Sei corporazioni controllano tutto quello che si sente, si legge e si vede

Globalizzazione mediatica neoliberale

 

 

 

| 1 agosto '07 | Manuel E. Yepe* www.prensa-latina.it |

 

 

 

Costantemente – nei mezzi alternativi ed in altri che non formano parte dei denominati grandi mezzi corporativi (mainstream media o MSM) - si parla e si scrive sulle tecniche, le risorse e di cosa si serve l’elite del potere statunitense per mantenere il controllo sistematico ed effettivo dell’informazione, non solo dentro gli Stati Uniti, ma anche a scala mondiale.

Secondo delle ricerche indipendenti sull’argomento, sono sei le grandi corporazioni che controllano il 90% delle azioni delle grandi imprese dei mass media che, a loro volta, producono il 90% di quello che leggono, vedono e ascoltano gli statunitensi.

Secondo i dati pubblicati dalla rivista Global Outlook, che dal Canada si è dedicata durante i sei anni trascorsi dall’atto terrorista contro le torri gemelle di New York ad indagare sulla versione ufficiale manipolata di quel fatto, ci sono sei corporazioni che controllano l’informazione negli Stati Uniti e in buona parte del mondo.

Loro sono:

DISNEY, proprietario d’ABC, Touchdown Pictures, Buena Vista, Hollywood Pictures, Caravan Pictures, Miramax Films, l’emittente televisiva History, A and F, la rivista Discover ed altri con vendite per 34000 milioni di dollari statunitensi;

 

AOL/TIME WARNER, proprietario di CNN, HBO, la produttrice di TV e di film Warner Brothers, Castle Rock, Time, Sports Illustrated, People, il settimanale Entertainment, Money, Fortune, Netscape ed altri con vendite per 53000 milioni di dollari;

 

VIACOM, padrona di CBS, Paramount Pictures, Simon and Schuster, Pocket Books, Blockbusters, Showtime, MTV, The Movie Channel and Nickelodeon, BET, Nickelodeon, ecc., con vendite per 28000 milioni;

 

GENERAL ELECTRIC, proprietaria di NBC, CNBC, MSNBC, Bravo e Universal Pictures, 13 emittenti di televisione e strettamente vincolata all’industria degli armamenti ed aerospaziale con vendite per 163000 milioni;

 

RUPERT MARDOCH'S NEWS CORPORATION, padrone di Fox TV, DirecTV, TV Guide, New York Post, The Weekly Standard, 20th Century Fox, MySpace ed altri, con 31000 milioni di vendite,

 

BERTELSMANN ag, una fra le corporazioni dei mezzi di comunicazione maggiori del mondo, che è padrona della RTL-TV europea, Random House, Bantam Dell, Doubleday, Alfred A. Knopf, Vintage Books, ed altre che nell’insieme vendono 21000 milioni di dollari.

I cinque primi nomi sono registrati come statunitensi e l’ultimo è tedesco.

Sarebbe un errore presumere che questi giganteschi consorzi si subordinano al governo degli Stati Uniti e per ciò compiono i dettami della Casa Bianca. Però se voi siete amanti della verità si suppone che, tanto Washington come questi giganti dell’informazione, sono controllati dalla stessa elite di potere nell’esercizio della propria tirannia mondiale.

Di fatti, il governo degli Stati Uniti può solo, nella pratica, controllare, attraverso le sue agenzie specializzate in affari mediatici, così come quelle d’intelligenza, contro-intelligenza ed altro, un numero relativamente ridotto di giornali, riviste, emittenti di televisione e radio, produttrici di film, video, dischi, ecc., che uniti ai mezzi alternativi influiscono solo su un 10% della popolazione.

Solo a partire dalla conoscenza di questa realtà si può capire di quali risorse si sono valsi i capitalisti neoconservatori di estrema destra che hanno condotto le redini del potere in America del Nord nelle due ultime decadi, identificate con il complesso militare industriale e le grandi ditte petroliere, per condurre la nazione di guerra in guerra.

Da molto prima, la teoria e la pratica della gestione dei mezzi per lo “establishment” – come s’identificano le forze del grande capitale che sono i veri padroni del sistema – ha risieduto nel principio di che non è necessario controllare “tutta” l’informazione: basta dirigere nella direzione appropriata “solo” quei mezzi che giocano i ruoli più effettivi nella formazione dell’opinione pubblica.

Ed è per questo che i giganteschi gruppi mediatici che integrano il MSM non richiedono un controllo da parte dello “establishment” o del governo, perché loro stessi formano parte del grande capitale. Solo si necessita che il governo, come semplice conduttore d’una amministrazione disputata da due partiti politici in un gioco che poco determina il corso dei grandi fatti, mantenga i mezzi indipendenti e alternativi dentro i propri limiti, con tutte le risorse che gli danno le leggi.

Come scudiere maggiore della globalizzazione neoliberale, la concentrazione capitalista dei mezzi costituisce l’anello ideologico superiore della tirannia mondiale, che l’imperialismo riserva per i popoli.

 

* l’autore è avvocato, economista e politologo. Svolge il ruolo di professore nell’Istituto Superiore per le Relazioni Internazionali de L’Avana- preso da Visiones Alternativas