La SINA e la festa "guatao"

Mentre una parte significativa del popolo statunitense ha eletto Barack Obama come presidente degli Stati Uniti, i mercenari cubani a L'Avana sono stati coerenti con il denaro che ricevono e "votarono" John McCain

 

 

7 novembre '08 - D.F.Mexidor www.granma.cubaweb.cu

 

 

Un buffetto qui, un altro là. Bandiere degli Stati Uniti. Strisce colorate. Verbosità dilettantesca. Risate stereotipate. Tutto è pronto. Alle 7:00 della notte di questo 4 novembre, la residenza del capo della Sezione di Interessi di Washington all'Avana é servita da scenario per presenziare, da questo luogo, in diretta via satellite, le elezioni negli Stati Uniti.

E'stato come al solito: niente più e niente meno che i membri dei gruppuscoli controrivoluzionari interni, avvisati dalla chiamata dei loro padroni,sono andati a "votare" per un presidente che assumono come loro ed un governo che dà denaro, a palate, per la sovversione.

Erano anche presenti rappresentanti della stampa estera accreditata a L'Avana e alcuni componenti del corpo diplomatico. Ma tutto questo, in termini giornalistici, è stato di basso profilo, poiché, come ha detto un collega, "questo spettacolo dei gruppuscoli e dei funzionari della SINA è abbastanza consumato".

Di certo è che mentre le elezioni si svolgevano, e una parte significativa del popolo americano, soprattutto i nuovi elettori, giovani, rappresentanti delle minoranze, membri della classe media e classe operaia, inclinavano la bilancia a favore del senatore dell'Illinois, Barack Obama, la maggior parte dei mercenari che partecipavano al festeggiamento della SINA stavano lì per il cibo e la birra.

E all'esercitare il simbolico voto - come era da prevedere - il 64% degli elettori lì riuniti, secondo la relazione di un corrispondente, diede il suo voto per il repubblicano John McCain, il seguace delle politiche di George W.Bush, la cui prima promessa a Miami - se avesse vinto - era venire a Cuba per piantare "la bandiera della libertà". I mercenari sono stati coerenti con il denaro che ricevono.

Tuttavia, la cosa cambiò di colore e terminò come la festa del "guatao". Mentre le ore passavano e si svelava chi sarebbe stato il nuovo inquilino della Casa Bianca, gli animi si quietavano e le "provvigioni" anche.

Tanto fu che i presenti nella residenza del capo della SINA, convertita in quel momento in "Centro di convenzioni", videro il discorso di McCain, ma non quello di Obama. Pochi minuti prima dell'inizio tagliarono la trasmissione. Che grande esempio di democrazia! Dicono, anche, che appena si conobbe la vittoria di Obama  fu tale lo scoraggiamento, che si fermò il "versamento di birra" e qualcuno dei presenti dichiarò: "Andiamo signori, che è finita!".