| 4 giugno 2007 | A.Bombassei www.radiocittaperta.it|

Un flop la manifestazione

 

contro Chavez 

 

 

 

Imponente manifestazione

a favore di Chavez

 

 

 

Caracas 03/06 -  Alcune centinaia di migliaia di persone sono scese ieri in piazza a Caracas a sostegno del presidente venezuelano Hugo Chavez dopo una settimana di proteste seguite alla chiusura della Rctv, una tv privata considerata collusa col tentativo di colpo di stato, fortunatamente fallito grazie alla mobilitazione popolare, nel 2002. A difesa di Chavez si sono mobilitati anche ministri e numerosi funzionari governativi, che sono sfilati in corteo accanto ai dimostranti che, per l'occasione, indossavano un capo di vestiario rosso, il colore simbolo dell'era Chavez. "Oggi il Venezuela ha reso più democratiche le comunicazioni e ha fatto un passo in avanti", ha detto ai giornalisti il ministro delle telecomunicazioni Jesse Chacon.
Chacon si è inoltre appellato alla folla invitando tutti a contribuire al consolidamento della TVes, la nuova Tv pubblica che ha preso il posto dell'emittente oscurata che comunque continua a trasmettere via cavo e via satellite.

 


 

Una "marea rossa"antimperialista a sostegno di Chávez

 

Rebelión (GI) – Vestendo il tradizionale colore rosso che caratterizza la rivoluzione bolivariana diretta dal presidente Hugo Chávez, centinaia di migliaia di persone hanno celebrato una giornata che ha inteso inviare un messaggio di pace al mondo, respingere le ingerenze contro la sovranità del paese sudamericano e dare il benvenuto al nuovo canale TVes.

E’ stata una giornata di sostegno alla democratizzazione dello spazio radioelettrico e nello stesso tempo di protesta contro le recenti dimostrazioni incoraggiate da settori dell’opposizione che, stando al Difensore del Popolo Germán Mundaraín, cercavano soltanto di creare un clima di scontro nazionale. In recenti dichiarazioni Mundaraín ha denunciato "un piano insurrezionale" orchestrato dall’opposizione venezuelana attraverso messaggi diffusi via Internet, tramite cellulari e mass-media al servizio della destra e dell’oligarchia.

La principale dimostrazione di sabato si è svolta a Caracas ed è partita dai punti est e ovest per confluire in un grande concentramento nel viale Bolívar, dove i venezuelani hanno espresso il loro sostegno al governo del presidente Chávez.

«Per dimostrare che la maggioranza è quella scesa in strada, solidale con il presidente Chávez e con la Rivoluzione Bolivariana », ha detto un dirigente bolivariano.

I dimostranti hanno consegnato vari pronunciamenti. Uno di questi è stato portato nella sede della società telefonica CANTV, recentemente nazionalizzata. Un altro alla Difesa del Popolo e un terzo alla Procura, per chiedere celerità nelle indagini su coloro che hanno promosso la violenza negli ultimi giorni.

Subito dopo la sospensione del segnale di RCTV (nell’ultimo minuto di domenica 27 maggio) gruppi di studenti, soprattutto universitari e di licei privati di Caracas e altre regioni del paese, hanno organizzato giornate di protesta pacifica nelle strade che poi sono diventate violente per gli appelli di alcuni media privati e di politici dell’opposizione.

Sabato i venezuelani hanno espresso il loro sostengo alla Televisione Venezuelana Sociale (TVes), che ha occupato lo spazio di RCTV e che è nata come un canale di servizio pubblico, il primo del paese.

Il messaggio dei venezuelani è stato: "Protestiamo contro la violenza ed esigiamo il rispetto della nostra sovranità".

