1 luglio '08 - www.granma.cu

 

Hugo Chávez: “La legge europea

d’espulsione degli immigranti è indegna!”

 

 

Il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha appena definito “indegna e ignominiosa la Direttiva del Ritorno, recentemente approvata dalla Unione Europea.

 

Chávez ha fatto queste dichiarazioni a Tucumán, in Argentina, dove si trova per partecipare al vertice del MERCOSUR, ha informato AFP.

 

"È indegna! È una legge vergognosa  è ignobile. Chávez ha sottolineato ai giornalisti che la norma è il riflesso della grande ipocrisia delle cupole europee, come ha appena detto Fidel!”

 

Il presidente ha elogiato l’irata condanna dei dirigenti in Sudamerica ed ha aggiunto che lo farà  esplicitamente nel MERCOSUR, presentando un documento alla conclusione del vertice.

 

“Mi sembrano molto positive l’unanimità e la fermezza dei governi dell’America Latina di fronte a questa ignominia, per far sì che gli europei riflettano” ha detto ancora.

 

La legge d’espulsione degli immigranti senza documenti approvata il 17 giugno dal Parlamento Europeo a Strasburgo, stabilisce un periodo di detenzione sino a 18 mesi e la proibizione per cinque anni di ritornare in Europa.

 

 

20 giugno '08 - www.granma.cu (RHC)

 

Hugo Chávez condanna la detta

 

“Direttiva del ritorno” dell’Europa

 

 

Il presidente Hugo Chávez ha avvisto che qualsiasi paese che applicherà la detta Direttiva del Ritorno, non riceverà più petrolio dal Venezuela ed ha chiesto all’America Latina unione di fronte a quella che ha chiamato la “Direttiva della Vergogna”.

 

“Controlleremo gli investimenti per fare un’altra Direttiva del Ritorno”, ha avvisato Chávez dopo aver ricordato che nessuno degli immigranti europei è mai stato espulso dall’America Latina.

 

In una conferenza stampa con il presidente neo eletto del Paraguay, Fernando Lugo, Chávez ha definito “indignante” la decisione del Parlamento Europeo ed ha accusato la destra e l’ultra destra reazionaria europea d’essere dietro l’iniziativa.

 

Prima Fernando Lugo aveva espresso il suo appoggio alla posizione del presidente dell’Ecuador, che ha condannato la decisione, che dà possibilità di espellere gli immigranti dal vecchio continente, trattandoli come criminali.  

 

Il presidente Chávez ha precisato che questa direttiva viola i diritti umani e il Diritto internazionale, perchè stabilisce la reclusione sino a 18 mesi senza processo agli immigranti senza documenti.

 

L’Assembla Nazionale del Venezuela ha approvato in prima lettura il Progetto Legge d’Equità e Uguaglianza di Genere, per garantire corresponsabilità tra donne e uomini ed impedire la discriminazione.

 

Presentando il progetto, Flor María Ríos, membro della Commissione della Famiglia, la Donna e la Gioventù, ha detto che la legge stabilisce relazioni familiari orientate alla convivenza, doveri, uguaglianza, solidarietà e comprensione mutua.

 

La deputata venezuelana ha affermato che la nuova legislazione, quando sarà approvata definitivamente, garantirà la protezione dei diritti umani, con politiche pubbliche.

 

Il nuovo statuto vuole saldare il debito sociale in materia di genere dei gruppi esclusi, degli afro discendenti, delle persone con handicap, le contadine, le  donne capo famiglia, le anziane, le donne private della libertà e per preferenze sessuali.

 

La Bolivia guiderà la campagna mondiale

contro la Direttiva Ritorno

 

 

l presidente della Bolivia, Evo Morales, ha annunciato che il suo governo guiderà la campagna mondiale di protesta contro la legge migratoria approvata dal Parlamento Europeo (PE) che viola i diritti umani più elementari.  In un incontro con i corrispondenti stranieri accreditati, Morales ha detto  che durante il prossimo Vertice dell'Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR), che si svolgerà nella città argentina di Tucuman, dal 30 giugno al 1° luglio,  proporrà questa iniziativa ed ha  affermato che il tema verrà discusso con i suoi omologhi del continente africano, un altro continente tra i più colpiti da questa misura approvata dal PE a Strasburgo. 

