Una storia di spoliazione

 

Il congelamento e furto degli

attivi cubani negli USA
 

 

15 gennaio 2007 - O.O.Leon www.granma.cubaweb.cu

 

 

 

Per rendere effettiva la sua politica di blocco contro Cuba, gli Stati Uniti non solo incrudiscono l'assedio economico e finanziario contro l'Isola ma, da quasi 44 anni, mantengono congelati i fondi dello Stato cubano, un paragrafo in più del lungo glossario di aggressioni contro Cuba.

Era uno degli scenari con cui Washington attaccava il piccolo paese vicino nel gran fronte di battaglia che il presidente John F. Kennedy stabiliva decretando il blocco economico, il 3 febbraio 1962, dopo il fallimento dell'invasione di Playa Girón ed i piani terroristici sostenuti dalla CIA ed altre agenzie ufficiali.

L' 8 luglio 1963 il Dipartimento del Tesoro emise le chiamate Regolazioni per il Controllo degli Attivi Cubani. Gli attivi bloccati si stimavano, allora, in circa 30 milioni di dollari e comprendevano non solo quelli appartenenti allo Stato cubano e alle sue imprese ma anche quelli di qualunque cittadino cubano, sia entità private che individui.

Si pretendeva, allora, privare Cuba di risorse finanziarie, utilizzare quei fondi come mezzo di pressione e perfino per compensare i cittadini nordamericani le cui proprietà furono nazionalizzate in Cuba. La storia, ciononostante, fu più lunga.

L'importo si andò incrementando, in tutti questi anni, a costo dei fondi congelati ad entità statali e cittadini cubani, dei bonifici bancari bloccati destinati o provenienti da cittadini cubani e gli attivi, appartenenti a terzi, che sono stati bloccati per essere vincolati a Cuba o a suoi cittadini.

Secondo la più recente relazione dell'
Ufficio di Controllo degli Attivi Stranieri (OFAC) del Dipartimento del Tesoro al Congresso degli Stati Uniti il totale degli attivi cubani sequestrati negli Stati Uniti si stimava in 268,3 milioni di dollari.

La maggior parte dei fondi dello Stato e di entità statali cubane si concentravano su tre conti bancari tenuti presso la
Chase Manhattan Bank, di New York, che oggi è la banca JP Morgan Chase.

Nelle sue filiali newyorkesi dovevano stare depositi appartenenti alla
Banca Nazionale di Cuba e due conti dell'Impresa di Telecomunicazioni di Cuba, per il pagamento di servizi telefonici, in particolare per chiamate a lunga distanza. Ma praticamente oggi non rimane niente nel congelatore, perché i fondi sono stati rubati con la complicità della mafia anticubana, giustizia e governo degli Stati Uniti.
 


TERRORISTA E LADRO
 


A metà degli anni 90 del passato secolo si inaugura una nuova forma di attacco: comincia il furto dei fondi congelati dello Stato cubano. Accade per decisione unilaterale del governo nordamericano o come risultato della promulgazione di sentenze contro Cuba in tribunali della Florida, insieme alla promulgazione di leggi anticubane nel Congresso.

Le giustificazioni e pretesti sono vari ma seguono lo stesso modello di ostilità verso Cuba e servono o premiano gli affari della controrivoluzione e del terrorismo.

Così, tra il 1996 ed il 2006, Cuba ha sofferto quattro spoliazioni di suoi fondi, come denuncia, lo scorso
10 gennaio, una dichiarazione del
MINREX edita in Granma.

L'insegna l'alzò, il 2 ottobre 1996, il presidente William Clinton ordinando al segretario del Tesoro di consegnare 1,2 milioni di dollari, dei fondi sequestrati negli USA, ai parenti dei piloti dell'organizzazione terroristica
Hermanos al Rescate, abbattuti per aver ripetutamente violato lo spazio aereo cubano, il 24 febbraio 1966.

Gli stessi destinatari, anche per ordine di Clinton, ricevettero, nel 2001, più di 96 milioni di dollari dei due conti di
EMTELCUBA della Chase Manhattan Bank.

Prima avevano ottenuto una sentenza d'indennizzo da un tribunale della Florida e mediante l'azione dell'allora senatore Connie Mack, al servizio della mafia, si approvò al Campidoglio
, a beneficio della mafia, la chiamata Legge di Protezione delle Vittime del Traffico e della Violenza. Tale legislazione ha perfino una sezione per la sua esecuzione contro i fondi congelati dello Stato cubano.

Il presidente George W. Bush non rimase indietro. Nell'aprile 2005 dispose che il Dipartimento del Tesoro consegnasse 198000 dollari — un'altra volta di uno dei conti di
EMTELCUBA — alla cittadina di origine cubana e residente a Miami, Ana Margarita Martínez, che ottenne, nel 2001, sentenza a suo favore da una Corte di Miami per 27,1 milioni di dollari.

Secondo questa Corte, Martínez meritò tale sentenza per essere parzialmente risarcita per supposte torture ed aggressione sessuale inflitti da un "agente" del governo cubano. L'amministrazione Bush le riconobbe inoltre il diritto ad avvantaggiarsi con la Legge di Assicurazione contro il Rischio di Terrorismo, un'altra falsità che dimostra la doppia misura di Washington nella sua presunta crociata contro questo flagello.

