Il presidente boliviano accusa

il TLC degli scontri in Perù

 

15 giugno '09 - www.rinascita.org

 

     

Il presidente boliviano, Evo Morales, ha affermato che gli scontri tra polizia ed indigeni peruviani a Bagua sono colpa del Trattato di Libero Commercio (TLC) che Lima ha sottoscritto con Washington, ha reso noto il quotidiano Cambio.

 

Il quotidiano statale precisa che Morales ha rilasciato questa dichiarazione durante la chiusura dell’Assemblea Consultiva dei 34 popoli indigeni dell’Oriente, Chaco ed Amazzonia boliviana.

 

“Adesso non vengono le multinazionali a fare la guerra con le nostre risorse naturali. Quanto è successo in Perù, ne sono convinto, è il genocidio del TLC, la privatizzazione, la consegna delle selve amazzoniche alle multinazionali”, ha sottolineato il presidente d’origine aimara.

 

Secondo le notizie ufficiali, 11 contadini e 22 poliziotti sono morti negli scontri della scorsa settimana. Gli indigeni del Perù hanno iniziato le loro proteste il 9 aprile, in opposizione ai decreti emessi dal Governo di Alan Garcia per l’esecuzione del TLC con gli Stati Uniti.

 

Le norme regolano l’uso delle risorse forestali ed idriche, e facilitano alle compagnie lo sfruttamento del petrolio e del gas, permettendo, secondo gli indigeni, la privatizzazione dei boschi e delle risorse idriche.

 

Morales ha riferito che l’ingerenza straniera ha pregiudicato le nazioni dell’America Latina ed ha sempre portato lutti, aggiunge il quotidiano.

 

In tal senso si è riferito alla Guerra del Chaco, che 74 anni fa a visto la Bolivia scontrarsi con il Paraguay. “Non si scontrarono le Forze Armate dei nostri paesi, ma era la guerra di due compagnie petrolifere, una degli Stati Uniti e l’altra dell’Inghilterra”, ha detto.

 

Morales ha difeso la proposta di un Trattato di Commercio dei Popoli (TCP) per fare fronte ai TLC che gli Stati Uniti promuovono nella regione sudamericana.