19 giugno 2007 -  M.Lozano www.granma.cu (PL)

 

 

 

I torturati da Posada Carriles insistono

 

 

sulla sua estradizione in Venezuela

 

 

A più di due anni dalla richiesta d’estradizione, le ferite provocate dal terrorista Luis Posada Carriles sono oggi ancora aperte in Venezuela, mentre le autorità e vari settori sociali insistono a chiedere la consegna del criminale.

 

Posada, cittadino venezuelano di origine cubana, fuggì da un carcere locale nel 1985 per eludere un processo sulla sua responsabilità nell’attentato contro un aereo civile cubano nel 1976, costato la vita a 73 persone di varie nazionalità.

 

Dal 15 giugno 2005 le autorità venezuelane hanno chiesto agli Stati Uniti l’estradizione del terrorista, in ottemperanza a un accordo bilaterale. Ma invece di venire detenuto per poi essere estradato, Posada è stato arrestato e poi liberato dalle accuse per reato migratorio.

 

Per persone come Jesus Marrero, che venne torturato su ordine di Posada – chiamato "commissario Basilio" quando faceva parte della polizia politica venezuelana (DISIP) – la liberazione del criminale è un boccone amaro che dimostra l’esistenza dell’impunità.

 

Intervistato da PL, Marrero considera che la liberazione del torturatore "evidenzia chiaramente che il governo statunitense mantiene la sua doppia morale di condannare il terrorismo a parole e promuoverlo nei fatti".

 

C’è un grado enorme di impunità: noi, le vittime dirette, - dice - non siamo stati chiamati nel processo che poi lo ha liberato.

 

Ci eravamo messi in lista per andare a El Paso, in Texas (dove si è svolto il processo) per pronunciare una dichiarazione e non ci hanno tenuto in conto.

 

Marrero spiega che la loro posizione è stata pubblicata anche su un quotidiano statunitense "ma è stato messo tutto a tacere. Hanno voluto gettare terra sul caso per liberarlo. Era ciò che avevano in mente", segnala.