La nostra battaglia di oggi é

la stessa iniziata il 26 luglio

 

Discorso pronunciato dal Generale dell' Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente del Consiglio di Stato e dei Ministri, nell'atto centrale in commemorazione del 55esimo Anniversario dell' assalto alle caserme Moncada y Carlos Manuel de Céspedes

 

Ciudad Escolar 26 di Julio, Santiago de Cuba, 26 luglio 2008

“Año 50 de la Revolución”



Cittadine e cittadini di Santiago;

 

Compatrioti:

 

55 anni sono un breve periodo nella vita di un popolo, ma sufficienti per confermare che il 26 di Luglio marcò l'inizio di una nuova era nella storia cubana.

 

Fidel, nel suo fondamentale intervento nella cerimonia commemorativa del XX Anniversario, anch'essa in Santiago di Cuba, ricordò questi incendiari versi del distaccato dirigente comunista e notevole intellettuale Rubén Martínez Villena:

 

" Ci vuole una carica per ammazzare i birbanti

e terminare l’opera delle rivoluzioni.

Per vendicare i morti che vengono oltraggiati,

per pulire la crosta tenace del colonialismo,

per non rendere inutili, con un destino umiliante

lo sforzo, la fame, la ferita e la morte.

Perchè la Repubblica si mantenga da sè

per realizzare il sogno di marmo di Martí,

perchè i nostri figli non mendichino in ginocchio

la Patria che i genitori conquistarono in piedi”.

 

E concluse il suo discorso affermando:

“Rubén: il 26 di Luglio fu la carica che tu chiedevi”.

 

Molte difficoltà e momenti difficili hanno affrontato i cubani da quel memorabile atto del 1973. Solo le profonde convinzioni e la ferma volontà di resistere e vincere del nostro popolo, hanno reso possibile celebrare con orgoglio ed ottimismo questo nuovo anniversario.

 

Il quotidiano Granma ha avuto la felice iniziativa di riprodurre, recentemente, in 15 parti, il detto intervento. Ciò  che rende inutile fare riferimenti  agli antecedenti, cause, condizioni e conseguenze dell'assalto alle caserme Moncada e Carlos Manuel de Céspedes, esposte dal Capo della Rivoluzione in quel giorno con irripetibile sintesi.

 

Quel discorso, oltre ad una solida analisi del passato e del presente di allora, costituisce una accurata e precisa valutazione delle dure realtà che  il futuro ci preparava ed il modo di affrontarlo.

 

Un giorno come oggi, nel 1973, Fidel affermò che l'unica salvezza per i popoli Latinoamericani stava nell'unirsi e liberarsi del dominio imperialista, poiché solo così avrebbero potuto occupare un posto tra le grandi comunità umane.

 

E riferendosi alla nostra regione, aggiunse ciò che segue:

 

"Solo questo ci darà le forze per affrontare i giganteschi problemi alimentari, economici, sociali e umani di una popolazione che ascenderà a 600 milioni tra 25 anni. Solo questo renderà possibile la nostra partecipazione alla rivoluzione scientifico-tecnica che costituirà la vita del futuro. Solo questo ci farà liberi".

 

Più avanti avvertì:

 

"... il lusso e lo spreco delle società capitaliste sviluppate esauriscono risorse naturali non recuperabili, come il petrolio, il cui prezzo minaccia di alzarsi straordinariamente". Fin qui sue parole.

 

Pare detto oggi e fu 35 anni fa. Con ragione Abdelazís Bouteflica, intimo amico di Cuba e Presidente della sorella Algeria, espresse in una occasione:

 

"Abbiamo tenuto l'immenso privilegio di tener come amico il compagno Fidel, che ci ha mai abbandonato. Fidel tiene la rara qualità di viaggiare nel futuro, ritornare e spiegarlo", ha affermato.

 

 

IL PAESE HA FATTO GRANDI SFORZI PER

SVILUPPARE LE PROVINCE ORIENTALI

 

 

I 55 anni trascorsi dal 26 luglio del 1953, hanno ampiamente giustificato perché si scelse l'Oriente, e in particolare Santiago de Cuba e Bayamo, per iniziare l'allora non conclusa Rivoluzione cubana. In questa terra indomita di mambises e ribelli, come in tutta Cuba, permangono vive le gloriose tradizioni patriottiche e rivoluzionarie del nostro pueblo.