Il paradosso è tale che le leggi antiterrorista degli Stati Uniti sono ben dure contro il sequestro di aeroplani (si ricordi il modus operandi degli attentati alle Torri Gemelle) ma la giustizia ed il governo concessero ordini di incameramento e subasta a Martínez di tre aeronavi cubane (AN-2, D.C.-3 ed AN-24) sequestrate l'11 novembre 2002, il 19 marzo 2003 ed il 31 dello stesso anno.

Queste azioni contarono sulla complicità del governo di Bush, che sebbene avesse l'autorità legale per annullare l'ordine di ritenzione degli aeroplani (emessi da giudici della Florida) per restituirli a Cuba, permise che il furto si consumasse.

Ma non fu l'ultimo. Come ha spiegato la citata dichiarazione del MINREX, il 27 novembre dell'anno passato, un totale di 72126884 dollari furono trasferiti dai fondi congelati di Cuba ai parenti di due cittadini nordamericani:

Il pilota nordamericano ed agente della CIA Thomas Willard Ray, che si affermò falsamente fosse stato fucilato in maniera sommaria il 19 aprile 1961 durante l'invasione mercenaria di Playa Girón, nella quale fu abbattuto il B-26 che pilotava. Il suo cadavere fu conservato per 18 anni nell'Istituto di Medicina Legale di Cuba, perché Washington occultava la sua identità e si rifiutava di accettare la sua cittadinanza e responsabilità in quell'aggressione.

La stessa Corte della Florida che sentenziò a beneficio del caso Willard, fece la stessa cosa sul reclamo dalla vedova di Howard F. Anderson, giudicato nell'aprile 1961 in Pinar del Rio, per le sue attività sovversive al servizio del governo statunitense. Al momento della sua cattura, settimane prima di Girón, Anderson apparteneva ad un gruppo armato di ex militari della tirannia di Batista a cui furono sequestrate otto tonnellate di armamenti. Era inoltre il collegamento della CIA con varie organizzazioni controrivoluzionarie nell'Isola.
 


GIUSTIZIA TERRORISTICA
 


Dalla metà degli anni 90 negli Stati Uniti si adottarono legislazioni come la Legge di Assicurazione contro il Rischio di Terrorismo, la Legge per la Protezione delle Vittime di Torture e quella di Antiterrorismo e Pena di Morte Effettiva, dirette contro quelli che Washington chiama "Stati patrocinatori del terrorismo".

La Casa Bianca ha posto Cuba, dal 1982, in quella lista nera e rinnova, ogni anno, la sua appartenenza con successivi e spuri pretesti che hanno come obbiettivo cercare di giustificare la politica di blocco e di aggressioni che c'accompagna dal gennaio 1959.

Queste legislazioni sono quelle che permettono la presentazione di domande come quelle già menzionate, e che non sono le uniche perché c'è tutta una serie di esse presentate da elementi senza scrupoli e controrivoluzionari, con uno stesso fine: appropriarsi, a tutti i costi, dei fondi congelati di Cuba.

Per questo motivo non sorprende che tra quelli che hanno aspirato a tale obiettivo si trovino individui del tipo di José Basulto (
Hermanos al Rescate) che reclamò 40 milioni per danni psicologici ed una Corte della Florida gli aggiudicò 1,5 milioni di dollari che aspetta di riscuotere, o la controrivoluzionaria Martha Beatriz Roque che, oltre ad essere finanziata dal
SINA, tentò anche di rubare gli attivi cubani sequestrati. Non sono gli unici, ma per tutti ci sono brutte notizie.

Come risultato del furto continuato, la maggioranza dei fondi di entità dello Stato cubano mantenuti in banche degli Stati Uniti si sono praticamente estinti.

E' rimasto senza soldi il conto della
Banca Nazionale di Cuba ed uno di quelli di EMTELCUBA. L'altro, di questa impresa, ha un saldo di poco più di sei milioni di dollari, più interessi, e non perché l'abbiano rispettato, bensì per una lite sulla sua proprietà.

Restano circa una dozzina di milioni di dollari in vari conti minori di istituzioni private o pubbliche, così come 58,1 milioni dollari appartenenti a cittadini anch'essi colpiti dalla politica del congelatore, che nella pratica risulta anche una modalità di furto.

Tra questi fondi ci sono, solo per citare un esempio, i 10000 dollari che appartenevano al defunto scacchista Guillermo García per il secondo posto ottenuto nel Torneo Aperto di New York, nel 1988, nell'anno del centenario di Jesús Capablanca.

Cuba, frattanto, non desiste dal suo impegno di continuare a denunciare la condotta delle autorità nordamericane e reclamare i diritti del suo popolo, lo stesso che davanti ad un tribunale competente dell'Isola ha citato il governo degli Stati Uniti per danni economici ed umani il cui importo, più che in denaro, si misura nel sacrificio, la resistenza e la decisione di vincere.