26 settembre '08 -  www.granma.cu (PL)

 

Rivelate le implicazioni del prefetto

nel massacro di Pando

 

     

 

Il giudice William Dávila ha rivelato che il prefetto del Dipartimento boliviano de Pando, l’oppositore Leopoldo Fernández, ha ammesso l’invio di persone armate per frenare una marcia di contadini che è terminata in un massacro.

 

Il dirigente del dipartimento ha ammesso che sapeva della preparazione dello scontro, ma che, nonostante questo, aveva permesso d’utilizzare due veicoli della prefettura per trasportare i gruppi armati.

 

In una dichiarazione all’emittente Erbol, il giudice ha considerato che è inammissibile che un’autorità in esercizio delle sue funzioni, ordini il trasporto di cittadini armati, quando avrebbe potuto e dovuto ricorrere alla polizia.

 

Dávila ha spiegato che, basandosi sulla confessione e sulle informazioni presentate dai Pubblici Ministeri e dall’avvocatessa dell’accusa, ha ordinato di trasferire Fernández nel carcere di San Pedro, come detenzione preventiva.

 

Il Governo ha appena reiterato che il prefetto di Pando resterà detenuto a La Paz per aver provocato lo stato d’assedio che impera nella zona citata.

 

Questa decisione è avvenuta dopo la richiesta della Corte Suprema di Giustizia di trasferire l’imputato a Sucre, richiesta ritenuta un tentativo per la liberazione di Fernández.

 

Stando ai dati preliminari, il massacro dell’11 settembre ha, per ora un saldo di almeno 17 morti, decine di feriti e almeno 100 "desaparecidos", cioè persone scomparse e irrintracciabili...

 

 

Il neofascista italiano Diodato dietro il

 

massacro di 15 contadini filo governativi

 

 

(…) Sembra ci sia una svolta nel massacro avvenuto nella notte tra l'11 e il 12 settembre a El Porvernir, in Bolivia, quando squadroni della morte legati a gruppi civici che si battono contro Evo Morales per l'autonomia regionale hanno ucciso quindici contadini indios che stavano andando a una dimostrazione di sostegno al presidente boliviano.

 

Secondo Aldo Michel Irusta, ex parlamentare e giornalista, dietro il massacro potrebbe esserci un italiano neofascista, Marco Marino Diodato, operante in Bolivia dalla fine degli anni '70 al servizio dei dittatori di Hugo Banzer e Luis Garcia Meza, qualcuno dice per conto della CIA.

 

Secondo Michel, il prefetto di Pando, Leopoldo Fernandez, attualmente agli arresti per il massacro, ha consolidato legami con il gruppo Diodato, e ad un giro di introiti illeciti mediante case da gioco clandestine. L'ex parlamentare sostiene addirittura che alla struttura criminale lasciata da Diodato apparterrebbero, oltre Fernandez, anche il prefetto di Santa Cruz, Ruben Costas, ed esponenti dei Comitati civici di quel dipartimento.

 

«L'attività delittuosa del gruppo di Diodato - ha detto - ha operato per oltre 10 anni a Santa Cruz con copertura dei Banzer, Jorge Tuto Quiroga e Gonzalo Sanchez de Lozada».

 

E squadroni paramilitari finanziati da questo, ha concluso, hanno agito al servizio della prefettura di Pando nel massacro dell'11 e 12 settembre di contadini ed indigeni inermi.

 

 

Nuovo prefetto

 

 

La Corte Suprema di Giustizia della Bolivia ha nominato un prefetto interino per la regione amazzonica di Pando, Rafael Bandeira, che oggi inizia un periodo di 90 giorni per cercare di portare la pace in questo territorio, in stato di assedio dal passato 13 settembre.  Per decreto presidenziale, il contrammiraglio Bandeira, fino ad oggi capo dello Stato maggiore della Forza Navale Boliviana, sostituisce l'ex prefetto Leopoldo Fernandez, arrestato nella città di La Paz, accusato di perpetrare un massacro di contadini, con un saldo preliminare di 18 morti e più di 100 desaparecidos.  


Come nuovo comandante generale di Pando, Bandeira ha promesso di raddoppiare i suoi sforzi per soddisfare la popolazione col suo lavoro strettamente istituzionale e lontano da ogni interesse politico.  


Ugualmente ha segnalato che lavorerà con la partecipazione attiva di tutti i settori sociali dell'area rurale e della città.  


D'altra parte, il Dirigente presentò delle nuove accuse contro l'ex prefetto oppositore Fernandez, tra queste quella di rapimento, tentativo di assassinio, vessazioni, torture, privazione di libertà e coazione.  


Il ministro di Giustizia, Celima Torrico, precisò che queste accuse pesano inoltre su alcuni dirigenti civici e sicari brasiliani, peruviani e boliviani contrattati per perpetrare il massacro dei contadini, l’11 settembre scorso.  


Si è saputo inoltre che la presidentessa del Comitato Civico di Pando, Ana Melena de Suzuki, ha ricevuto la condizione di rifugiata in Brasile.  Melena de Suzuki è un'altra delle accusate del massacro di contadini, ma ha ricevuto questa condizione la vigilia nella località di Brasileia, dall'Agenzia Per i Rifugiati delle Nazioni Unite (ACNUR, per le sue sigle in inglese).   


Tuttavia, il vice ministro degli Interni Ruben Gamarra ha viaggiato nella vicina nazione per sollecitare in maniera ufficiale che il governo di Luiz Inacio Lula dà Silva espella circa 100 cittadini boliviani che si sono rifugiati nelle città di Brasileia ed Epitaciolandia.  Gamarra esporrà davanti alle autorità giudiziali gli indizi che esistono contro quelle persone, tra loro Melena de Suzuki ed altri dirigenti territoriali.  


Per il prossimo lunedì si aspetta l'arrivo a Cobija, città capoluogo di Pando, di una delegazione dell'Unione delle Nazioni Sud-americane che investigherà i fatti del passato 11 settembre.