19 dicembre '08 -  www.granma.cu

 

Il Blocco è senza futuro

Raúl Castro: "Cuba è pronta per un dialogo tra uguali"
 

 

 

Il presidente Raúl Castro ha sottolineato la preparazione del popolo cubano per affrontare il blocco che manca di prospettive ed ha ripetuto la disposizione al dialogo con gli Stati Uniti in assoluta uguaglianza di condizioni.

 

"Da quasi 50 anni dura tutto questo ed è ora che finisca, perchè è agonizzante", ha dichiarato parlando con la stampa durante la visita ufficiale in Brasile, invitato dal presidente Luiz Inácio Lula da Silva.

 

"Se ci chiediamo il perchè del blocco e per che cosa il blocco, a meno che non si tratti di una vendetta incomprensibile contro un popolo che non ha mai aggredito gli Stati Uniti, tutto questo agonizza ulteriormente, dopo il Vertice che si è appena concluso a Sauípe, in Salvador de Bahía.

 

"Ci si deve preparare, perchè il blocco non ha prospettive e il signor presidente degli Stati Uniti ha detto nella sua campagna elettorale che lo renderà più blando, ma che si manterrà e questo è offrire il bastone e la carota", ha detto ancora Raúl Castro, ricordando che più del 70% dei cittadini di Cuba sono nati sotto le condizioni di blocco e le limitazioni che questo impone.

 

"Voglio dire che noi siamo allenati e siamo preparati contro il blocco e contro gli uragani, che oggi sono più frequenti e saranno sempre più poderosi. Niente ci ha sconfitto, neanche il colonialismo spagnolo quando concentrarono 300000 soldati alla fine del XIX secolo nell’ultima guerra dell’epoca. Il signor Obama, presidente degli USA al quale riconosciamo le sue virtù, deve sapere che adesso è il momento della verità", ha aggiunto.

 

"Perchè non si elimina il blocco? La signora Madeleine Albright, ex segretaria di Stato nell’amministrazione di William Clinton, disse che per ottenerlo Cuba doveva fare dei gesti. Gesti di che genere? Gesti perchè? Gesti da parte del paese aggredito e anche piccolo...".

 

Raúl Castro ha rivelato d’aver ricevuto una lettera da un ex presidente: "Che annunciava che ci saranno dei cambi "se faremo dei gesti pubblici" ed io gli ho immediatamente risposto con lo stesso affetto espresso nella sua lettera che l’epoca dei gesti è terminata, è finito con Cuba il tempo dei gesti", ha sottolineato il presidente cubano.

 

"I gesti devono essere bilaterali, quelli unilaterali sono finiti".

 

Queste parole sono state pronunciate durante un pranzo offerto a Itamaraty.

 

"In America Latina siamo maggiorenni e vogliamo parlare con la nostra voce, di Cuba e con tutto il continente, cominciando dal Brasile, che è il fratello maggiore. Da ogni disgrazia si deve trarre un vantaggio. La disgrazia di questa crisi economica e finanziaria e di ogni altro tipo, ci deve dare per lo meno il vantaggio d’eliminare questa tutela mondiale da parte loro (gli USA) e di alcuni paesi dell’Unione Europea che ancora ci guardano dall’alto in basso. Chi vuole continuare con l’atteggiamento del passato lo rispetteremo, ma si dovrà abituare a vivere nel pluralismo", ha commentato alla stampa nella sede del ministero degli esteri del Brasile.

 

"A voi può sembrare strano che un comunista cubano parli così, ma io conosco la falsa unanimità. Il mondo sarebbe molto noioso se tutti pensassimo allo stesso modo, e la differenza è una virtù, ma quel che si deve saper fare è portare avanti le differenze rispettando gli altri, esigendo il rispetto.

 

Questo è il problema del blocco e noi aspetteremo con pazienza. Voi avete sentito i nostri discorsi, includendo quello di Salvador de Bahía; io non ho mai pronunciato la parola imperialismo, cosa rara, perchè la pronunciamo da mezzo secolo e tutto il mondo la conosce.

 

Stiamo vedendo le conseguenze di quello che è questo sistema e Cuba è preparata, è uno dei paesi, per differenti ragioni, preparati ad affrontare questa crisi che è abbastanza complicata e che nessuno sa quando terminerà".

 

Ad una domanda sui controrivoluzionari nell’Isola, Raúl Castro ha risposto in maniera categorica: "Di che dissidenti si parla? Questa storia la conosco fin troppo bene, come so dei 57 milioni di dollari approvati l’anno scorso dal Congresso degli Stati Uniti per pagare questi agenti. Questo è il ruolo che svolgono e questi sono i detti dissidenti. Perchè non parlate dei Cinque Eroi nostri che non hanno fatto niente contro gli Stati Uniti e sono reclusi da più di dieci anni, uno condannato a due ergastoli"?

 

Il presidente di Cuba ha precisato: " Abbiamo già detto che siamo disposti a parlare con il signor Obama dove e quando lui deciderà, ma in assoluta uguaglianza di condizioni e senza la minima ombra sulla nostra sovranità.