Corrispondenza tra Antonio Guerrero

 

e Giustino di Celmo

 

26 gennaio '09 - G.Minuti www.granma.cu

 

 

Giustino Di Celmo, il padre del giovane Fabio ucciso il 4 settembre del 1997 dall’esplosione di una bomba posta nel lobby di un hotel de L’Avana da un mercenario, al soldo di Posada Carriles, a sua volta agli ordini dalla CIA, ha risposto in modo peculiare ad un messaggio di Antonio Guerrero, uno dei Cinque Eroi, che gli ha scritto dalla prigione d’alta sicurezza in cui è ingiustamente detenuto negli USA.

 

Antonio ha scritto a Giustino :

 

"Felice 2009! Viva la Rivoluzione! Le sue lettere sono sempre molto incoraggianti per me, piene di fraternità e spirito di lotta e giustizia. A nome dei Cinque le invio, a Lei e a tutta la sua famiglia, i nostri auguri di salute e felicità in questo nuovo anno che sarà pieno di sfide e nuove vittorie. Un forte abbraccio, Antonio Guerriero”.

 

Questa è la lettera di Giustino, una lettera aperta di risposta all’Eroe prigioniero politico dell’impero:

 

“Salutando te, saluto anche gli altri quattro Eroi che si mantengono fermi nelle prigioni dell’imperialismo, coscienti di questa enorme ingiustizia!

 

Ti scrivo e ricordo d’aver conosciuto sulla mia pelle quando avevo 24 anni la prigione per la sentenza  di un giudice inglese e di uno nordamericano che, a Napoli, la mia città, nel 1944, mi condannarono per aver violato il coprifuoco imposto dagli occupanti del mio paese nella II Guerra Mondiale.

 

Mi condannarono a sette anni di prigione, ma ne scontai solamente due, grazie al Segretario Generale del Partito Comunista Italiano, Palmiro Togliatti, nominato allora ministro alla Giustizia del primo governo della mia patria, alla fine della guerra. Ho letto con molto piacere il tuo messaggio, accompagnato da un bel dipinto del Tocororo, l’uccello simbolo di Cuba, l’Isola che mi accoglie come se io fossi nato qui.

 

Posato su un ramo nel bosco libero di Cuba, è un bel simbolo che dice anche che tu sei un poeta del pennello.

 

Ti auguro il meglio dell’universo che è la libertà e ugualmente agli altri quattro Eroi e molta felicità per le vostre famigli in questo nuovo anno.

 

In queste ore termina un incubo nel mondo e speriamo che non ne cominci uno uguale. Tutto il pianeta è assetato di giustizia, di pace, d’amore, di tranquillità, di purezza ambientale, di lavoro, di salute, educazione, di case, di cibo e si sa già bene chi sono i principali colpevoli di tutto questo. 

 

Nello stesso tempo, però, vedo una cosa grandiosa ed eccezionale che sta avvenendo nell’America che José Martí, per differenziarla da quella anglo sassone, chiamò “Nuestra” e che Simón Bolivar sognò come lui. È l’unità e parlo dell’integrazione graduale che si sta forgiando nei paesi latinoamericani e dell’inclusione di Cuba nel Gruppo di Río, sintomi che i tempi stanno cambiando a favore degli umili.

 

Il primo raggio di sole dei prossimi giorni dovrebbe chiarire l’oscurità imposta sull’ingiustizia mostruosa della vostra detenzione, una protesta della gran maggioranza dei popoli. Chiedo il castigo meritato per i colpevoli di genocidio e di terrorismo ed in particolare che la legge ricada con forza su coloro che provocarono la morte delle 3.478 persone, che perpetrarono azioni di terroristiche contro Cuba. Tra gli uccisi il mio figlio minore, Fabio.

 

Grazie per il tuo messaggio stimolante che mi giunge mentre sto per compiere 88 anni ed anche se non è possibile essere felici se si è reclusi ingiustamente, io ti auguro felicità per questo 2009, estesa ai tuoi fratelli  nella nobile lotta e tra le crudeli sbarre. Vi ammira e vi apprezza, Giustino di Celmo”.