L'ossessione cubana

 

della Casa Bianca

 

 

 

6 gennaio '08 - Salim Lamrani* www.prensa-latina.it

 

 

 

L'attuale amministrazione statunitense presieduta da George W. Bush soffre una singolare ossessione rispetto a Cuba. Nonostante la sanguinante tragedia irachena ed il fallimento dell'invasione dell'Afghanistan, Washington è più deciso che mai ad abbattere il governo de L'Avana ed instaurare un regime ai suoi ordini. L'Unione Europea, tanto rapida nel seguire i passi statunitensi quando si tratta di stigmatizzare Cuba, continua ad osservare un silenzio complice di fronte alla politica irrazionale della Casa Bianca.

Nel maggio 2004 Washington impose nuove sanzioni
economiche che hanno avuto conseguenze disastrose per la popolazione cubana. L'invio di rimesse si è limitato drasticamente. I cittadini cubani degli Stati Uniti non possono oramai mandare aiuti economici solo ai membri diretti delle loro famiglie, secondo la nuova definizione del termine che ha dato Bush. Si escludono, pertanto, tutti gli altri membri (cugini, zii, nipoti...) salvo i nonni, i genitori, i fratelli, i figli ed i coniugi.

Gli emigrati cubani non possono visitare oramai i loro parenti sull'isola più di 14 giorni ogni tre anni, nel meglio dei casi. In effetti, prima devono ottenere una autorizzazione del Dipartimento del Tesoro. Inoltre non possono portare più di 20 chili di bagaglio, né spendere a Cuba più di 50 dollari al giorno
(1).

Nel luglio 2006, il presidente Bush impiantò delle sanzioni addizionali ancora più dure.

Designò perfino Caleb McCarry come coordinatore della transizione, a somiglianza del proconsole Paul Bremmer famoso in Iraq nel 2003, e fissò il termine per disfarsi del governo cubano in 18 mesi! Dedicò un presupposto di 31 milioni di dollari per la creazione ed il rinforzo di un'opposizione interna che si aggiunge alla somma di 50 milioni di dollari prevista nel 2004 e nel 2005. Washington ha previsto, incluso, di sanzionare economicamente i paesi che investano a Cuba ed ha redatto una lista nera di funzionari da neutralizzare in una futura Cuba colonizzata nuovamente.

Si limitano sommamente gli scambi accademici, culturali, religiosi, sportivi ed umanitari tra i due paesi e le più severe sanzioni – fino a dieci anni di carcere – possono essere applicati ai trasgressori. Le spedizioni di invii si restringono ancora di più e le condizioni richieste alle imprese statunitensi per vendere i prodotti alimentari a Cuba, ogni volta sono più difficili da soddisfare
(2).

Nell’ottobre 2007, il presidente Bush ha pronunciato un discorso sommamente violento contro L'Avana sottolineando che “pochi problemi avevano sfidato [...] la nostra nazione come la situazione di Cuba” e riaffermò la sua volontà di incrementare ancora di più lo stato di assedio del quale è vittima la popolazione cubana. Lanciò anche un appello all'insurrezione destinato all'esercito
(3).

Il 19 dicembre 2007 l'Ufficio di Responsabilità Governativa degli Stati Uniti (United States Government Accountability Office – GAO) pubblicò una relazione di 96 pagine sulle conseguenze originate dall'indurimento delle sanzioni economiche contro Cuba, che considera come “la rete più sviluppata di sanzioni economiche imposta dagli Stati Uniti”. Così, i servizi doganieri (Customs and Border Protection–CBP) di Miami realizzarono ispezioni “secondarie” sul 20% dei passeggeri provenienti da Cuba nel 2007, col fine di comprovare che non importavano sigari, alcool o prodotti farmaceutici dell'isola. In comparazione, la media di ispezioni per tutti gli altri viaggiatori fu solo del 3%. Secondo il GAO, questa messa a fuoco su Cuba riduce l'attitudine dei servizi doganieri per portare a termine la loro missione che consiste nell’ostacolare che i terroristi, criminali e altri stranieri indesiderati entrino nel paese
(4).

Dal 2001 l'Ufficio di Controllo dei Beni Stranieri [OFAC] aprì ancora più investigazioni ed impose ancora più sanzioni per violazioni del bloqueo - come l'acquisto di sigari cubani - che per tutte le altre violazioni di altre sanzioni come quelle imposte all'Iran, sottolinea la relazione
(5). Più grave ancora, il GAO afferma che si scoprirono numerosi errori in grandi porti di entrata di tutta la nazione, che aumentano la possibilità per i terroristi [...] di entrare nel paese. L'uso efficiente delle risorse di ispezioni “secondarie” è indispensabile per il compimento della missione prioritaria antiterrorista dei servizi doganieri (6). La lotta contro questo terrorismo è diventata la principale priorità della CBP dagli attacchi terroristi dell’11 settembre 2001 (7).

Così, tra ottobre 2006 e marzo 2007, i servizi doganieri dell'aeroporto di Miami hanno proceduto a 1500 confische di piccole quantità di sigari, alcool e prodotti farmaceutici, nella maggior parte dei casi a passeggeri provenienti da Cuba durante delle ispezioni che durarono tra 45 minuti e tre ore. Invece, effettuarono solo 465 espropriazioni a tutti gli altri passeggeri provenienti dal resto del mondo, tra i quali hanno incontrato 211 chili di droga e 2,4 milioni di dollari in contanti
(8).