 

Il paese, dallo stesso anno 1959, ha fatto grandi sforzi per sviluppare le province orientali, dove oggi vive il 35% di tutta la popolazione, ma ancora rimane svantaggiato rispetto al resto della nazione. Il periodo speciale e i disastri naturali che ci hanno  colpito con particolare forza, hanno inoltre influito sul  fatto che non abbiamo potuto avanzare con maggiore celerità.

 

Siamo coscienti della grande quantità di problemi che ancora rimangono da risolvere, la maggioranza dei quali colpiscono in maniera diretta la popolazione. Tuttavia, dobbiamo riconoscere che negli ultimi tempi si é fatto buon uso e veloce delle limitate risorse che il paese ha potuto addizionalmente consegnare alla regione orientale.

 

Esempio di ciò é la ristrutturazione di numerose installazioni che migliorano la qualità della vita della popolazione e contribuisce all'educazione e ricreazione.

 

Va a buon ritmo una opera che interessa molto i santiagueri, iniziata lo scorso anno: la ricostruzione ed ampliamento dell'acquedotto. Questo vecchio e grave problema deve essere definitivamente risolto nel 2010, quando tutta la città avrà risolto la fornitura quotidiana di acqua.

 

Resterà per il 2011 concludere la riabilitazione degli acquedotti de El Cobre e El Cristo, che anche avranno acqua giornalmente, e la costruzione della conduttura di 25 km da la diga Carlos Manuel de Céspedes fino la Gilbert, che garantirà una fonte addizionale davanti a grandi siccità.

 

Ad ora si sono terminati 370 km di reti e 593 km di allacciamenti, circa la terza parte dei necessari, che già ha permesso beneficiare qualcosa più di 26mila case dove risiedono circa 111mila santiagueros.

 

Inoltre si stanno concludendo 24,6 km di grandi condutture, circa il 17% del totale da costruire. Prossimamente si concluderà la modernizzazione dell'impianto potabilizzatore Quintero Uno, che innalzerà la qualità dell'acqua che si somministra.

 

Si possiede il materiale che richiedono questi lavori, e per impiegarlo ottimamente deve organizzarsi il doppio turno, sempre che risulti consigliabile e tenendo in conto inoltre di causare il minor fastidio possibile alla popolazione, poiché una buona parte del lavoro da eseguire é dentro la città. Il principio é aprire lo scavo e immediatamente porre i tubi e il prima possibile eseguire le prove, ristabilire la via.

 

Controlleremo mese per mese la tempistica di esecuzione di queste opere, che furono firmate dai massimi responsabili delle istituzioni coinvolte. Vale a dire, Fidel Figueroa, ministro delle Costruzioni; René Mesa, presidente dell'Istituto Nazionale delle Risorse Idrauliche; e Rolando Yero, presidente del Poder Popular in questa provincia che sono presenti, e se non adempiono, ve li diamo perché gli facciate quello che stimiate pertinente.

 

No si lavora solo qui, anche si lavora con le 27 brigate che si sono create a questo fine, negli acquedotti di Holguín, Baracoa, Tunas e altre province orientali, così come in quello della capitale del paese, Camagüey e vari altri  nell' occidente e centro dell'isola.

 

Include inoltre le decine di villaggi e piccole comunità.

 

Avverto che a misura che si distribuisce più acqua, più si avrà che risparmiarla. E' una risorsa molto preziosa ed imprescindibile per tutti. Pertanto, bisogna impiegarla con maggiore razionalità.

 

E' stato anche necessario lavorare molto forte e con urgenza nel recupero dei viali, buona parte di essi praticamente distrutti dalla tormenta tropicale Noel alla fine dello scorso anno. E' molto ciò che resta da fare, ma nonostante la limitazione delle risorse, solo nelle province orientali e Camagüey sono stati ricostruiti circa 3550 km di cammini e strade, e la totalità dei 120 km di vie ferrate danneggiate, inclusi la maggior parte dei ponti e altre opere di fabbrica di considerevole grandezza.

 

 

I TRAVASI PERMETTERANNO MANOVRARE CON L'ACQUA DA UNA PROVINCIA ALL'ALTRA

 

 

Si lavora ugualmente in vari travasi per tutta la nazione, che sono, in sintesi, opere che permettono manovrare con l'acqua da una provincia alle altre. Di ciò, per la sua importanza, hanno informato in ampio reportage i nostri media.

