26 aprile 2007 - S.Lee www.granma.cubaweb.cu

 

Familiari ed amici di Carlos Muņiz

 

Varela chiedono giustizia

  


Alcune ore fa abbiamo contattato, in Porto Rico, uno dei fondatori della Brigata Antonio Maceo, Raúl Alzaga Manresa, attuale presidente dell'Agenzia Viaggi Varadero e fratello di lotta di Carlos Muņiz Varela, giovane cubano assassinato da un commando terrorista, nel 1979, per il "delitto" di amare, difendere e lavorare per Cuba, la sua terra natale.

Anche questo crimine ed i suoi autori materiali ed intellettuali rimangono, dopo 28 anni, impuniti a dispetto delle numerose prove che, da allora, amici e familiari di Carlos, hanno presentato alle autoritā giudiziali ed ai media di Porto Rico.

Davanti alla sordida manipolazione della Casa Bianca per proteggere il suo mostruoso boia, Alzaga ha dichiarato a Granma:

"Noi, i parenti ed amici di Carlos Muņiz Varela, vittime dirette ed indirette del terrorismo reazionario dell'esilio cubano, sia per l'assassinio di Carlos che per il tentativo di assassinio e collocazione di bombe contro alcuni di noi, ci sentiamo indignati per la scarcerazione del terrorista d'America, Luis Posada Carriles.

"Solidarizziamo con le famiglie ed amici delle vittime del crimine delle Barbados, per esigere l'arresto e la pronta estradizione in Venezuela di uno dei responsabili dell'esplosione in pieno volo dell'aeroplano della Cubana di Aviazione, il 6 ottobre 1976, dove persero la vita 73 innocenti passeggeri.

"Come nel caso di Carlos, le autoritā federali (il governo degli Stati Uniti) hanno svolto un doppio ruolo. Da una parte, per il pubblico, parlano di "giustizia ed imparzialitā" nei processi giudiziali, mentre dietro le quinte ostacolano e proteggono i "terroristi buoni".

"Se qualcosa di positivo ha avuto la scarcerazione e il conferimento della libertā sotto garanzia (qualcosa che non č un diritto nelle leggi USA) a Luis Posada Carriles, č aver smascherato l'ipocrisia yankee.

"Uniamo le nostre voci perché si faccia giustizia per le vittime del terrorismo e gridiamo all'unisono: No all'impunitā!".