12 maggio www.granma.cu

La Colombia provoca per scatenare

una guerra con il Venezuela

• Lo ha affermato Hugo  Chávez

 

15/05/2008 Misna


Chavez alla Colombia: "No a base

militare USA alla frontiera"



"Denuncio che il governo della Colombia si sta prestando a un gioco perverso per destabilizzare il Sudamerica, non solo Venezuela ed Ecuador...se si azzarda a installare una base imperialista nella Guajira cominceremo a discutere sul fatto che tutta la Guajira è venezuelana": così, rivolgendosi ai giornalisti, il presidente Hugo Chávez ha seccamente respinto la possibilità che Washington decida di trasferire la base di Manta, in Ecuador, nella penisola della Guajira, una zona strategica al confine tra i due paesi andini conosciuta tra l'altro per la miniera di carbone di Cerrejón, considerata la più grande del mondo. "È una cosa che non possiamo accettare" ha aggiunto Chávez riferendosi alle dichiarazioni dell'ambasciatore americano a Bogotá, William Brownfield, che ha convalidato questa settimana l'ipotesi di spostare in Colombia - principale alleato della Casa Bianca in America Latina - il contingente militare statunitense dedito alle operazioni anti-droga ospitato dal 1990 nel porto di Manta in base a un accordo, in scadenza il prossimo anno, che il presidente ecuadoriano Rafael Correa non rinnoverà; Brownfield non ha ancora indicato il luogo esatto dove sorgerà la nuova base, pur inserendo tra le "opzioni" La Guajira. "Occorre chiedere a Uribe (il presidente colombiano, ndr) un momento di riflessione per recuperare il buon senso. Giocare col fuoco non conviene a nessuno in questo continente o, meglio, conviene solo agli Stati Uniti, a nessun altro" ha concluso Chávez.

 

12/05/2008 peacereporter  

Presidente Chavez lancia accuse contro

il cancelliere tedesco Merkel
 

 
Durante il suo intervento televisivo settimanale, il presidente venezuelano Hugo Chavez ha attaccato pesantemente il cancelliere tedesco Angela Merkel, sostenendo che l'Unione Cristiano Democratica, il partito della Merkel, è portatrice della stessa ideologia di destra che produsse Hitler e il nazismo. Nel corso dello stesso programma, Chavez si sarebbe bloccato all'ultimo momento prima di proseguire gli attacchi contro il capo del governo tedesco, che nei giorni scorsi aveva invitato gli altri Paesi sudamericani a non rafforzare i propri rapporti con il Venezuela.

 

11/05/2008 Rca news (MS)


Provocazione spagnola contro il Venezuela: secondo El Pais (PSOE) Chavez finanziò FARC


Il presidente venezuelano Hugo Chavez "ha finanziato a armato le Forze armate rivoluzionarie colombiane (FARC)". A muovere l'accusa e' il quotidiano spagnolo 'El Pais', espressione del Partito Socialista al governo, sulla base di documenti - denunciati come dei falsi da Caracas - ottenuti dal governo colombiano che in più occasioni ha accusato Chavez di contiguità con le FARC. Sulla base di alcuni file che sarebbero stati trovati sul computer del numero due delle FARC, Raul Reyes, ucciso il 1 marzo scorso dalle truppe colombiane in territorio dell'Ecuador, El Pais scrive che "l'8 novembre (2007) Chavez ricevette a Caracas Luciano Marin, conosciuto come 'Ivan Marquez', dirigente delle FARC". L'incontro era stato organizzato ufficialmente, sostiene il Pais, "per promuovere un accordo per uno scambio tra i 44 ostaggi (tra cui Ingrid Betancourt)", nelle mani delle FARC e, "i 500 guerriglieri prigionieri di Bogota'". In realtà in quell'occasione Chavez "approvò la richiesta di 300 milioni di dollari (194 di euro) avanzata dai guerriglieri marxisti".
In aggiunta Chavez, sostiene sempre El Pais, consentì alle FARC di ricevere "nella regione (venezuelana) dell'Orinoco un carico di armi inviato da due trafficanti australiani".
Caracas ha respinto le accuse sostenendo che i presunti file trovati sul pc di Reyes sono falsi: "Non riconosciamo la validità di questi documenti", ha dichiarato l'ambasciatore venezuelano a Washington, Bernardo Alvarez, perché "sono falsi e fanno parte di un tentativo di screditare il governo venezuelano".

Il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha assicurato che il Governo della Colombia tenta di provocare il suo paese per scatenare una guerra e "giustificare" un intervento degli Stati Uniti, ha reso noto AFP.

 

"Il Governo della Colombia è capace di provocare una guerra contro il Venezuela per giustificare l’intervento degli Stati Uniti in Venezuela. Il presidente (Alvaro) Uribe deve pensare molto bene fin dove vuole andare e io lo richiamo alla riflessione pubblicamente”, ha dichiarato ancora.

