I fatti del 2008

 

7 gennaio '09 - www.granma.cu (ABN)

 

 

Bolivia: Con l’arrivo alla presidenza di Evo Morales, la Bolivia ha raggiunto importanti progressi in materia di Diritti Umani. Con Evo Morales si afferma il consolidamento di un progetto costituzionale capace di rompere i paradigmi stabiliti, attraverso una proposta di Costituzione, nella quale gli indigeni avranno eco e spazio.

Tra i principi della nuova legge fondamentale, c’è l’eliminazione del razzismo, condizione che era stata adottata in altri tempi dal liberalismo per reprimere i settori più emarginati, attentando contro il diritto alla vita e che ha permesso i fatti di Pando, lo scorso 11 settembre.

Nel Congresso il 18 ottobre, durante una sessione storica, è stata discussa l’approvazione di una nuova carta costituzionale, il cui obiettivo primordiale è dare maggior potere agli indigeni. E’ il momento in Bolivia che tutti gli indigeni abbiano diritti, siano ascoltati ed abbiano un valore culturale all’interno della nazione.

Per questo, lo Stato ha promosso una campagna, nella quale i settori sociali avallavano la sua approvazione, giacché nel testo costituzionale la trasformazione è finalizzata all’unità nazionale.

La  nuova costituzione politica dello Stato sarà sottoposta a referendum il 25 gennaio 2008.

 

Ecuador: L’incursione delle truppe colombiane nello spazio ecuadoriano ha generato tensione tra le due nazioni, giacché l’Ecuador ha accusato la Colombia di violare un territorio straniero senza autorizzazione, essendo l’obiettivo colombiano la disarticolazione dei membri delle FARC nella nazionale ecuadoriana.

Le truppe colombiane hanno bombardato l’accampamento, nel quale si trovava il comandante delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), provocando la morte di questo ultimo e di 17 membri dell’organizzazione.

Per quest’incidente, il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, ha accusato il Governo del suo omologo colombiano, Alvaro Uribe, d’oltraggio ed aggressione.

E’ stato incrementato, inoltre, il controllo per l’entrata di stranieri attraverso la frontiera con la Colombia, al fine di evitare attivi criminali nella sua nazionale.

In risposta a quanto successo, Uribe ha ribadito la disposizione del suo Governo a rispettare gli accordi raggiunti con Quito, di riannodare immediatamente le relazioni, superare le differenze, fornire le spiegazioni necessarie e riprendere in cammino della convivenza.  

 

Haiti: Fay, Gustav, Hanna ed Ike sono stati i quattro uragani che, nel 2008, hanno colpito la povera Haiti. 800 morti, 1.200 case distrutte ed oltre un milione di disastrati è stato il bilancio del passaggio di questi fenomeni naturali.

Nel paese, con questo panorama, si è acuita la crisi alimentare. Il prezzo degli alimenti è aumentato significativamente, generando azioni di protesta tra gli abitanti che vivono con meno di un dollaro al giorno.

L’alto numero di vittime e dovuto alla quasi totale deforestazione del paese, dove la popolazione ha tagliato gli alberi in massa con l’obiettivo di produrre carbone per cucinare.

Nei mercati pubblici gli esercenti si sono lamentanti per le poche vendite a causa della mancanza di soldi tra la popolazione, mentre la fame cresce.

Due organizzazioni delle Nazioni Unite, specializzate nello sviluppo e l’agricoltura, hanno consegnato fondi per 10 milioni di dollari ai contadini haitiani di basse entrate.

Oltre 240mila piccoli produttori hanno ricevuto una serie materiali che includono sementi di ortaggi e cereali, e coperte provenienti dai paesi dell’America Latina.

 

Nicaragua: Il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN) è stato il vincitore, in Nicaragua, delle elezioni comunali del paese.

L’opposizione liberale ha respinto i risultati elettorali, considerandoli “fraudolenti” ed è stata protagonista di violente manifestazioni per le strade di Managua. Durante la giornata sono state detenute almeno 33 persone ed almeno una decina sono risultate ferite.

Il popolo è sceso in piazza a difendere il voto, facendo rispettare i risultati elettorali, che, inoltre, sono stati ratificati dal Consiglio Supremo Elettorale.

Il FSLN si ha conquistato 13 dei 16 capoluoghi di provincia chiamati alle urne.

L’opposizione, non riconoscendo la ratifica dell’ente elettorale, è ricorsa al Congresso, ma non ha raggiunto l’appoggio necessario.

Tre deputati dell’opposizione si sono rifiutati di votare una proposta di legge che pretendeva di dichiarare nulla la consulta.

Con questa decisione, agli avversari del FSLN sono mancati 47 voti per approvare la misura.