La casa dei Cinque cubani

 

 

18 marzo '09 -  Ida Garberi* www.prensa-latina.it

 

 

Chi, come me, ha deciso di dedicare molti dei suoi sforzi per la liberazione dalle carceri nordamericane di Cinque uomini cubani prigionieri politici dell’impero, sa che loro hanno molte case sparse per il mondo, molte famiglie, di tante etnie diverse, dai colori delle pelle dalle tonalità più differenti e dalle lingue più dissimili, però con un solo desiderio, quello di rivederli al più presto fra le braccia della loro “Cuba querida”. Una delle loro tante case cubane è la Casa dello Studente nella CUJAE, dove, a partire dal 22 gennaio 2009, i terzi giovedì di tutti mesi, i lottatori per i Cinque si incontreranno affinché l’arte sia la nostra voce che diffonde la notizia e rompe il muro del silenzio, ed il suono di una chitarra o qualsiasi altra manifestazione culturale divenga il messaggio di pace e di speranza.

L’organizzazione dell’incontro è stato a carico del Comitato di Solidarietà dei Cinque nella Città Universitaria Josè Antonio Echeverria (CUJAE), un istituto politecnico de L’Avana, che ha patrocinato questa attività per attivare l’accordo del 2° incontro della Rete di Università in Solidarietà con i Cinque, che ha considerato l’arte una via per attrarre i compagni solidali ad unirsi nella lotta.

Le anime del gruppo di solidarietà con i Cinque della CUJAE sono Julian Gutierrez e Gilda Vega, che in un pomeriggio gelido di gennaio, ci aspettavano a braccia aperte, insieme ad un gruppo numeroso di studenti provenienti da diversi paesi dell’America Latina, oltre che da Cuba.

Infatti, in questo grande complesso universitario (398000 m²) che comprende più di 40 edificazioni, studiano circa 11500 studenti, di cui 2400 vi sono alloggiati e di questi 400 sono ragazzi stranieri e vengono da 64 nazioni di tutto il mondo.

Per me, che è la prima volta che partecipavo personalmente alla Rete delle Università in Solidarietà per i Cinque, infatti io faccio parte del Comitato Internazionale di Libertà per i Cinque, è stato emozionante dare un volto vivo a quei compagni che sempre seguo in internet ed ammiro per il loro incessante lavoro.

Quando Julian mi ha convocato a questo incontro culturale, per me è stato quasi immediato pensare di poter aiutare affinché questa riunione fosse ancora più emotiva, invitando il cantautore cileno Galo Espinoza, che si incontrava a Cuba in vacanza, in occasione del 50°anniversario della Rivoluzione Cubana.

Lui suona nel gruppo Cristal Andino, un insieme musicale cileno-svedese, ed è capace, con la sua musica, di far vibrare molto forte i cuori degli ascoltatori.

Durante un breve momento musicale che Galo ha regalato nella Fragua Martiana, per gli alunni dell’Università della Terza Età della sede di Centro Habana, uno stupendo studente gli ha gridato, dopo averlo ascoltato, “finalmente Victor Jara è potuto tornare a cantare”, commuovendo profondamente l’artista, che ha quasi dovuto interrompere l’attuazione per l’emozione.

Le sue canzoni trattano temi molto scottanti, come la denuncia dell’impunità dei crimini dell’Operazione Condor, inni di appoggio e forza viva al Che ed al suo Uomo Nuovo, un inno rivoluzionario per il popolo cubano….. “ti regalo la mia canzone per il tuo camminare di amore, conseguente convinzione e salvezza del genere umano”.

Galo ha affermato, parlando ai presenti, quando in seguito ha cantato questa canzone scritta per Cuba, “Caminar de Amor” che per il tragico momento che si sta vivendo nella Striscia di Gaza, la sua voce era per il popolo palestinese.

Io ho potuto conoscere Galo grazie al volo invisibile della farfalla della cultura cubana, Celia Hart Santamaria, scomparsa recentemente, amica indimenticabile di entrambe, che continua a tessere fili invisibili per riunire e potenziare le forze dei rivoluzionari più sinceri nel mondo intero.

