Nazioni Unite 20 febbraio '08 - www.granma.cu

 

ONU, Cuba evidenzia le azioni

 

contro il cambio climatico

 

 

Gli sforzi di Cuba per aumentare programmi e misure di lotta al cambio climatico sono stati evidenziati durante una sessione speciale dell’Assemblea Generale dell’ONU dedicata all’analisi del tema.

 

L’ambasciatore Rodrigo Malmierca si è riferito agli efficienti sistemi di prevenzione dei disastri e alle azioni coordinate a livello nazionale e locale e adottate da Cuba, nonostante le emissioni ad effetto serra sono insignificanti.

 

Cuba contribuisce anche alla mitigazione del cambio climatico attraverso un insieme di programmi nazionali, chiamati Rivoluzione energetica, basato nel risparmio dell’energia, efficienza energetica e sviluppo di fonti rinnovabili di energia, ha segnalato il diplomatico.

 

Malmierca ha evidenziato la sostituzione di nove milioni di lampadine ad incandescenza e circa tre milioni di elettrodomestici dall’alto consumo energetico.

 

Grazie a queste misure – ha spiegato – la domanda elettrica massima è diminuita di circa 360 megawatt, che equivale al risparmio di quasi 400 milioni di dollari e aver evitato la combustione annua di 680mila tonnellate di petrolio.

 

Con questo risparmio – ha precisato – le emissioni di CO2  sono state ridotte, ogni anno, di circa 1,2 milioni di tonnellate.

 

L’ambasciatore di Cuba ha detto che per affrontare il cambio climatico è imprescindibile che i paesi sviluppati esprimano una chiara volontà e azioni concrete circa il rispetto degli accordi del Protocollo di Kyoto.

 

Il diplomatico ha considerato opportuno il dibattito dell’Assemblea Generale dopo  la Conferenza di Bali, alla quale Cuba aveva partecipato con preoccupazione, ottimismo e fiducia.

 

Ogni volta è più evidente quanto dichiarato dal presidente Fidel Castro nel 1992 “un’importante specie umana è a rischio di scomparire il rapido e progressivo venir meno delle sue condizioni naturali di vita: l’uomo”.

 

Nonostante questa preoccupazione il diplomatico ha aggiunto che “mostriamo ottimismo e fiducia perché siamo ancora a tempo di intervenire e, in principio, la maggioranza dei paesi ha espresso la volontà politica a voler contribuire”.

 

Malmierca ha qualificato come deludente e negativo che il paese che più inquina, responsabile del 25% delle emissioni del pianeta con solo il 4,7% della popolazione mondiale, abbia disconosciuto il Protocollo di Kyoto.

 

Il diplomatico, riferendosi alla posizione degli Stati Uniti, ha commentato che Washington contempla impassibile come oltre 190 nazioni si sforzano per aggiornare il protocollo.

 

Malmierca ha concluso dicendo che il cambio climatico richiede, oltre alle questioni scientifiche e tecnologiche, che si modifichi radicalmente il modello di sviluppo economico e sociale.