 

"Allarmo il continente, il popolo venezuelano, e le Forze Armate sulle intenzioni del Governo della Colombia di provocarci per farci la guerra”, ha dichiarato Chávez nel suo programma radio e TV Aló, Presidente.

 

"Come crede di ristabilire le relazioni con i suoi vicini, il governo colombiano? Le sole buone relazioni che ha sono quelle con gli Stati uniti e alla fine nemmeno con gli Stati Uniti, dove non gli hanno approvato il Trattato di Libero Commercio”.

 

Mentre le forze politiche si preparano per le elezioni regionali, appaiono in Venezuela alcuni dati riferiti ai piani diretti al confronto antidemocratico contro il governo dal presidente Hugo Chavez.

 

Un aspetto chiave, denunciato da Chavez, include l'utilizzo della Polizia Internazionale (INTERPOL) per cercare di legittimare i documenti ipoteticamente trovati nel computer del numero due delle FARC, Raul Reyes, ucciso il 1 marzo scorso dalle truppe colombiane in territorio dell'Ecuador.


Davanti alla versione che l’INTERPOL divulgherà, il 5 giugno, in una relazione che avalla le accuse contro il Venezuela di appoggiare le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), Chavez ha denunciato l'esistenza di una manovra organizzata dagli Stati Uniti.


Benché il mandatario consideri che si tratta di “una vera ridicolaggine” ha chiesto di “fare attenzione” a partire dagli antecedenti dell'invasione in Iraq, quando si inventò l'esistenza di armi di distruzione di massa, per giustificare l'aggressione militare.  


La manovra, che si realizza con la partecipazione del governo colombiano, secondo le autorità venezuelane, è correlata con le prime minacce dei movimenti separatisti locali per cercare di ripetere la recente esperienza dell'opposizione boliviana.  


Nell'occidentale stato di Zulia, il gruppo conosciuto come “Rumbo Proprio” , col possibile appoggio del governatore Manuel Rosales, ha presentato  una proposta autonomista, considerata un'azione separatista compresa in un progetto ancora maggiore.  


Nel suo più recente programma radiotelevisivo Aló Presidente, Chavez ha esposto l'esistenza di un progetto per dividere il Venezuela in tre regioni.  

La prima sarebbe formata dagli stati occidentali Apure, Barinas, Merida, Tachira e Zulia; la seconda si chiamerebbe “arco orientale”: Bolivar, Delta Amacuro, Monagas, Sucre e Nueva Esparta e la terza “l'asse centrale” con Aragua, Miranda e Carabobo.  


Entrambe le strategie potrebbero confluire nel caso di un avanzamento dell'opposizione in alcune di queste regioni nelle elezioni dei governatori e sindaci, per portare ad una situazione che cercherebbe di assediare il governo centrale.  


Il presunto vincolo con le FARC aprirebbe la possibilità di un'azione militare a partire dal carattere terrorista che i governi degli Stati Uniti e della Colombia vogliono dare al movimento armato colombiano.  


Di fronte a ciò, le autorità venezuelane contano sull’appoggio dichiarato delle forze armate - che hanno affermato che affronteranno qualunque aggressione o tentativo di dividere la nazione - ed un forte appoggio popolare alla gestione del presidente Chavez.


Un sondaggio dell'Istituto venezuelano di Analisi dei Dati dal 23 aprile al 2 maggio, diffuso questa settimana, indica che l’appoggio alla gestione di Chavez raggiunge il 68,8%.  


Col proposito di garantire il trionfo nelle elezioni regionali di novembre, il PSUV ha iniziato oggi un processo, inedito nel paese, di scegliere i suoi candidati da elezioni fatte nella base, che si apre con un processo di libera auto-proposta.  


Il prossimo 1 giugno si realizzeranno elezioni di base e risulteranno eletti gli aspiranti con più del 50% dei voti od il 15% di vantaggio sul secondo posto.  


In caso non si verifichi nessuno dei due requisiti, i tre candidati con il maggiore numero dei voti saranno portati alla direzione nazionale del PSUV, che deciderà chi sarà il candidato. Secondo il presidente Chavez, un trionfo nelle elezioni  regionali si trasforma adesso in un’operazione urgente per mantenere la pace nel paese sud-americano, dal momento che una vittoria dell'opposizione aprirebbe uno spazio ad un tentativo di divisione della nazione.  

 

Da Maracaibo, nello stato di Zulia, il presidente ha detto: "Abbiamo una sola Patria libera e sovrana. il Venezuela non si frammenterà mai, nonostante l’affanno di qualche controrivoluzionario e oligarca del paese. Consiglio di pensare bene ai passi che fanno a quegli individui che cercano di dividere il Venezuela e che stanno gestendo piani in questa direzione”, ha segnalato, per indicare poi che: “Non riusciranno a dividerci. Non tollereremo una divisione politica del nostro paese e questo proposito contro la nazione significherebbe guerra”!

 

Nella trasmissione Chávez ha anche segnalato le conquiste sociali delle due dozzine di missioni comunitarie patrocinate dal governo del Venezuela negli ultimi cinque anni.