21 novembre '08 - www.larinascita.org

GUANTANAMO

Washington, tribunale decide scarcerazione di 5 algerini

Il dipartimento di Giustizia fa ricorso e blocca la sentenza

 

 

Detenzione ingiustificata per cinque prigionieri algerini incarcerati a Guantanamo perché, a differenza di quanto è imputabile ad un sesto algerino, non esistono prove di legami con al Qaeda.

Con grande disappunto la Casa Bianca ha appreso la sentenza del tribunale federale di Washington che ha chiesto il rilascio dei detenuti. «Siamo in disaccordo con la decisione della corte, secondo cui non abbiamo prodotto sufficienti prove» tanto che il dipartimento di Giustizia farà ricorso alla Corte suprema, hanno fatto sapere dalle alte sfere. Ironia della sorte, si trattava di un giudice che, secondo indiscrezioni, era considerato favorevole all’amministrazione Bush. E ancora, accade proprio lì dove non valgono tribunali, processi, avvocati, dove le regole del gioco le stabilisce il più forte, dove si sospendono diritti civili e legali.

Un atto di giustizia doveroso, verrebbe da dire, se non fosse che il Pentagono li deteneva a Guantanamo da quasi sette anni. E una giustizia che arriva in modo così tardo e casuale è compromessa nel suo stesso valore. Ma d’altronde a Guantanamo garanzie non ce ne sono, perché lì non vige la democrazia degli uomini ma la suprema legge punitiva in nome del terrorismo.

Speriamo che il neopresidente Barak Obama lo accolga come un segnale, un monito a cui far seguire il definitivo provvedimento di chiusura di Guantanamo. «L’America non deve compiere torture. Mi sto assicurando che ciò non accada più, cosicché il Paese ritrovi la sua moralità» ha dichiarato più volte in campagna elettorale. Ma alle parole devono seguire i fatti, le decisioni. E finché non verrà specificato se e dove verranno trasferiti i detenuti del penitenziario, se verranno rilasciati o sottoposti a processo, la parola fine per questo carcere speciale a giurisdizione americana sull’isola di Cuba non potrà essere scritta.