Linguaggio Vi-Perino

 

 

17 dicembre 2007 - Rosa Miriam Elizalde* www.prensa-latina.it


 

The Washington Post avrebbe dovuto pubblicare l'ironico ricordo di certe parole di George W. Bush che presentò alla fine di agosto Dana Perino come la nuova portavoce della Casa Bianca; una donna, disse, capace di fare di fronte a tutte le domande. A lei sono bastate poche settimane per dimostrare che il Presidente, tanto per cambiare, si era sbagliato.

Il giornale conservatore si attiene a citare la confessione della stessa Segretaria di Stampa, che ha riconosciuto in un programma alla radio che non ha né la più remota idea di che cosa sia stata la Crisi di Ottobre e pertanto, quando un giornalista tirò fuori questo tema dopo alcune dichiarazioni del Presidente russo Vladimir Putin, rispose semplicemente con un pretesto.

“Mi entrò un po' di panico, perché realmente non so niente sulla Crisi dei Missili a Cuba”, ha detto la portavoce”. “Aveva a che vedere con Cuba e con dei missili, sono sicura”, in modo che la signora uscì dalla conferenza stampa per consultare la sua migliore fonte. Arrivai alla casa e domandai a mio marito... gli dissi: Non era la stessa cosa della Baia dei Porci? E lui mi rispose: Oh!, Dana.

Il Post scusa l'ignoranza della Perino, perché ha 35 anni e nacque una decade dopo il confronto del 1962 che, né più che meno, è stato il momento in cui il mondo si è avvicinato di più ad una guerra nucleare, che avrebbe sterminato tutti e che terminò con un patto tra i gli Stati Uniti e l'URSS alle spalle di Cuba, dove erano collocati alcuni razzi sovietici di portata intermedia, con ogive nucleari.

Scusare una simile laguna culturale alla portavoce del Presidente degli Stati Uniti è come perdonare ad un idraulico che non sappia quello che è un tubo, perché si inventò prima che lui nascesse.

Il colmo dell'analfabetismo professionale


Tuttavia, non è questo la strada che voglio seguire, bensì quella che allaccia lo scivolone di questa donna col linguaggio viperino e l'atteggiamento della politica nordamericana verso Cuba. Mi sembra ancora di vedere la signora Perino agitandosi nella conferenza stampa, parlando con altezzosità ai giornalisti e correndo da un lato all’altro per promuovere qualunque cosa che appaia all'orizzonte contro l'Isola. Lo ha fatto il 25 settembre nella sede dell'ONU, dopo le insultanti parole di Bush contro Cuba, e lo ha ripetuto dopo un mese, quando il Presidente nordamericano annunciò le nuove misure per appoggiare la transizione cubana, in un discorso che potrebbe aspirare, senza concorrenti, al Premio “Raccontiamo la bugia più grande per il 2008”.

Se ricordano, lei è stata quella che annunciò con due o tre giorni di anticipazione che Bush avrebbe presentato nuove disposizioni e si incaricò intanto di mantenere la tensione ed un certo mistero intorno alle dichiarazioni della Casa Bianca, lasciando intravedere piste false, sospetti ed alibi, in una specie di romanzo giallo alla rovescia: il criminale alzando sfacciatamente il suo dito accusatore contro la vittima.

Che cosa significa che la Perino abbia appena scoperto lo scontro storico più duro che collega il suo paese ed il mondo con Cuba? Non molto, se si tiene in conto l'antecedente famoso di Bush che domandò all'ex presidente Fernando Henrique Cardoso: Ma davvero, anche voi avete dei negri in Brasile?

O di Dick Cheney, il secondo al comando negli Stati Uniti, che l'altro giorno considerò che “il popolo del Perù merita un migliore governante che Hugo Chavez”.
 


*l’autrice è una famosa giornalista cubana

 

tratto da Boletin por Cuba n°103 -tradotto da Ida Garberi