Voci contro l’infamia

 

16 giugno '09 - D.F.Mexidor www.granma.cu

 

 

" Non  abbiamo  mai  posto  le  nostre  speranze  nel  sistema

COMUNICATO STAMPA CONTRO LA DECISIONE DELLA CORTE SUPREMA DEGLI STATI UNITI

L’Associazione nazionale di Amicizia Italia-Cuba esprime il proprio sdegno per la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di rigettare la revisione del processo nei confronti dei Cinque eroi cubani detenuti illegalmente da oltre 10 anni nelle carceri Usa.
Una decisione per la quale la Corte suprema non ha dato motivazione alcuna che getta una nuova ed ennesima pesante vergogna sulla democrazia statunitense.
La politica estera e le relazioni con Cuba non sono cambiate e la gestione di Obama non si dissocia di molto da quella di Bush. La giustizia statunitense ha perso ancora una volta l’opportunità di porre rimedio a un processo ritenuto ingiusto da giuristi e personalità di tutto il mondo
Continueremo con la nostra solidarietà a batterci con Cuba per ottenere la liberazione dei Cinque cubani che, come unica colpa, hanno quella di aver difeso il proprio popolo da azioni di terrorismo provenienti dalla Florida.

Segreteria Nazionale Associazione di Amicizia Italia-Cuba

giudiziario degli Stati Uniti, ma oggi è una giornata marcata per sempre come uno dei giorni di vergogna per la giurisprudenza degli Stati Uniti”, ha scritto via e-mail a Granma, Alicia Jrapko, quando ha conosciuto la decisione della Corte Suprema di non rivedere  il caso dei Cinque  antiterroristi cubani, prigionieri politici dell’impero dal 12 settembre del 1998.

 

 

LA  MARCIA A SAN FRANCISCO

 

 

Alicia Jrapko, residente in California e attivista per la libertà dei Cinque ha commentato che migliaia di persone di tutto il mondo condannano questa nuova infamia del governo di Barack Obama ed ha sottolineato che:

 

“La nostra responsabilità, di noi cittadini che viviamo negli USA ora è molto più grande e più forte e dev’essere  sempre più forte il nostro impegno per far tornare a casa Gerardo, Ramón, Fernando, Antonio e Renè”.

 

Precisamente a San Francisco, in California, è stata organizzata una marcia di fronte agli uffici amministrativi del governo federale e della Corte. 

 

I partecipanti portavano cartelli con le immagini dei Cinque e con scritte per reclamare giustizia.

 

 

È SEMPRE STATO UN CASO POLITICO

 

 

A  Miami, l’Alleanza Martiana, ha emesso una dichiarazione nella quale si dichiara che: “Dopo il rifiuto della Corte Suprema di rivedere il caso, è evidente per i milioni di persone nel mondo che conoscono i dettagli del processo contro i Cinque che questo caso non ha nulla a che vedere con la giustizia ed è sempre stato solo un caso politico.

 

L’Alleanza ratifica che i governi degli USA, dal trionfo della Rivoluzione cubana nel 1959, hanno attuato contro il popolo di Cuba con una politica d’aggressione permanente. 

 

Adesso la sola soluzione possibile, cioè la libertà immediata dei Cinque, è un ordine presidenziale, un diritto costituzionale del presidente  degli Stati Uniti”, dice ancora il testo.

 

GRANDE RIPERCUSSIONE PER IL RIFIUTO

DELLA CORTE SUPREMA USA

 

16 giugno '09 - www.granma.cu

 


Il rifiuto della Corte Suprema degli Stati Uniti di rivedere il caso dei Cinque cubani prigionieri in questo paese per lottare contro il terrorismo ha provocato un’immediata ripercussione nei mass media internazionali.

 

I giudici hanno lasciato intatte le lunghe ed arbitrarie condanne al carcere contro Ramón Labañino, Antonio Guerrero, Fernando González, René González e Gerardo Hernández, nonostante l’appello della comunità internazionale – inclusi 10 Premi Nobel – affinché la richiesta di revisione fosse accolta dal massimo tribunale nordamericano.

 

L’emittente regionale TeleSur ha sottolineato che la difesa dei Cinque, prigionieri dal 1998, aveva richiesto alla principale Corte degli USA di considerare la risoluzione giudiziaria, spiegando che non erano stati sottoposti ad un giusto processo a Miami, dove risiede il nucleo della controrivoluzione cubana.

 

Aggiunge che questi patrioti cubani sono stati condannati nel 2001, da un Tribunale di Miami, a pene detentive che vanno dai 15 anni a due ergastoli.

 

TeleSur segnala che la decisione ignora le richieste avanzate da buona parte del mondo, anche di personalità riconosciute a livello internazionale.

 

L’agenzia argentina Telam informa che gli avvocati della difesa avevano esposto che i cubani non avevano ricevuto un giusto processo, argomento respinto dalla Corte, senza fare commenti al riguardo.

 

Los Tiempos.com riferisce che la Corte Suprema degli USA ha rigettato la richiesta di rivedere la condanne contro i Cinque, che sostengono di aver ricevuto un ingiusto processo a causa delle pressioni anticubane a Miami.

 

La decisione, continua, lascia intatte le condanne contro questi uomini, nonostante le richieste di alcuni Premi Nobel ed altri gruppi di attivisti.

 

Anche le agenzie stampa hanno fatto eco alla notizia, come la nordamericana AP, la britannica Reuters e la spagnola EFE.

 

La Presidenza del Parlamento cubano, dopo aver esortato a moltiplicare la lotta per i Cinque, ha denunciato in una dichiarazione che la massima istanza giudiziaria negli USA ha annunciato, senza fornire ulteriori spiegazioni, la decisione di non rivedere il caso.

 

Il documento sottolinea che i giudici hanno fatto quello che ha chiesto l’Amministrazione del presidente Barack Obama, cosa che evidenzia, per l’ennesima volta, l’arbitrarietà di un sistema corrotto ed ipocrita ed il suo crudele accanimento contro i Cinque eroi cubani.