 

Menzionerò solo il chiamato travaso est-ovest in Holguín, che prosegue ora a buon ritmo. Prossimamente sarà inaugurata la sua prima tappa, che permetterà la fornitura stabile di acqua  alla capitale provinciale e altre località, nella stessa misura in cui va concludendosi il ristabilimento delle reti.

 

Le brigate che eseguono queste opere hanno il materiale  necessario. Inoltre si é considerevolmente incrementato la capacità di produzione di tubi di polietilene di alta densità, con la costruzione delle fabbriche di Holguín e Città de La Habana, che si aggiungono a quella di Ciego de Ávila che funziona da alcuni anni.

 

E' un gigantesco investimento che si porta a termine con lo sguardo non solo al presente, ma specialmente al futuro. Qualcosa di straordinaria importanza in una isola lunga e stretta come la nostra, dove le acque vanno rapide al mare e ci vediamo ciclicamente sottomessi a periodi di intensa siccità, che potremmo alleviare trasferendo le risorse idriche, includendo quelle esistenti nei massicci montagnosi, attraverso grandi tunnel.

 

Una previsione che tutti noi apprezziamo, in particolare per le generazioni future, a queste toccherà vivere in un mondo dove l'acqua potabile sarà una risorsa ogni volta più scarsa e costosa.

 

Pertanto, molti prevedono che le guerre di domani saranno motivate dalla conquista delle riserve di questa risorsa naturale insostituibile. Già oggi sono combattute guerre per il petrolio.

 

 

INVESTIRE IN SETTORI CHE GENERINO UTILITA'

NEL MINORE TEMPO POSSIBILE

 

 

Tra i nuovi investimenti in corso in collaborazione con il Venezuela, ha un posto notevole la Petrolchimica: l'aumento della raffinazione del petrolio, la produzione di fertilizzanti e fabbricazione di resine sintetiche noto come il PVC, che viene utilizzato, tra altri usi, per la Petrocase, di cui già se ne stanno costruendo 100 nel Reparto Risueño  di questa città, simili a quelle costruite a Cienfuegos, nel quadro di prove condotte nelle nostro condizioni ambientali.


Abbiamo affrontato inoltre, in alcuni casi con le nostre risorse e in altri con società straniere, significativi ampliamenti nel settore del nichel, del cemento e minerario. Molte di queste  opere saranno qui a Santiago de Cuba e in altre province orientali, anche se sono sparse in tutto il paese. Per esempio, già si prepara l'espansione della raffineria "Hermanos Diaz" per più che raddoppiare l'attuale capacità, che sarà in grado di fornire prodotti derivati dal petrolio a tutto l'oriente cubano.


Come abbiamo detto lo scorso 11 c.m. in Parlamento, è uno straordinario sforzo per investire le risorse esistenti in settori che generano profitti nel più breve tempo possibile. Come non mai ci deve essere uno stretto coordinamento tra gli investitori, costruttori e progettisti per ottenere la maggiore efficienza e concludere ogni opera nel tempo convenuto.


Non dimenticare che siamo nel bel mezzo di una vera crisi mondiale che non è solo economica, è anche associata al cambiamento climatico, l'irrazionale uso di energia e crescenti problemi di tutti i tipi.
Si tratta di una situazione che colpisce tutte le nazioni e in maniera particolarmente drammatica i popoli del Terzo Mondo. Vi sono forti chiamate di avvertimento di organismi internazionali come l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), il cui direttore generale ci ha visitato alcuni giorni fa e ha denunciato, in modo coraggiosa e solidi argomenti, la gravità di questa crisi con conseguenze imprevedibili .


Di fronte a questa crisi rimangono passivi i leader dei paesi ricchi e le grandi società trasnazionali, un atteggiamento non solo egoista ed irresponsabile, ma anche suicida, poiché lo vogliano o no, tutti viviamo in questo piccolo - piccolissimo - pianeta.


Anche il Presidente della Banca Mondiale, un'organizzazione che nessuno qualificherebbe come in opposizione al capitalismo, ha fatto pressione, un paio di giorni fa, sui paesi industrializzati a partecipare nella soluzione del problema. Ha solo trovato orecchie sorde, pur proponendo contribuire al Programma Alimentare dell'ONU  con la ridicola cifra di 500 milioni di $. Sia la Banca Mondiale come il Fondo Monetario Internazionale affermano che la situazione alimentare è grave e la peggiora la politica degli Stati Uniti di promozione degli agrocombustibili.

