12 settembre '08 - www.granma.cu

 

Chávez ha ordinato all’ambasciatore

USA di abbandonare il Venezuela

 

 

Il presidente venezuelano, Hugo Chávez, ha ordinato all’ambasciatore degli Stati Uniti a Caracas, Patrick Duddy, di abbandonare il paese nel termine di 72 ore, in segno di solidarietà con la Bolivia.

 

Chávez ha detto che appoggerà Evo Morales ed il suo popolo di fronte agli intenti degli Stati Uniti di destabilizzare il processo di cambiamenti nella fraterna nazione.

 

La decisione di Chávez, che include il ritiro dell’ambasciatore venezuelano a Washington, segue l’espulsione del capo della missione diplomatica boliviana nella capitale statunitense.

 

Il presidente venezuelano ha responsabilizzato la Casa Bianca di quanto potrà occorrere in futuro in Venezuela, dove ieri è stata rivelata l’esistenza di un piano per un colpo di stato e l’omicidio del presidente.

 

Hugo Chávez ha denunciato che gli Stati Uniti ed i suoi agenti internazionali stanno costruendo una giustificazione per rovesciare il governo del suo paese ed altri processi politici progressisti nella regione.

 

Durante l’intervento, trasmesso dalla Scuola Venezuelana di Pianificazione, il capo di Stato ha messo in guardia la controrivoluzione oppositrice a non avventurarsi in un colpo di stato, perché saranno schiacciati dal popolo.

 

Chávez ha rivelato che la polizia militare ha già fatto alcuni arresti, dopo le recenti denunce su piani sovversivi, pianificati da militari in servizio ed in congedo e che comprendevano anche attacchi aerei contro il Palazzo presidenziale di Miraflores.

 

Esiste attualmente una nuova offensiva diretta da Washington contro i movimenti sociali dell’America Latina, perché l’imperialismo cerca di fermare la nostra rivoluzione bolivariana ed i processi di cambio nel subcontinente, ha sottolineato il presidente Chávez.

 

Noi dal venezuela non esportiamo rivoluzione, ma siamo un esempio ed un precedente di giustizia sociale per molti paesi amici e popoli fraterni. Questo è un fatto che infastidisce gli Stati Uniti, ha detto il presidente.

 

In precedenza, il ministro degli Esteri del Venezuela, aveva affermato che gli Stati Uniti promuovono, tra i militari in servizio ed in congedo, un complotto per rovesciare il presidente Hugo Chávez, che prevede anche il suo omicidio.

 

Maduro ha detto che tra i piani di questi militari c’è il controllo del Comando dell’Armata, una possibile operazione durante l’arrivo di Chávez da un viaggio, catturarlo con aerei durante il volo o bombardare il Palazzo di Miraflores.

 

Il diplomatico ha riferito che il piano sarà denunciato nelle sedi internazionali ed ha avvertito che, con il prosieguo delle indagini, si conoscerà fino a che punto sono coinvolti organismi statunitensi.

 

Chávez ha riaffermato la sua fiducia negli ufficiali della Forza Armata Bolivariana, perché hanno la consapevolezza dei cambi politici occorsi nel paese. Pertanto, se l’opposizione lancerà un golpe, la risposta sarà demolitrice con tutta la forza della Rivoluzione.

Il Partito Socialista Unito del Venezuela ha chiesto alla Procura d’indagare sull’organizzazione della cospirazione contro il capo di Stato e l’intento d’omicidio.

 

Il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha affermato che il suo governo si considererà autorizzato ad appoggiare la Bolivia, nel caso che l’opposizione finanziata dagli Stati Uniti realizzi un colpo di stato o uccida il presidente Evo Morales

 

Chávez ha assicurato che il suo governo ha sempre lottato per la pace, ma esige rispetto per i governi e le leadership legittime dell’America Latina.

 

I mass-media locali hanno ricordato che, in cinque dei nove dipartimenti della Bolivia, sono in corso proteste contro il governo incentivate dall’opposizione, che con l’approvazione della Casa Bianca vuole frenare l’approvazione della nuova Costituzione

 

12 settembre '08 - www.granma.cubaweb.cu

 

Espulso l'ambasciatore

 

 

USA in Venezuela

 

 

 


Caracas, 11 settembre - Il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha ordinato all'ambasciatore statunitense a Caracas, Patrick Duddy, di lasciare il paese entro 72 ore, una misura adottata in solidarietà con la Bolivia, esprimendo, allo stesso tempo, a Washington la decisione di tagliare la fornitura di greggio.

"A partire da questo momento l’ambasciatore yankee a Caracas dispone di 72 ore per lasciare il Venezuela, in solidarietà con la Bolivia” ha detto Chavez in un atto di sostegno al candidato del suo partito per le elezioni regionali di novembre, tenutosi a Puerto Cabello, 120 chilometri a ovest della capitale.

Il leader bolivariano ha espresso il suo sostegno al capo di Stato boliviano, Evo Morales, il cui governo sta attraversando una crisi scatenata dalla reazione. Anche Evo aveva espulso il rappresentante di Washington a La Paz, dopo averlo accusato di essere dietro le manovre dell'opposizione.

Il fatto si verifica poche ore dopo che l’Esecutivo venezuelano presentava alcune registrazioni e denunciava un tentativo di assassinio e di golpe contro Chavez che sarebbe in corso di programmazione da personale militare in attività e pensionato, con l'approvazione dell'amministrazione statunitense.

Inoltre, il Presidente ha detto che avrebbe sospeso le forniture di petrolio agli Stati Uniti se il paese latinoamericano fosse aggredito dalla Casa Bianca.

Di fronte alle telecamere, Chavez ha dato ulteriori istruzioni al suo cancelliere, Nicolas Maduro, perché disponga il ritorno immediato dell’ Ambasciatore del Venezuela in territorio statunitense.

Il Presidente ha detto che "quando ci sarà un nuovo governo negli Stati Uniti" il Venezuela invierà un ambasciatore, ma mentre rimane al potere il Presidente Bush, Caracas non avrà rappresentante diplomatico in quel paese.

Il dignitario Bolivariano ha dato la responsabilità all'attuale governo degli Stati Uniti per la situazione di tensione con Washington  che "è presente dietro tutte le manovre di destabilizzazione politica che si vivono in America latina".