9 aprile 2007 -  J.G.Allard www.granma.cu

 

 

Alpha 66 era presente

 

all’udienza di Posada

• Concessa “di nascosto” la libertà su cauzione   

 

 

 

 

Luis Posada Carriles, di fronte a una trentina di simpatizzanti che rappresentavano vari gruppi fautori dell’uso del terrore contro Cuba, ha offerto martedì 3 aprile (senza essere accusato di terrorismo in violazione di vari accordi internazionali) una proprietà del valore di 2,5 milioni di dollari come garanzia alla sua richiesta di libertà su cauzione.

 

L’udienza di fronte alla giudice Kathleen Cardone (svolta nella città texana di El Paso), stando ai dispacci d’agenzia, ha visto “la presenza di almeno una trentina di rappresentanti d’organizzazioni dell’esilio cubano in California e a Miami”.

 

Tra le organizzazioni rappresentate c’erano l’Associazione dei Veterani della Baia dei Porci (Brigata 2506), l’assassino e agente CIA Félix Ismael Rodriguez Mendigutía; Cuba Indipendente e Democratica, il narcotrafficante Huber Matos; il cosiddetto Consiglio del Presidio Politico Cubano, il famigerato terrorista Reinaldo Aquit.

 

Tra gli individui presenti di fronte alla giudice Cardone, senza che lei ne fosse informata e senza che le agenzie lo menzionassero, c’era anche il capo del gruppo terroristico Alpha 66, Ernesto Díaz Rodríguez.

 

Alpha 66 ha un curriculum più che quarantennale di azioni terroristiche contro Cuba.

 

Rodríguez ha poi commentato pubblicamente l’udienza intervenendo assieme al difensore dell’accusato, l’avvocato mafioso Arturo Hernández Hernández, in un programma radiofonico di Miami.

 

Hernández ha insistito durante l’udienza sul fatto che Posada Carriles conta su “importanti simpatizzanti dell’esilio cubano a Miami”, che hanno “raccolto firme a suo favore”, senza precisare che nella campagna convocata a questo scopo dall’estremista Miguel Saavedra, si notava la presenza di terroristi matricolati.

 

La “petizione” menzionata da Hernández riporta le firme, tra gli altri, di Orlando Bosch, complice del terrorista nell’esplosione di un aereo della Cubana de Aviación nel 1976, che causò la morte di 73 persone; di Rodolfo Frómeta, capo del gruppo terroristico Commandos F-4 e di vari individui identificati come membri del gruppo criminale Alpha 66.

 

 

LO STRATAGEMMA DEL VECCHIO INFERMO

 

 

Hernández, per cercare di guadagnarsi il favore del tribunale, non ha esitato a ricorrere allo stratagemma del vecchio infermo, già usato a Panama dal narco-avvocato Rogelio Cruz, che pretendeva di far credere che Posada è affetto da tutta una serie di malattie che vanno dal cancro al diabete, passando per l’ipertensione arteriosa e l’artrite.

 

“Posada è una persona anziana e malata, che non minaccia la tranquillità di nessuno”, ha espresso l’avvocato senza menzionare che l’anziano infermo, una volta uscito dalla sua prigione di El Renacer, a Panama, è stato in grado di scomparire per mesi in Honduras, usando un passaporto rubato e approfittando dell’aiuto della sua rete centroamericana, formata da vari delinquenti.

 

Hernández, nel descrivere le condizioni di detenzione nel carcere della Contea di Otero, nel Nuovo Messico (dove si trova Posada), ha fornito dettagli che ricordano come le prigioni di Bush usino metodi che si osservano nel campo di interrogatorio di Guantánamo.

 

Lì, ha affermato, è “impossibile riposare”, perchè “viene tenuta accesa la luce 24 ore su 24” e non vengono offerti servizi medici adeguati.

 

Il 17 aprile 2005 il presidente Fidel Castro, avvertendo che Posada Carriles avrebbe potuto sparire negli Stati Uniti, aveva commentato: “Che non lo uccidano adesso, che non lo avvelenino, che non dicano che è morto d’infarto o di emorragia cerebrale... Noi siamo disposti ad inviare dei medici per prenderci cura della sua salute, purché racconti quello che sa e poi venga processato”.

 

 

PASSAPORTI FALSI FORNITI “DAGLI STATI UNITI”

 

 

Il Procuratore Federale, Paul Ahern, ha segnalato che “non esistono garanzie” sul fatto che Posada non evada dagli arresti domiciliari, visto che fuggì da un carcere del Venezuela nel 1985 dopo essere stato accusato per “l’attentato contro un aereo cubano” e che molte volte ha viaggiato con documenti falsi.