 

 

DOBBIAMO OPPORTUNAMENTE SPIEGARE

LE DIFFICOLTA'AL NOSTRO POPOLO

 

 

La maggioranza del nostro popolo ha dimostrato di avere conoscenze e la maturità sufficiente per capire queste realtà che sono semplicemente inevitabili. Altre persone, tuttavia, pretendono ostinatamente chiudere gli occhi davanti ai problemi del mondo.


Ribadisco che la Rivoluzione ha fatto e continuerà a fare quanto è in suo potere per andare avanti e di ridurre al minimo le inevitabili conseguenze per la popolazione dell'attuale crisi internazionale. Tuttavia, dobbiamo spiegare opportunamente al nostro popolo le difficoltà in modo che possiamo prepararci ad affrontarle. Dobbiamo abituarci non solo a ricevere buone notizie.


Alcune opinioni espresse in merito al progetto di Legge sulla Sicurezza Sociale dimostrano che è necessario continuare a informare su questo tema di importanza strategica.


Il processo di studio e di consultazione con tutti i lavoratori che inizierà il prossimo settembre, prima dell'approvazione della Legge da parte dell'Assemblea Nazionale in dicembre, servirà a chiarire tutti i dubbi e fornirà l'opportunità di esprimere qualunque giudizio.


Tutti saranno ascoltati con attenzione, coincidano o no con l'opinione della maggioranza, come è stato fatto con approcci derivati dal processo di riflessione sul discorso dello scorso 26 luglio. Non aspiriamo all'unanimità, che di solito è fittizia, in questo o qualsiasi altro tema.


Tuttavia, tener presente che nel 1953, anno in cui attaccammo questa caserma e quella di Bayamo, la speranza di vita dei cubani era di 59 anni, quasi di 20 inferiore a quella attuale, il che significa che oggi viviamo 5 anni di più della media dei latino-americani e caraibici, come ho già detto all'Assemblea Nazionale, ricordare che in passato imperava l'inattività, lunghe file di disoccupati, lo sfratto dei contadini dalla terra che coltivavano e dei lavoratori dalle case perché non potevano pagare l'affitto; non dimenticare la terribile immagine di bambini fame3lici, chiedendo l'elemosina, senza scuole né medici.


Per eliminare tutta questa ingiustizia, riassunta da Fidel in "La storia mi assolverà", hanno dato la vita di migliaia di compatrioti, compresi i martiri del Moncada e Bayamo. E' bene ricordare quel quadro di miseria e di disuguaglianza che la Rivoluzione ereditò quasi mezzo secolo fa, tenendo conto del fatto che il 71% dei cubani oggi - il 71%! - é nato dopo il 1 gennaio 1959.

 

 

NON POSSIAMO CONSUMARE PIU'

DI QUELLO CHE TENIAMO

 

 

Ci mancano molte cose che vorremo dare al nostro popolo per il suo benessere, ma la realtà è molto differente da quella che ha incontrato la Rivoluzione. Ricordo che nei momenti più acuti del periodo speciale, un dirigente operaio latinoamericano, parlando ai suoi colleghi cubani, dichiarò: “Voi avrete molti problemi, ma io che conosco il mio paese e gran parte del continente, vi do un consiglio: preservate quello che avete”, avvisò.

 

Per quanto grande possa essere il nostro desiderio di risolvere ogni problema, non possiamo spendere più di quel che abbiamo. E per trarre il massimo profitto è indispensabile risparmiare tutto e in primo luogo i combustibili.

 

Ripeto quel che ha detto il Capo della Rivoluzione in questa stessa tribuna, un giorno come oggi, 35 anni fa, perchè ha una validità permanente: “ Come paese povero senza grandi risorse naturali facilmente utilizzabili, che deve lavorare duramente per guadagnarsi il pane, in un mondo dove la gran parte dei popoli vivono nella peggior povertà (...) gli obiettivi del nostro popolo in ordine materiale non possono essere molto ambiziosi”. E aggiunse:

 

“ Sarà nostro dovere nei prossimi anni elevare al massimo l’efficienza nell’utilizzo delle nostre risorse economiche e umane. Fare i conti minuziosamente delle spese e dei costi e gli errori d’idealismo che abbiamo commesso nel maneggio dell’economia li dobbiamo rettificare con coraggio”, concluse.

