Il 2008, a Cuba
• 365 giorni che non entrano in un anno

 

 

24 dicembre 2009 - G.B.Estorino www.granma.cu

 

 

Ognuno degli anni trascorsi a Cuba dal 1959 supera le dimensioni del tempo. Molto di più nel 2008, per motivi speciali.

 

Il 28 gennaio abbiamo commemorato il 155° Anniversario della nascita di José Martí, da cui ereditiamo il pensiero antimperialista con cui abbiamo costruito e difeso questa trincea di idee di fronte alla guerra economica dell’impero, che negli ultimi 365 giorni è stato sempre più brutale, nonostante aver ricevuto, per la 17a occasione consecutiva, il rifiuto maggioritario dell’Assemblea Generale dell’ONU, questa volta con una cifra record di 185 paesi.

 

E’ stato un anno di elezioni generale per i delegati alle assemblee generali ed i deputati all’Assemblea Nazionale, con un’affluenza alle urne del 96,89% degli aventi diritto, il 91% dei quali ha risposto al voto unito per tutti i candidati, come dimostrazione della coesione e della fiducia nella Rivoluzione, cifra che nessun altra democrazia può esibire.

 

Il 18 febbraio abbiamo ricevuto quel commovente, ma anche singolare messaggio d’altruismo e modestia del Capo di sempre, di Fidel: "Ai miei amatissimi compatrioti che mi hanno dato l’immenso onore di eleggermi recentemente come membro del Parlamento, nel cui seno si devono adottare accordi importanti per il destino della nostra Rivoluzione, comunico che non aspiro e non accetterò l’incarico di presidente del Consiglio di Stato e di Comandante in Capo".

 

Ci aveva preparato, ma non per questo la sua decisione non ci ha commosso, soprattutto, per la sua grandezza etica e politica, per il suo incrollabile spirito di lotta: "Voglio solo combattere come un soldato delle idee. Continuerò a scrivere intitolando Le riflessioni del compagno Fidel".

 

Ecco nuovamente chi credeva o voleva credere che la Rivoluzione sarebbe venuta meno, perché non capiscono o non vogliono capire che le sue radici sono nel popolo.

 

Con il 100% dei voti dei deputati, il 24 febbraio, l’Assemblea Nazionale ha eletto Raúl Castro Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri.

 

"Assumo la responsabilità che mi viene affidata con la convinzione che, come ho affermato molte volte, il Comandate in Capo della Rivoluzione Cubana è uno solo" ha detto ed ha aggiunto in seguito "Sicuro di esprimere i sentimenti del nostro popolo, sollecito l’Assemblea, quale organo supremo del potere dello Stato, affinché per le decisioni di speciale importanza per il futuro della nazione, soprattutto quelle legate alla difesa, alla politica estera e allo sviluppo socioeconomico del paese, mi permetta di continuare a consultare il leader della Rivoluzione, il compagno Fidel Castro Ruz".

 

Nel 2008 è stato commemorato anche l’80° compleanno del Che, il 14 giugno. Il Guerrigliero Eroico è sembrato più vivo che mai, al compiersi, un mese prima, in una simbolica coincidenza, i 45 anni dall’inizio dell’aiuto internazionalista cubano in materia di salute. Dal 1963, quando partì la prima brigata verso l’Algeria, fino all’arrivo quest’anno di un contingente nella provincia cinese di Sichuan, per soccorrere le vittime del terremoto, oltre 140mila collaboratori medici dell’Isola hanno prestato servizio in nazioni dell’America Latina, dei Caraibi, dell’Africa e dell’Asia.

 

Però se si tratta di simbolismi ed anniversari, bisogna ricordare che abbiamo celebrato il 55° Anniversario di un avvenimento che ha segnato l’inizio di una nuova era nella storia di Cuba: l’assalto alle caserme Moncada e Carlos Manuel de Céspedes, della tirannia di Fulgencio Batista, da parte di un gruppo di giovani comandati da Fidel.

 

"La nostra battaglia di oggi è la stessa iniziata il 26 Luglio 1953, solo che con nuovi scenari, ad una scala superiore ed ora in difesa delle grandi conquiste raggiunte durante mezzo secolo", ha detto Raúl nel corso della cerimonia centrale per la commemorazione, a Santiago de Cuba, di fronte ad un Moncada convertito, dopo il trionfo del 1959, in una città scolastica.

 

E precisamente per difendere queste conquiste e proteggerci dalle azioni criminali organizzate ed eseguite dal territorio degli Stati Uniti, cinque eroi antiterroristi cubani hanno compiuto a settembre dieci anni di prigionia nelle carceri dell’impero. Progressivamente che si diffonde la verità del caso, cresce la solidarietà internazione con questi compatrioti, anche all’intero del popolo nordamericano. Attualmente, ci sono oltre 340 comitati per la libertà dei Cinque, distribuiti in 190 nazioni.

 

Sono stati 365 giorni in cui abbiamo lavorato duro nella continuità di una rivoluzione energetica che rappresenta un esempio per il resto del mondo; nella costruzione di nuove opere sociali; nell’estensione dei servizi sanitari d’eccellenza a tutta la popolazione, inclusi i più isolati villaggi del paese…

 

E nel mezzo di tutto ciò, nell’ultimo quarto dell’anno, tre intensi uragani hanno colpito Cuba in meno di due mesi: Gustav, Ike e Paloma. Le perdite già raggiungono, secondo gli ultimi calcoli, i 10 milioni di dollari. Centinaia di migliaia di case distrutte, campi devastati, severi danni alle reti elettriche e delle telecomunicazioni… Ma nessuno è rimasto abbandonato. Milioni di persone sono state protette. Se purtroppo si è registrato la perdita di sette vite umane, è stato a causa della non osservanza delle misure indicate dalla Protezione Civile.

 

E lì c’era il Comanda in Capo di questa battaglia d’idee, rispondendo all’ipocrita e meschina offerta di 100mila dollari da parte degli USA, che inoltre esigevano un’ispezione previa in sito per comprovare i danni: "E’ ovvio che il Governo di quel paese non può comprendere che la dignità di un popolo non ha prezzo".

 

Raúl ha percorso le zone colpite, ha dialogato con i disastrati "Abbiate fiducia nella Rivoluzione, come noi abbiamo fiducia in voi".

 

E con questa fiducia abbiamo lavorato duro nel recupero, avanzando rapidamente.

 

Ma tutto ciò non sembra entrare in un anno, misurato in termini di tempo.