Celia sarebbe stata la prima ad accorrere ad un invito fatto dai giovani, lei che era una delle forze motrici principali del Comitato Internazionale per la Libertà dei Cinque, e con la sua carica travolgente cercava sempre di coinvolgere le forze nuove, le sole che possono continuare il cammino della Rivoluzione Cubana e renderlo impenetrabile al capitalismo.

Nell’atrio della Casa dello Studente, l’ambiente veniva “riscaldato” dalla proiezione, su di un grande schermo, delle pitture di Antonio Guerrero, delle caricature di Gerardo Hernandez (due dei Cinque cubani) e alcune foto attuali dei Cinque prigionieri politici.

Dopo alcune brevi parole di introduzione di Julian, il conduttore Ameneiros ha continuato presentando alternativamente letture di frammenti delle lettere dei Cinque (interpretate da studenti, lavoratori del centro e persone della comunità), con canzoni e poesie.

Un duo di studenti peruviani della Facoltà di Medicina “Salvador Allende”, facendosi accompagnare da una chitarra, hanno letto la poesia “Cautivos en libertad” nella voce di Arianna Campero.

I trovatori che si sono susseguiti nel pomeriggio hanno riscaldato con forza la lotta affinché i nostri Cinque fratelli possano tornare al più presto alla loro patria.

Il caso ha voluto che la colonna sonora del pomeriggio fosse quasi tutta composta da musicisti cileni: Carlos ed Edmundo, studenti della CUJAE, ci hanno regalato canzoni di Silvio Rodriguez e Victor Jara; Fernando Encina, studente dell’Università Cilena in visita a Cuba, ha prestato la sua voce a “Vuelvo” di Victor Jara; Galo ci ha cantato quattro dei suoi brani, dedicati appunto alla Rivoluzione Cubana, al suo esempio fondamentale che sta permettendo il risveglio dei popoli dell’America Latina ed ha promesso di continuare il suo impegno con la solidarietà con Cuba e per la liberazione dei Cinque.

L’ultimo pezzo, “Levantate”, scritto da Galo diversi anni fa, dopo questo suo viaggio a Cuba, è rimasto dedicato per sempre alla nostra amica Celia Hart Santamaria, anche se continuerà ad essere un inno per tutti i ribelli del pianeta, perché non si arrendano mai davanti al potere capitalista, uno stimolo universale a non abbandonare la lotta…. “Ribellati, ribellati, non mi dire che sei solo ed hai paura, ribellati, ribellati vieni con me a costruire l’Uomo Nuovo”.

Il pomeriggio musicale è terminato con un cantautore cubano, Danilo Vasquez, che ha dedicato la sua musica all’Umanità, contro l’ingiustizia, ha cantato a Fidel Castro, al Che Guevara ed a Gesù Cristo: tre uomini conseguenti che sono sempre stati dalla parte dei più deboli e di quelli che soffrono.

Le ultime parole sono state di Gilda, che ha letto la lettera di Gerardo Hernandez, del settembre del 2008, dedicata a tutti i solidali del mondo, scritta dopo il risultato dell’appello di Atlanta, che ha confermato le sanzioni di Gerardo e René, mentre ha rinviato a giudizio i casi di Ramon, Antonio e Fernando.

A questo punto nessuno poteva percepire il freddo atmosferico, tutti eravamo più che sicuri che la forza della solidarietà riporterà i nostri fratelli alle loro case, perché (come afferma il motto della Rete delle Università per i Cinque) “ogni giorno che i Cinque passano in prigione è un affronto a tutte le persone oneste che lottano per un mondo migliore”, e noi non possiamo permetterlo, perché come ci ha insegnato il Che Guevara….. “soprattutto siate sempre capaci di percepire nel più profondo del cuore qualsiasi ingiustizia commessa contro qualsiasi persona in qualunque parte del mondo, è la qualità più bella di un rivoluzionario”.
 


* l’autrice è la responsabile della pagina web in italiano di Prensa Latina