 

Hernández, con una sorprendente franchezza, ha risposto che questi passaporti erano stati forniti “dal governo degli Stati Uniti, che era al corrente della sua esistenza, quando Posada era un informatore della CIA”.

 

Nessuno ha smentito questa affermazione.

 

Uno degli avvocati del terrorista, Matthew L. Archambeault, ha sostenuto in un’altra opportunità che Posada “sa molte cose” e che se parlasse potrebbe "danneggiare il FBI, la CIA e il Governo statunitense in generale”.

 

Il riferimento di Hernández sembra voler ricattare la giustizia.

 

Il legame dei Bush con il terrorismo anticubano ed in particolare con Posada iniziò nei primi anni ’60 e va dall’Operazione 40 al margine della fallimentare invasione di Playa Girón, fino alla presenza dell’agente CIA Jorge Mas Canosa alla testa della Fondazione Nazionale Cubano Americana, che finanziò e orientò gli atti di terrorismo confessati da Posada.

 

Hernández, a sostegno della richiesta di libertà su cauzione, ha offerto al tribunale un immobile per uso commerciale di Miami, valutato 2,5 milioni di dollari, proprietà di una certa Judith García. L’avvocato ha inoltre proposto una cauzione corporativa di 100.000 dollari.

 

 

IL PROCURATORE IGNORA GLI ACCORDI INTERNAZIONALI

 

 

Ahern ha affermato che gli Stati Uniti non hanno giurisdizione per giudicare Posada sull’attentato del 1976 contro un aereo della Cubana. Il Procuratore Generale sembra, sorprendentemente, ignorare che gli USA hanno firmato l’Accordo per la Repressione degli Atti Illeciti contro la Sicurezza dell’Aviazione Civile, firmato nel 1971 e l’Accordo Internazionale per la Repressione degli Attentati Terroristici Commessi con Esplosivi, in vigore dal 2001.

 

I servizi nordamericani d’immigrazione (ICE è la sigla in inglese) hanno dichiarato da mesi allo stesso  Posada, in una lettera, che rappresenta “un pericolo per la sicurezza nazionale, “ per via del suo lungo curriculum di attività delittuose e violente, che hanno provocato la morte di civili innocenti”.

 

Posada pretendeva di far credere d’essere entrato illegalmente negli Stati Uniti attraverso la frontiera Matamoros-Brownsville, mentre è invece provato che il terrorista è arrivato a Miami a bordo del peschereccio Santrina, accompagnato da vari terroristi del suo clan. Il suo processo si svolgerà l’11 maggio a El Paso.

 

 

IL RICATTO DELLA MAFIA DI MIAMI HA DATO I SUOI RISULTATI

 

 

La giudice  Kathleen Cardone, di El Paso, in Texas, ha autorizzato la libertà su cauzione a Luis Posada Carriles, il terrorista più pericoloso del continente, mentre il Governo di George W. Bush continua a non accusare di terrorismo questo vecchio agente della CIA e informatore del FBI.

 

La decisione non significa necessariamente che Posada uscirà immediatamente dalla prigione, ha affermato l’agenzia AFP.

 

Le autorità dell’immigrazione obbediscono a un ordine di deportazione e potrebbero reclamare, con nuovi procedimenti di fronte ai tribunali, di mantenerlo detenuto.

 

“Siamo molto delusi da questa decisione e ricordiamo che esiste un ordine di detenzione migratoria pendente contro il Signor Posada e questo ordine significa che il Signor Posada resterà sotto la custodia federale, anche se sarà trasferito da quella  degli Sceriffi Federali  a quelli della ICE”, ha detto ad AFP il portavoce dell’agenzia da Washington, Michael Keegan.

 

Giovedì 5, con un inqualificabile errore apparso nel registro pubblico dei casi giudiziari, si era saputo che un ordine della giudice aveva negato la libertà su cauzione e non si sa in che misura questa comunicazione sospettosa sia stata realmente il risultato di un errore burocratico, come è stato detto.

 

Replicando a un documento del governo nordamericano che attacca volgarmente il suo paese, l’ambasciatore venezuelano negli USA, Bernardo Alvarez, ha invitato Washington a consegnare  Posada “se realmente si stanno  preoccupando per la situazione dei diritti  umani e desiderano un avvicinamento all’America Latina”.