L'amministrazione Bush, invece di usare le risorse umane ed i tecnici a sua disposizione per preservare la sicurezza nazionale e lottare contro il terrorismo ed il traffico di droga, preferisce concentrare i suoi sforzi per reprimere i turisti che importano una scatola di sigari, una bottiglia di rum o delle medicine da Cuba. Questo accanimento irrazionale è ancora più grave quando si fa in detrimento della protezione dei cittadini statunitensi. In effetti, la relazione sottolineò l'importante carenza di personale della dogana che ha creato una certa vulnerabilità nel suo processo di ispezione nei porti di entrata statunitensi
(9).

La relazione insiste anche nel carattere ossessivo della politica anticubana di Washington. Così, mentre esistono più di venti programmi di sanzioni economiche contro paesi terzi, l'OFAC dedicò, tra il 2000 ed il 2006, il 61% delle sue risorse per perseguire i turisti statunitensi che hanno viaggiato a Cuba senza permesso
(10). L'OFAC realizzò 10823 investigazioni relative a violazioni delle sanzioni economiche contro Cuba e solo 6791 investigazioni per tutti gli altri programmi di sanzioni (11).

Mentre il bloqueo contro Cuba è solo uno dei più di venti programmi di sanzioni che l'OFAC amministra, le multe che impose l'OFAC per le violazioni del bloqueo contro Cuba rappresentano più del 70% delle multe totali imposte tra il 2000 ed il 2005
(12). Lo studio conclude che dal 2000, l'OFAC realizzò più investigazioni ed impose più multe per le violazioni del bloqueo cubano che per tutti gli altri – più di venti - programmi di sanzioni che applica l'agenzia (13).

Il Dipartimento del Tesoro impose multe per un totale di 8,1 milioni di dollari per le 8170 violazioni delle sanzioni contro Cuba, che rappresenta una media di 992 dollari per violazione. La maggior parte di queste violazioni erano relativamente minori, come comprare sigari cubani per Internet
(14).

Il GAO esortò le autorità governative, ed al segretario della Sicurezza Nazionale in questione perché destinassero con priorità le risorse umane dei servizi della dogana alla sicurezza del paese e non alle ispezioni secondarie dei viaggiatori che ritornano da Cuba.

Ha anche chiesto all'OFAC che desse prova di più equilibrio nell'amministrazione delle sanzioni economiche e si concentrasse prioritariamente sui paesi inclusi nel sospetto di terrorismo, la proliferazione di armi ed il traffico di droga
(15).

Gli Stati Uniti sono risoluti ad abbattere il governo cubano e non hanno nessuno scrupolo nell’infliggere un trattamento crudele ed inumano ai settori più vulnerabili della popolazione dell'isola, per raggiungere il suo obiettivo. Persiste nell’applicare una politica anacronistica ed illegale che viola i diritti fondamentali dei cubani ed in aggiunta mette in pericolo la sua stessa sicurezza. Respinte per l'immensa maggioranza della comunità internazionale, le sanzioni economiche sono fallite da quasi mezzo secolo ed illustrano l'incapacità di Washington per accettare l'indipendenza e la sovranità di Cuba.
 

 

 

Note

(1) Colin L. Powell, Commission for Assistance to a Free Cuba, (Washington: United States Department of State, mayo de 2004). www.state.gov/documents/organization/32334.pdf (sitio consultado el 7 mayo de 2004), pp. 40-41.

(2) Condoleezza Rice & Carlos Gutierrez, Commission for Assistance to a Free Cuba, (Washington: United States Department of State, julio de 2006). www.cafc.gov/documents/organization/68166.pdf (sitio consultado el 12 de julio de 2006), pp. 19, 24, 25, 27 ; Salim Lamrani, Cuba face à l’Empire (Genève: Editions Timéli, 2006), pp. 139-54.

(3) George W. Bush, «Remarks by the President on Cuba Policy», Office of the Press Secretary, The Miami Herald, 24 de octubre de 2007.

(4) The United States Government Accountability Office, Economic Sanctions. Agencies Face Competing Priorities in enforcing the U.S. Embargo on Cuba, Report to Congressional Requesters, noviembre de 2007. http://www.gao.gov/new.items/d0880.pdf (sitio consultado el 21 de diciembre de 2007), introducción, pp. 1, 6.

(5) Ibid., introducción.

(6) Ibid., p. 6.

(7) Ibid., p. 18.

(8) Ibid., p. 44.

(9) Ibid.

(10) Ibid., p. 6.

(11) Ibid., pp. 45-46.

(12) Ibid., p. 7.

(13) Ibid., p. 9.

(14) Ibid., p. 48.

(15) Ibid., p. 61.

 



Salim Lamrani è professore, scrittore e giornalista francese, specialista delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti. Ha pubblicato i libri: Washington contre Cuba (Pantin: Le Temps des Cerises, 2005), Cuba face à l’Empire (Genève: Timeli, 2006) e Fidel Castro, Cuba et les Etats-Unis (Pantin: Le Temps des Cerises, 2006).

Contatto: lamranisalim@yahoo.fr

 

tradotto da Ida Garberi