21 novembre '08 - www.granma.cu (AIN)

 

Mentre si celebra il

Giorno dell’Infanzia

 

26 bambini di Haiti sono morti di fame

 

Le organizzazioni umanitarie hanno confermato a Puerto Príncipe che 26 bambini di Haiti sono morti per denutrizione, ossia di fame, per la crisi degli alimenti che tortura questa piccola isola.

 

“I bambini sono morti in due settimane circa nella remota regione sud-orientale di Baie d’Orange”, ha detto Max Cosci, funzionario di Medici Senza Frontiere, anche se il  Programma Mondiale degli Alimenti della ONU  ha assicurato che sta inviando rifornimenti alimentari e medicinali nella zona.

 

AP ha segnalato che con questi nuovi decessi aumentano i timori che la gia cronica scarsità di alimenti in questo povero e sfruttato paese, si è aggravata con il passaggio degli uragani che hanno distrutto i raccolti e ucciso il bestiame, sostento delle famiglie nelle zone rurali.

 

“Altri 65 bambini denutriti sono ricoverati in ospedale o ricevono un trattamento”, ha detto ancora Cosci, titolare del gruppo del Belgio di MSF, che ha definito la situazione “estremamente fragile e pericolosa” e ha reclamato l’invio immediato di aiuti internazionali per la grave situazione di Haiti.

 

Cosci ha sottolineato che questi morti e altri decessi già noti, sono una conseguenza diretta della fame e solo della fame.

 

21 maggio '08 - www.granma.cu (AIN)

 

Haiti: povertà, disordini e

minacce alla stabilità

 

 

 

 

L’insolita violenza registratasi a Haiti ha richiamato l’attenzione di politici ed organizzazioni internazionali verso questa piccola nazione, la più povera dell’emisfero occidentale.

 

L’aumento dei prezzi dei prodotti di prima necessità ha raggiunto una dimensione politica e richiede una risposta urgente e coordinata degli attori nazionali ed internazionali per evitare la destabilizzazione.

 

I disordini, cominciati nella città meridionale di Les Cayes, si sono estesi a tutta Puerto Principe, con episodi anche nelle vicinanze del Palacio Nacional.

 

Cominciati come manifestazioni pacifiche contro l’alto costo della vita e l’aumento dei prezzi per i generi di prima necessità, si sono trasformati in furti, incendi, e saccheggi, con un bilancio di 5 morti e decine di feriti.

I gruppi di manifestanti, provenienti da tutti i quartieri della capitale, hanno assaltato depositi, negozi, uffici pubblici, ristoranti e  stazioni di servizio in tutte le regioni dell’area metropolitana: Champ de Mars, Del mas, Pétion-Ville, Frères…

 

Il governo ha affermato che elementi legati al narcotraffico e contrabbandieri si sono infiltrati nelle proteste e ha chiesto il supporto della Missione delle Nazioni Unite per la Stabilità di Haiti (MINUSTAH).

 

Il primo ministro, Jacques Edouard Alexisi, ha iniziato incontro con i rappresentanti di diversi settori, con l’obiettivo di illustrare il programma urgente del governo per far fronte all’aumento dei prezzi, un fenomeno generalizzato nei Caraibi, causato dall’andamento dei mercati mondiali.

 

I prezzi, aumentati mediamente del 40% dal 2007, hanno provocato reazioni violente in Egitto, Giordania ed altri paesi. Nei Caraibi hanno reso necessario un vertice speciale dei Capi di Governo della Comunità dei Caraibi.

 

Vengono alla luce impegni non mantenuti di donazioni ed altri fattori legati ad Haiti, dove la comunità internazionale ha rafforzato la sua presenza dalla esilio forzato dell’ex presidente Jean Bertrand Aristide, il 29 febbraio 2004.

 

Il direttore aggiunto del Programma Mondiale degli Alimenti dell’ONU, John Powell, ha chiesto al Primo Mondo di fare di più per aiutare i paesi in via di sviluppo, in particolare per la piccola nazione latinoamericana e caraibica.

 

Hadi Annali, rappresentante speciale del Segretario dell’ONU ad Haiti e capo della MINUSTAH, ha avvisato che la fragilità dello scenario haitiano mostra lo stretto legame tra la stabilità politica e lo sviluppo.

 

In un dossier al Consiglio di Sicurezza ha sottolineato che la situazione sarà sempre in bilico in un paese che, nonostante i progressi confortanti, è sempre molto lontano dal realizzare le sue aspirazioni socioeconomiche.

 

Il rappresentante speciale ha esortato i donatori, le istituzioni finanziarie internazionali e la comunità internazionale nel suo insieme contro l’inganno “dell’ottimismo prematuro o della sfiducia sproporzionata”.

 

Nel contesto delle proteste, il Brasile ha annunciato una donazione di 14 tonnellate di alimenti “in risposta alla richiesta del governo haitiano di assistenza umanitaria alimentare”.

 

Il tema degli aiuti è stato anche discusso a Roma in una riunione della FAO.

 

Il Vietnam ha ritenuto urgente rendere proritario il supporto allo sviluppo socioeconomico di Haiti, sulla base del rispetto alla sovranità e all’autodeterminazione di questo paese caraibico.

 

Haiti, dove l’80% della popolazione vive con meno di due dollari al giorno, si colloca alla 150a posizione di 177 paesi a cui l’ONU misura l’indice di Sviluppo Umano.

 

John Colmes, principale funzionario dell’ONU per gli affari umanitari, ha ribadito che l’aumento continuo dei prezzi degli alimenti potrà causare instabilità politica in tutto il mondo