Il messaggio di René

González Sehwerert

 

19 giugno '09 - www.granma.cu

 

 

Cari compatrioti e Amici del Mondo:

 

ancora una volta la maschera giudiziaria della società più ipocrita mai costruita è caduta, lasciando allo scoperto il vero viso dell' imperialismo nordamericano e schiaffeggiando la coscienza del mondo con un cinico messaggio: non saranno le loro stesse leggi quelle che impediranno di garantire l’impunità per i loro terroristi.

 

Non c’è voluto molto per comprendere quello che nell’argot dello   establishment nordamericano significa - almeno quando si tratta di Cuba - la parola cambio.

 

L’ordito di crimini, genocidi, arroganze e bassezze sulle quali è stata intessuta la psiche di questo impero non si disferà per l’elezione di un carismatico presidente, opportunamente preso in un settore sempre oppresso del popolo nordamericano. Per noi Cinque, sottomessi da più di dieci anni a maltrattamenti vili e spregevoli, non è altro che la reiterazione d’una favoletta familiare. Non importa quanto  siano caduti in baso coloro che ci hanno catturato. Potranno sempre dimostrarci la loro capacità  di scendere sempre più giù.  Per noi e le nostre famiglie gia qualsiasi momento è troppo tardi per ricevere giustizia  e lo è anche per i popoli nativi decimati, per i paesi i cui territori sono stati usurpati, per i milioni d’esseri umani bruciati da bombe incendiarie o per i desaparecidos delle dittature complici, o i torturati con la consulenza dell’ufficiale yankee o massacrati in tutto il mondo per appetiti corporativi... È troppo tardi per fare giustizia per le migliaia  di  vittime  del terrorismo contro Cuba, terrorismo la cui prevenzione e stata il nostro imperdonabile crimine.

 

Di fronte a questi milioni di vittime, bambini innocenti di tutte le età, cittadini di tutte le razze e religioni  trasformati, sotto le più dissimili ed ordinarie circostanze, in danni collaterali, esseri umanai privati dell’elementare diritto alla vita, nella sicurezza delle loro case, nel seno delle loro famiglie, strappati brutalmente e senza avviso dalla quotidianità, noi Cinque siamo fortunati: siamo Cinque soldati, occupanti consenzienti e orgogliosi d’una trincea, che abbiamo scelto di sollevarci per qualcosa prima di cadere per niente, specchio vivo della morale di un popolo in cui il nemico vede riflessa, pieno d’impotenza e di rabbia, la sua mancanza di valori, la sua povertà di spirito, la fragilità della sua auto-immagine e tutte le sue miserie. Siamo Cinque Rivoluzionari cubani che non potranno piegare mai  e dovranno vivere ogni giorno con l’umiliazione d’essere incapaci di capire il perchè.

 

Per i popoli di tutto il mondo, la sfacciataggine di questo processo, la reiterazione di una vecchia lezione. Affrontiamo un impero che non risparmierà qualsiasi crimine se solo capirà che gli sarà utile. Non ci saranno considerazioni etiche o clamori universali che lo faranno fermare, ma solo il prezzo che imporrà loro la resistenza.

 

Per il popolo di Cuba, al quale è indirizzato questo atto di vendetta, è un nuovo richiamo a serrare le fila, a non credere alle apparenze, ad aspettarsi sempre il peggio dall’aggressore, a non cedere all’edificazione d’una società in cui l’¡ipocrisia, il revanscismo, l’indignazione, la menzogna e la vigliaccheria che hanno fomentato  un processo come il nostro, siano, come lo sono nel vicino impero, virtù cittadine.

 

Questa sarà la sola misura di giustizia degna di tutte le sue vittime.

 

Hasta la Victoria Siempre!

 

René González Sehwerert