 

Recentemente sono stati pubblicati i Decreti Legge sulla distribuzione delle terre oziose e per la retribuzione salariale dei maestri e dei professori che ritorneranno nelle aule, un impegno che ha avuto un’importante risposta dalla popolazione. Si sta estendendo anche a un ritmo soddisfacente  l’esperienza della distribuzione diretta del latte, dal produttore alla bottega, della quale ho parlato l’anno scorso a Camagüey.

 

Lo scorso 30 giugno  stavano ricevendo latte per questa via li consumatori di 5361 botteghe, che rappresentano il 49% di quelle esistenti nei 154 municipi con la possibilità di partecipare all’esperienza.

 

Nei  primi sei mesi di quest’anno sono stati venduti in questa forma 52 milioni di litri di latte.

 

Addizionalmente, questo ha permesso di risparmiare 1800 tonnellate di combustibile, per un valore superiore a due milioni 350000 dollari, e con l’incremento della distribuzione diretta del latte, questo risparmio di combustibili sarà sempre più forte.

 

Si sta lavorando a una miglior organizzazione del trasporto dei carichi perchè è sicuro che si può risparmiare almeno il 20% del combustibile. In 16 municipi si sta sviluppando un’esperienza che consiste nel centralizzare il trasporto destinato ad assicurare i compiti  in questa istanza, salvo i casi in cui non risulti logico per il carattere delle missioni o perchè si tratta di veicoli speciali.

 

La prova dimostra che con il 30% del trasporto dei carichi  che oggi funziona si possono compiere gli stessi impegni. Si continuerà ad andare avanti con questa esperienza ad un ritmo che ne garantisca l’applicazione rigorosa, per non sciupare questa idea che ha dovuto affrontare l’inutile resistenza di alcuni. 

 

Ci sono altri passi avanti vitali nell’economia e si sta compiendo il piano di produzione del petrolio, anche se come si sa, siamo lontani dal soddisfare le nostre necessità. Inoltre una parte si produce mediante affari congiunti con imprese straniere dalle quali si deve comprare agli alti prezzi attuali il volume che corrisponde loro.

 

Sta avanzando il recupero del turismo. Sono arrivati nell’Isola sino al 25 giugno, un milione 309000 turisti, con una crescita del 14,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Fatto molto importante sono stati ridotti i costi per ogni dollaro d’entrata.

 

Si mantiene la nostra collaborazione con gli altri popoli.

 

Proprio in questa città nel dicembre di quest’anno si svolgerà il Terzo Vertice Cuba-CARICOM, con i cui integranti, i paesi dei Caraibi, esiste uno scambio crescente. Siamo certi che gli abitanti di Santiago saranno degli ospiti eccellenti.

 

Inoltre è stato deciso che proprio qui, in questa Città Eroe, si celebrerà un avvenimento straordinario: il 50º Anniversario del trionfo della Rivoluzione. Ieri, oggi e sempre Santiago è sempre Santiago!

 

 

CON LA PRODUZIONE, LA DIFESA

CONTINUERA' SENZA DISATTENZIONE

 

 

E assieme alla produzione la difesa continuerà compatta a prescindere dai risultati delle prossime elezioni negli Stati Uniti.

 

La preparazione per la difesa del paese marcia bene. Nel novembre del 2007 abbiamo realizzato con risultati soddisfacenti gli esercizi Moncada in occidente e nel centro dell’Isola; nel territorio orientale si sono effettati nel mese di giugno, dato che si è deciso di posticiparli per non danneggiare i lavori di recupero dopo le intense piogge della fine dello scorso anno.

 

L’Operazione Caguairán si sta svolgendo favorevolmente ed ha permesso di operare significativamente nella preparazione del personale delle riserve che completano le truppe regolari e dei nostri miliziani.

 

In modo simultaneo e continuato si sviluppa la preparazione ingegneristica del teatro delle operazioni militari, la modernizzazione delle armi e del resto dei mezzi, oltre alla preparazione e alla formazione degli ufficiali,  quelli che si sono laureati quest’anno, più di 200, il numero più alto degli ultimi dieci anni.

 

Si stanno creando le condizioni per realizzare con la massima qualità e rigore nel mese di novembre l’Esercizio Strategico Bastione 2008.

