Washington 26 giugno 2007

 

 

La CIA conferma che contattò la

 

mafia per assassinare Fidel

  


Documenti divulgati ieri dimostrano che, agli inizi degli anni 60, l'Agenzia Centrale di Intelligence (CIA) decise di assassinare il Presidente cubano, Fidel Castro, con due dei mafiosi più ricercati dell'epoca, a cui avrebbe pagato 150000 dollari.

Il testo, diffuso dall'Archivio della Sicurezza Nazionale dell'Università George Washington, forma parte delle 693 pagine, di recente desecretate dall'Agenzia, denominati "Gioielli di Famiglia", nelle quali si pone in evidenza quasi un quarto di secolo di violazioni della stessa carta costituzionale di questo servizio di spionaggio.

La notizia sul piano di attentato circolò nella stampa statunitense nel 1971 ma solo ora ha una conferma.

"L'obiettivo era Fidel Castro", precisa il documento che in uno dei suoi punti chiarisce che il piano era estremamente delicato e per questo solo un
piccolo gruppo  ne era informato.

Il progetto di uccidere il lìder maximo, come emerge dai documenti, prese il via nell'agosto 1960 e fu portato avanti fino al 1962, con coperture ad alto livello.

 

Prese il via quando Richard Bissell, funzionario della CIA, prese contatti con il colonnello Sheffield Edwards, che guidava una sezione dell'agenzia, per chiedergli «risorse del genere necessario per una missione delicata, che richiede anche azioni del genere gangster», come si legge nel rapporto che poi venne fatto all'allora ministro della giustizia Robert Kennedy.

 

Edwards ingaggiò uno dei propri uomini “puliti”, difficilmente riconducibili alla CIA, Robert Maheu, che fu mandato a incontrare il boss mafioso John Roselli al quale furono offerti 150mila dollari per far sparire Castro.


La motivazione data al capomafia di Las Vegas fu che c'erano imprenditori facoltosi che si trovavano in difficoltà finanziarie a Cuba per colpa di Castro e volevano vederlo morto. Il governo americano, fu detto a Roselli, non c'entrava niente e non doveva comparire.


Secondo i documenti, si tirò indietro, ma mandò avanti un personaggio che era in contatto con gli esuli cubani, Sam Gold.


Fu questo a far entrare in scena altri due boss mafiosi, Momo Salvatore Giancana, il successore di Al Capone e Santos Trafficant. Due personaggi che figuravano entrambi sulla lista dei 10 più ricercati dell'FBI, con i quali la CIA avviò una trattativa per uccidere Castro.


Il compito fu affidato a Juan Orta, un cubano doppiogiochista che aveva accesso a Fidel, al quale i mafiosi diedero, sempre secondo i documenti, «sei pillole dal contenuto altamente letale». Ma «dopo alcune settimane di tentativi Orta in apparenza cominciò ad aver paura e chiese di essere rimosso dall'incarico. Indicò un altro candidato, che fece tentativi senza successo».


Successivamente il progetto venne abbandonato dalla CIA, come lo stesso Rosselli che finì in prigione dove morì.

 

Castro? Ancora vive.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Washington 23 giugno 2007 - www.granma.cubaweb.cu

 

Documenti della CIA lo confermano


I tentativi di assassinare Fidel

 

furono ordinati dalla Casa Bianca

 

 

ROBERT KENNEDY DIRESSE UN PIANO DI ASSASSINIO CONTRO FIDEL CASTRO

 

PL – L’ex procuratore generale degli USA, Robert Kennedy, fratello dell’assassinato presidente John F. Kennedy, diresse personalmente un piano per attentare contro la vita del presidente di Cuba, Fidel Castro, si legge oggi in un memorandum della Casa Bianca.

Il documento, divulgato dagli Archivi della Sicurezza Nazionale dell’Università George Washington, riporta una conversazione tra l’ex presidente Gerald Ford e il suo segretario di Stato, Henry Kissinger, sostenuta il 4 gennaio del 1975.

Parlando,  Kissinger assicurava a Ford che il precedente direttore della CIA –

Agenzia Centrale d’Intelligenza – Richard Helms, aveva confermato che Robert Kennedy guidava il piano per attentare contro il capo dello Stato cubano.

"Helms dice che tutte queste storie sono solo la punta di un iceberg: se saliranno a galla vedremo scorrere il sangue”.

“Robert Kennedy, personalmente, ha diretto l’operazione per assassinare Fidel Castro”, aveva commentato l’allora segretario di Stato a Ford.

Il memorandum è parte di una serie di documenti declassificati dalla CIA, che pongono in evidenza un quarto di secolo di violazioni della stessa Costituzione nordamericana.

Gli archivi dimostrano le azioni arbitrarie di vigilanza domestica, i sequestri, i piani per assassinare governanti stranieri e gli esperimenti chimici su esseri  umani, con altre rivelazioni scioccanti.

L’attuale direttore della CIA, Michael Hayden, ha precisato che la totalità dei documenti sarà resa pubblica nei prossimi giorni, anche se alcuni dati sono già stati diffusi nel sito Web degli Archivi di Sicurezza Nazionale.

I documenti segreti rivelano dettagli sull’infiltrazione in gruppi di sinistra in America Latina e altre regioni del mondo per almeno 60 anni del secolo appena terminato.

inoltre si conoscerà come la CIA organizzava lo spionaggio in Cina, a Cuba e nell’Unione Sovietica e manteneva il controllo di molti giornalisti statunitensi.

 

Per ordini della Casa Bianca, l'Agenzia Centrale di Intelligence cercò di assassinare il presidente Fidel Castro ed altre personalità e leader stranieri. Quello che già si presumeva e denunciava sarà corroborato da documenti che, dalla prossima settimana, verranno declassificati.

Centinaia di documenti segreti dell'Agenzia Centrale di Intelligence degli Stati Uniti (CIA), sul suo agire tra il 1953 e il 1973, saranno declassificati a partire da lunedì con le prove dei piani di assassinio.

Il direttore della CIA, Mic
hael Hayden, ha riconosciuto che "la maggior parte di essi (i documenti) sono poco favorevoli".

La declassificazione e pubblicazione dei documenti potrebbe apportare nuovi dettagli alle attività illegali dell'agenzia intorno ad eventi come la guerra del Vietnam o lo scandalo Watergate.

Secondo la BBC lo stesso giorno dell'annuncio, nella pagina internet del suo Archivio di Sicurezza Nazionale, l'Università George Washington ha pubblicato documenti, del gennaio 1975, in cui l'allora direttore della CIA, William Colby, parla dei tentativi di assassinio di Fidel Castro.

In un discorso di fronte ad un gruppo di storiografi che, negli USA, hanno fatto pressioni per una maggiore divulgazione dei testi classificati dell'Agenzia, Hayden ha descritto i documenti come i "gioielli di famiglia" e come "un'occhiata ad un'epoca molto differente ed ad un'agenzia molto differente".

Tuttavia, quello che si respira nell'ambiente della Casa Bianca, i suoi scandali, guerre preventive, l'ordine di catturare "vivo o morto" in nome della lotta antiterrorista, non sembra essere molto diverso dal curriculum anteriore della CIA.