 

Membri del FSM approvano

la decisione contro RCTV

 

Vari membri del Consiglio Internazionale del Foro Sociale Mondiale, riuniti a Berlino il 30 e il 31 maggio hanno riconosciuto la legittimità della decisione del Governo venezuelano di non rinnovare la concessione a Radio Caracas Televisión (RCTV), scaduta lo scorso 27 maggio, ha segnalato l’Agenzia Bolivariana d’Informazione del Venezuela, ABN.

L’informazione è stata diffusa con una nota di stampa del Ministero del Poder Popular per le Relazioni Estere del Venezuela che segnala: "In un paese democratico, le frequenze di radio e televisioni non devono essere proprietà di alcune imprese, ma un bene pubblico, la cui amministrazione corrisponde ai poteri pubblici".

 

Caracas. Domenica 3 giugno. Si é svolto oggi il corteo della opposizione per manifestare "per la libertà di espressione". Alcune (poche) migliaia di persone hanno camminato dalla zona della Mercedes fino alla Defensoria del Pueblo, per consegnare una lettera di denuncia sulle "condizioni della libertà di stampa e di pensiero" e per richiedere la sospensione delle misure alternative inflitte ai ragazzi che erano stati arrestati e poi rilasciati durante le manifestazioni dei giorni scorsi per porto di armi e azioni violente.


Un colpo a livello politico per l'opposizione. Dopo la manifestazione norme (varie centinaia di migliaia) dei chavisti di ieri, il "comando della Resistenza" (vecchi democristiani, socialdemocratici e fascisti) sperava rispondere con altrettante persone.


E invece la risposta é stata pessima. Non che non ci siano persone arrabbiate per la messa fuori onda del canale delle telenovela, anzi. Ma le persone diffidano di questi leader troppo legati a una pratica golpista che li hanno utilizzati e colpiti durante il golpe del 2002 e l'anno che lo seguì (e soprattutto la serrata-sabotaggio di due mesi). Pochi nella borghesia vogliono rivivere momenti così estremi. In fondo la vita continua. I soldi li hanno. La casa, l'auto, le comodità. Perché rischiare in fondo?


Per questo a livello della "dirigenza della Resistenza" credo che si stanno domandando come fare. Quello che é certo é che non si fermeranno; la Coppa America é un'occasione troppo bella.  gli occhi e le telecamere dell'intero continente saranno rivolti al Venezuela.

Da domani riprendono i cortei degli studenti delle Università private. Domani dovrebbero marciare fino al tribunale supremo, e martedì c'é la convocazione per una manifestazione nazionale degli universitari (lanciata dal Rettorato e dal CdA della Università Centrale del Veneuela!!!!!!!!! probabilmente per opporsi alla creazione di 28 nuove Università pubbliche). Sicuramente saranno presenti le telecamere straniere che continuano a ronzare come mosche in cerca di scoop, come quella di Fox tv, e di "martiri della democrazia" da riprendere.

Se ci saranno forzature nelle prossime settimane saranno la prova che esiste effettivamente un piano di destabilizzazione in atto. La protesta che permane viva é solo quella delle Università private. Non c'é nessun "maggio '68" in atto in Venezuela. Non c'é nessuna instabilità.


La valanga rossa di ieri ha affermato la forza di Chavez e del Processo, ed é stato "un monito per l'imperialismo e i suoi lacché..." "... che non provino a ripercorrere lo stesso percorso del 2002 perché la risposta sarebbe solo un'ulteriore avanzata della Rivoluzione" (Chavez). "Gli Stati uniti e la oligarchia venezuelana non ci perdonano di avere ripreso il controllo del nostro petrolio.

 

Non ci perdonano di avere nazionalizzato l'elettricità e  la telefonia. Non ci perdonano di avere rotto la loro catena di dominazione. E il popolo qui presente oggi é la dimostrazione della forza di questo percorso di costruzione del socialismo. Per questo diciamo con forza al signor Bush : Patria, Socialismo o muerte" (Jorge Rodriguez, Vice presidente del Venezuela) - scroscio di applausi.