 

 

NON TRADIREMO MAI LA

MEMORIA DEI CADUTI 

 

 

Compagne e compagni.

 

Se immaginiamo 50 anni di tempo davanti a noi, ci sembra un lungo periodo, ma passando in rivista gli ultimi 55 anni penso che sono trascorsi molto rapidamente.

 

Nessuno di noi si sognava di star qui quando abbiamo assaltato la Moncada e neanche quando, compiendo gli ordini del Comandante in Capo, entrammo trionfanti in questa  fortezza  il 1º gennaio del 1959, esattamente 5 anni, 5 mesi e 5 giorni dopo.

 

Quasi tutti avevamo venti o trentanni, alcuni anche meno e mezzo secolo ci pareva un’eternità. Se abbiamo appreso bene qualcosa è che il tempo passa veloce. Sciuparlo per inerzia o per indecisione è una negligenza imperdonabile. Si deve approfittare di ogni minuto, apprendendo rapidi dall’esperienza e includendo gli errori commessi, che sempre apportano un insegnamento se si analizzano con profondità.

 

I problemi e i compiti fondamentali li continueremo ad analizzare con il popolo e in particolare con i lavoratori, con la stessa fiducia e chiarezza di sempre. Cercheremo le migliori soluzioni senza preoccuparci di coloro che all’estero cercano d’avere dei vantaggi per questi dibattiti. Prima o poi la verità s’impone.

 

Continueremo ad assistere, preparare ed ascoltare i nostri giovani, perchè  attuino con la fermezza, convinzione e lealtà dei nostri Cinque Eroi.

 

Siamo coscienti che corrisponde alle nuove generazioni e siamo certi che  come coloro che seguirono senza esitare Céspedes nel 1868, Martí nel 1895 e  Fidel nel 1953, saranno all’altezza del momento storico che tocca loro vivere, ugualmente difficile e glorioso.

 

Non si deve dimenticare che questa è la Rivoluzione socialista degli umili, per gli umili e con gli umili. Non tradiremo mai la memoria dei morti in combattimento, degli assassinati a Santiago di Cuba e a Bayamo 55 anni fa. Nei giorni che seguono l’assalto, questa caserma era piena di sangue in ogni luogo, dalle celle nel sotterraneo al tetto dell’edificio dove mi portarono una mattina per varie ore, quando mi condussero qui da San Luis, dove mi avevano fatto prigioniero. Non si cancellerà mai dalla mia mente l’orrenda scena del sangue già coagulato dei miei compagni disperso per tutta la terrazza.

 

Quella terribile immagine, quella macchia al nome glorioso di Guillermón Moncada la poteva lavare solo il sorriso e la felicità delle decine di migliaia di bambini che hanno studiato nelle aule di questo grande centro scolastico, una delle prime caserme della tirannia trasformata in scuola.

 

È parte del frutto dell’opera di tutto un popolo e del sacrificio di coloro che hanno offerto la vita per gi stessi ideali, dalle lotte per l’indipendenza sino al presente in Cuba o nel compimento del loro dovere internazionalista.

 

La nostra battaglia di oggi è la stessa iniziata il 26 di luglio del 1953, solo che con  nuovi scenari, a scala superiore e in difesa delle grandi conquiste realizzate in mezzo secolo.

 

Affrontiamo un nemico molto più poderoso dei soldati della tirannia nascosti dietro ai muri di questa caserma e di quella di Bayamo, ma è anche cresciuta straordinariamente la forza del nostro popolo, grazie all’unità, l’organizzazione, la coscienza  rivoluzionaria e le conoscenze realizzate.

 

Sono anche superiori i motivi per sacrificare, se è necessario, la vita nell’impegno.

 

55 anni fa un pugno di rivoluzionari cercò di conquistare  il cielo con un assalto.  Allora ci spingeva l’affanno d’eliminare l’ignominia dalla nostra terra, di compiere il proposito martiano di conquistare tutta la giustizia per il popolo.

 

A nome di tutti i patrioti di quest’Isola, dall’eroica Santiago di Cuba, culla della Rivoluzione, a te Fidel dedichiamo questo 55º Anniversario e ti diciamo che continueremo la carica che chiedeva Rubén e che tu hai iniziato il 26 di Luglio.

 

Gloria eterna ai nostri martiri!

 

Viva la Rivoluzione!

 

Viva Cuba libera!