 

Durante una colazione di lavoro con rappresentanti della stampa internazionale nel Palazzo Quemado, Evo Morales ha invitato i capi di Stato delle Nazioni dell'Unione Europea ed i legislatori a rivedere la storia comune col continente sudamericano. 

 

“Li invito a non applicare questa nuova norma detta Direttiva Ritorno, a non commettere un'altra aggressione contro la vita di migliaia di emigranti”, ha detto ed ha spiegato che molti boliviani sono andati nel Vecchio Continente per cercare un lavoro e un salario, per sopravvivere e non per saccheggiare le risorse naturali. 

 

Morales che è d’origine Aymara, ha sottolineato che nei suoi viaggi in Sud America e  in Europa ha potuto apprezzare l'accettazione che hanno gli immigranti boliviani, per la loro onestà e laboriosità, ha precisato. 

 

La legge promossa, che stabilisce l'arresto e la devoluzione ai loro paesi d’origine di queste persone è discriminante e potrebbe provocare degli scontri tra l’Europa e l’America Latina. 

 

In Bolivia, commentò, non esigiamo visti agli europei perché possano viaggiare, ma a partire da questa legge migratoria, alcune voci si sollevano esigendo che per un semplice principio di reciprocità, si cominci a difendere il nostro diritto. 

 

In epoche precedenti gli europei arrivarono nel continente latinoamericano  portando sfruttamento, impadronendosi delle nostre materie prime e nessuno mai pensato d’espellerli. 

 

Morales ha ricordato l’invio, la scorsa settimana, di una sua lettera al  Parlamento Europeo, nella quale considerava il progetto vergognoso ed inammissibile. 

 

La norma promossa contempla la deportazione degli immigranti illegali, e  periodi di internamento sino a 18 mesi, anche per i minori. 

 

Il testo ha ottenuto 367 voti a favore, 206 contro e 109 astensioni, ed è stato approvato grazie all’appoggio del Partito Popolare Europeo, i liberali e la destra nazionalista.

 

 

19 giugno '08 - www.granma.cu (PL)

 

L’Ecuador preoccupato per la normativa

europea contro gli immigranti

L’Ecuador ha mostrato serie preoccupazioni e obiezioni per l’ordinanza contro l’immigrazione irregolare approvata dai  ministri della Unione Europea (UE), che potrà significare il ritorno dei migliaia di ecuadoriani al paese natale.  

 

Un comunicato del ministero degli Esteri  rivela che ristanno realizzando gestioni presso il Parlamento Europeo per evitare l’adozione di questa normativa, dato che il suo contenuto e la sua ampiezza costituiscono un grave retrocesso di fronte alle politiche migratorie di alcuni paesi del vecchio continente.

 

L’entrata in vigore nel 2010 di questa regola danneggerebbe importanti collettività di immigranti tra le quali quella ecuadoriana, dice la nota. 

 

Il documento segnala che i ministri degli Esteri dell’Ecuador, Colombia e Perù hanno inviato il 9 giugno una comunicazione ai rappresentanti della Unione Europea, per avvisare sui risultati negativi che provocherà l’esecuzione di questa ordinanza per tre milioni di cittadini d’origine “andina” che risiedono in Europa.

 

L’ambasciata dell’Ecuador preso la  Comunità Europea sta realizzando azioni congiuntamente a diplomatici di Messico, Cuba, Venezuela, Colombia, Marocco, Algeria e Tunisia per evitare l’implementazione  d¡ questa norma, indica il comunicato.

 

La Segretaria dell’Emigrante di questo paese, Lorena Escudero, ha condannato le disposizioni della UE e le ha considerate un retrocesso che tende a criminalizzare gli stranieri senza documenti.

 

La Escudero ha avvisato che l’Ecuador non resterà con le braccia incrociate nè come società civile né come governo, né come America Latina e continuerà a combattere per i diritti fondamentali degli illegali.

“Chiederemo che venga derogata questa legge che condanna alla prigione gli stranieri senza residenza”, ha detto.  

 

Le fonti ufficiali dicono che sono circa tre milioni gli ecuadoriani che hanno abbandonato il loro paese in maniera legale o illegale per gli Stati Uniti o l’Europa nell’ultimo decennio.