Dichiarazione del Comitato dei

 Familiari delle Vittime dell'Esplosione

 dell'Aeroplano Cubano nelle Barbados

 

Composizione giornalistica dell'atto terroristico

con biografia degli autori del crimine

 

 

Oggi, 11 aprile 2007, sono passati esattamente due anni da quando il nostro Comandante in Capo ha denunciato la presenza negli Stati Uniti di Luis Clemente Faustino Posada Carriles. Trascorsi due anni, il governo degli Stati Uniti continua a proteggere il noto terrorista internazionale, non ottemperando ai suoi doveri nella lotta reale contro questo tenebroso flagello che colpisce l’umanità.

 

Come risultato della doppia morale del governo degli Stati Uniti nella lotta al terrorismo, Luis Posada Carriles sta comparendo di fronte alla giustizia statunitense solo per aver mentito alle autorità d’immigrazione nel suo processo di naturalizzazione in questo paese.

 

L’inazione del governo statunitense, che non ha fornito le prove di cui dispone e che rivelano la natura terroristica di questo pericoloso individuo, permettendo di definirlo come tale, ha sgombrato la strada a un’insolita e inaccettabile decisione giudiziaria emessa lo scorso venerdì 6 aprile dalla giudice Kathleen Cardone: concedere la libertà condizionale a Luis Posada Carriles.

 

Di fronte a queste grossolane e immorali manovre:

 

- Esigiamo dal governo degli Stati Uniti che cessi di proteggere il terrorista Luis Posada Carriles.

 

- Esigiamo dal governo degli Stati Uniti che onori gli accordi dei quali è firmatario e che lo obbligano a processare nel suo territorio Luis Posada Carriles.

 

- Esigiamo dal governo degli Stati Uniti che, se non vuole processare Posada Carriles come terrorista, acceda ad ottemperare alla richiesta d’estradizione che ha presentato il Governo Bolivariano del Venezuela in virtù del accordo in vigore tra entrambi i paesi.

 

Non è etico accusare Posada Carriles di essere un mentitore e ingannare tutti sulla sua condizione di terrorista.

 

Non è etico accusare qualcuno di essere un bugiardo e nascondere la verità per esonerare un pericoloso terrorista.

 

Non è etico sferrare guerre contro il terrorismo, provocare la morte di migliaia di cittadini in luoghi lontani di questo mondo e dare alloggio nel proprio territorio a terroristi confessi e attivi.

 

Abbiamo reiterato insistentemente di non essere mossi da un sentimento di vendetta. Esigiamo soltanto che si metta fine all’impunità che ha accompagnato il crimine delle Barbados per più di 30 anni. È inaccettabile che venga concessa la libertà su cauzione ad un uomo che non si pente di nulla di quel che ha fatto e che sfida il mondo intero dicendo che se nascesse di nuovo, porterebbe di nuovo il lutto in famiglie innocenti.

 

Domani 12 aprile si compiono 10 anni dall’attentato terroristico nella discoteca Aché dell’albergo Meliá Cohíba, dove detonò la prima di una serie di bombe fatte esplodere in impianti turistici. Con totale disprezzo per la vita, Luis Posada Carriles ha ammesso di essere l’autore intellettuale di questi fatti. Una di queste azioni terroristiche causò la morte del giovane italiano Fabio di Celmo, il 4 settembre 1997.

 

Respingiamo le manovre di alcuni organi di stampa, che si stanno sforzando di presentare il pericoloso terrorista Luis Posada Carriles come un debole anziano, afflitto da molteplici malattie. Posada Carriles ha un’anima inferma da più di 40 anni. Il governo degli Stati Uniti ha l’alta responsabilità di emettere una vera diagnosi su questo individuo: "Posada è malato di terrorismo" e quanto prima verrà emessa questa diagnosi, tanto prima si renderà un importante contributo alla vita e alla salute di tutta l’umanità.

 

Non indietreggeremo nei nostri impegni affinché prevalga la giustizia. Fino a quando questa non verrà imposta, questo popolo energico e virile farà tremare l’ingiustizia.

 

ESIGIAMO GIUSTIZIA!

 

11 aprile 2007

 

 

 

I familiari delle vittime delle Barbados

 protestano contro l’impunità al terrorista

 

I familiari di coloro che morirono nel sabotaggio in pieno volo di un aereo della Cubana nel 1976, hanno espresso a L’Avana, nel Centro della Stampa Internazionale, la loro protesta contro l’impunità dell’autore intellettuale dell’orrendo crimine.

 

Iliana Alfonso, di fronte ai corrispondenti nazionali e stranieri accreditati, ha letto una dichiarazione del Comitato dei Familiari delle vittime, tra le quali c’è suo padre Demetrio Alfonso, allora presidente della Confederazione Centroamericana e Caraibica di Scherma. Fino a quando la verità non si imporrà, sintetizza il documento, il popolo energico e virile farà tremare l’ingiustizia.

 

All’atto di protesta si è unito Giustino di Celmo, padre del giovane italiano Fabio di Celmo, rimasto ucciso in uno degli attentati dinamitardi contro alberghi della capitale cubana, anche questi perpetrati sotto la regia di Posada. Mi sento – ha segnalato – un uomo completamente impotente, come si sente qualsiasi essere umano quando non c’è giustizia. Ha riaffermato il suo affetto per Cuba e la convinzione che l’unica opzione per porre un freno a tali misfatti sia il Socialismo.

 

Durante la giornata è stata presentata la quinta edizione del libro Crimine alle Barbados, del giornalista Nicanor León Cotayo.

 

Nel frattempo, le riflessioni fatte dal Presidente di Cuba Fidel Castro Ruz, sulla grossolana e immorale manovra statunitense per liberare su cauzione il terrorista Luis Posada Carriles stanno avendo ampie ripercussioni sulla stampa internazionale.

 

Le principali agenzie di stampa del mondo e centinaia di articoli in Internet, mettono in risalto le opportune denunce fatte da Cuba e la sua attuale posizione di principio.

 

La denuncia del nostro massimo leader viene sostenuta in tutto il territorio nazionale in atti, meeting ed incontri di vario tipo organizzati dai cubani, che si trasformano in nuove tribune della dignità.

11  aprile 2007