignorava il carattere criminale di questi voli segreti. Alcuni paesi - tra i quali ci sono vari membri dell'Unione Europea - come Polonia e Romania, hanno aperto nei loro territori dei centri di tortura a disposizione dei boia statunitensi. Altri come Regno Unito, Austria, Germania, Polonia, Portogallo, Danimarca, Spagna ed ironie del destino!, Italia e Svezia, parteciparono al sequestro di sospetti nei loro territori
[12].

Il Parlamento condannò “l'accettazione e l’occultamento di questi avvenimenti, in varie occasioni, da parte dei servizi segreti e delle autorità governative di alcuni paesi europei”. Nella maggioranza dei casi, questi sequestri erano accompagnati da una detenzione segreta e dall'uso della tortura durante gli interrogatori. Secondo l'antico ambasciatore del Regno Unito in Uzbekistan, Graig Murray, gli scambi di informazioni che i servizi dei paesi terzi hanno potuto ottenere - sotto tortura - coi servizi britannici erano una pratica conosciuta e tollerata dallo stesso governo britannico
[13].

Queste gravi violazioni dei diritti umani si realizzarono con piena conoscenza dei più alti dirigenti dell'Unione Europea, tali come Javier Solana, segretario generale del Consiglio dell'UE, e Gijs di Vries, coordinatore della lotta antiterrorista, che si mostrarono “incapaci di dare risposte soddisfacenti” sul loro ruolo in queste situazioni. Nessuno può pretendere di ignorare questa terribile realtà. Così, mentre l'Unione Europea da prova di questa doppia morale e depravazione attaccando vigliaccamente una piccola nazione del Terzo Mondo, mentre occulta i suoi stessi crimini, continuerà a languire nel tormento del discredito della scena internazionale e davanti agli occhi del mondo.

 

 

 


Note:

[1] Salim Lamrani, Cuba, l'Union européenne et essi droits dell'homme (Pantin: Egli Temps dia Cerises, 2007).
[2] Agence France Presse, Tesi di vincoli tra Cuba e Svezia, 22 marzo 2007.
[3] Ibid.
[4] Amnesty International, Rapport annuel 2006: Suède, aprile del 2006.
[5] Ibid.
[6] Agence France Presse, Tesi di vincoli tra Cuba e Svezia, op. cit.
[7] Javier Galeano, Deputati italiani si sommano a protesta delle Dame di Bianco, 19 marzo 2007.
[8] Rui Ferreira, A Miami deputati italiani che protestarono in Cuba, Il Nuovo Herald, 20 marzo 2007.
[9] Ibid.; El Duende, «Por donde le entra el agua al coco a los italianos», La Radio Miami, 21 marzo 2007.
[10] Parlamento Europeo, «Activités de la CIA en Europe: le Parlement adopte son rapport final et presse el Conseil d’obtenir davantage d’informations des Etats membres», 14 de febrero de 2007. www.europarl.europa.eu/news/expert/infopress_page/019-3030-043-02-07-902-20070209IPR02947-12-02-2007-2007-true/default_fr.htm (sitio consultado el 26 de marzo de 2007); Ignacio Ramonet, «CIA, vols secrets», Le Monde Diplomatique, marzo de 2007, p. 1.
[11] Ibid.
[12] Ibid.
[13] Ibid.
 


*Salim Lamrani è professore, scrittore, ricercatore francese specializzato nelle relazioni tra Cuba e Stati Uniti. Tradotto da Ida Garberi, responsabile della pagina web in italiano di Prensa Latina