N O T I Z I E

 

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G O L P E

 

31 ottobre '09www.granma.cu

 

La resistenza antigolpista condanna

gli omicidi e i sequestri

 

 

La crisi politica per il ritorno del legittimo presidente dell’Honduras, Manuel Zelaya, potrebbe da oggi, entrare in una fase finale, ma l’ambiente nazionale continua ad essere molto teso per gli omicidi ed i sequestri avvenuti durante l’ultima settimana.

 

La resistenza antigolpista condanna gli omicidi e i sequestriIl  Fronte Nazionale di Resistenza contro il Colpo di Stato ha denunciato con un comunicato che i fatti di violenza avvenuti nel paese si perpetrano con fini politici da parte della dittatura golpista e che si sono incrementati, in un clima d’intimidazione generale che la società del paese sta vivendo, ha precisato PL.

 

In accordo con un rapporto del Comitato dei Familiari dei Detenuti Scomparsi, il regime golpista ha commesso almeno 4000 violazioni dei diritti umani, tra i quali almeno una ventina di assassini oltre alle centinaia di feriti e di detenuti.

 

Giovedì 29, al tavolo del dialogo dei rappresentanti del governo costituzionale  del regime usurpatore è stato accordato il ritorno del presidente Manuel Zelaya, con un esame nel Congresso Nazionale, e previa approvazione della Corte Suprema.

 

AFP ha informato che il patto firmato stabilisce che il Congresso Nazionale deve decidere sul ritorno di Zelaya  e che questo è uno dei 12 punti della proposta del presidente della Costa Rica, Oscar Arias, che ha partecipato ai negoziati con le due commissioni dal 7 ottobre.

 

Inoltre s’include lo stabilimento d’un governo di riconciliazione nazionale, la verifica internazionale delle elezioni del prossimo 29 novembre, una commissione della verità, la non accettazione di un’amnistia politica e la non convocazione di un’Assemblea Costituente.

 

30 ottobre '09www.granma.cu

 

Micheletti cede alle

pressioni nordamericane

 

Quando manca solo un mese per le elezioni, il presidente  golpista dell’ Honduras, Roberto Micheletti, ha accettato un accordo per far ritornare il presidente costituzionale, Manuel Zelaya al potere, previo consenso del Congresso, per porre fine alla crisi, si legge in un comunicato.

 

“Questa concessione è molto sospetta, ha detto un membro – che non vuole essere identificato - della resistenza, parlando con Cubadebate per telefono.

 

“Il golpismo necessita Zelaya nel Palazzo di Governo, fosse anche solo per bere una tazza di caffè”. 

 

Le forze della repressione del regime fascista in Honduras  continuano ad aggredire le manifestazioni pacifiche a favore del legittimo presidente del paese, ha reso noto Telesur e ci sono stati vari feriti, giovedì 29, ed almeno 10 detenuti, ha denunciato il dirigente contadino e leader del Fronte della Resistenza contro il colpo di Stato, Rafael Alegría.

 

Micheletti ha emesso la sua dichiarazione 10 ore dopo il reinizio del dialogo tra le parti, dopo quasi una settimana di sospensione per il disaccordo sulla restituzione di Zelaya, esiliato con la forza il 28 giugno, e dopo l’intensa pressione internazionale, includendo il recente viaggio di Thomas Shannon.

 

“Sulla possibile reintegrazione di Zelaya alla presidenza ( …) il mio governo ha deciso d’appoggiare una proposta che permetta un voto nel Congresso Nazionale con una previa opinione della Corte Suprema di giustizia per  retroattivare tutto il potere esecutivo”, ha precisato Micheletti.

 

“Abbiamo sempre detto che è la Corte Suprema di Giustizia che deve decidere il possibile ritorno del Signor Zelaya e capiamo che il nostro popolo reclama di superare questa pagina della storia che sta vivendo Honduras”. 

 

Un altro punto dell’accordo riguarda la formazione di un governo di riconciliazione, la negazione dell’amnistia politica, la realizzazione delle elezioni il 29 novembre ed il trasferimento dell’autorità delle Forze Armate al Tribunale Supremo Elettorale, tra gli altri punti.

 

Le due parti hanno accordato di creare una Commissione di verifica per il compimento dei punti d’accordo,  oltre ad una Commissione verità che faccia investigazioni sui fatti avvenuti durante e dopo il colpo di Stato che ha deposto Zelaya.

 

“Chiediamo alla comunità internazionale di derogare tutte le sanzioni contro l’Honduras e d’inviare osservatori internazionali alle elezioni presidenziali del 29 novembre”, ha detto ancora Micheletti.

 

“Speriamo che questo accordo permetta d’ottenere una riconciliazione tanto necessaria  e desiderata dagli honduregni”. 

 

Micheletti ha ringraziato intensamente per il contributo degli Stati Uniti, della OEA e del presidente della Costa Rica, mediatore iniziale della crisi, Oscar Arias, autore del progetto approvato questo giovedì dalla Commissione per i negoziati, di Zelaya e Micheletti.

 

29 ottobre '09www.granma.cu (JR)

 

Nuove pressioni dei repubblicani

statunitensi a favore dei golpisti
 Gli impresari statunitensi hanno ieri manifestato al Dipartimento di Stato il loro appoggio al golpe, dopo essersi riuniti con i legislatori del Partito Repubblicano a Washington

 

 

L’atteso arrivo, ieri, di una delegazione inviata dalla segretaria di Stato Hillary Clinton e presieduta da Thomas Shannon per stimolare il dialogo e gli accordi di San José, è coincisa con i nuovi sforzi dell’estrema destra repubblicana negli Stati Uniti a favore dei golpisti.

 

Secondo le riflessioni di AP, impresari statunitensi hanno ieri chiesto al Dipartimento di Stato di sospendere le avvertenze ai viaggi in Honduras ed hanno manifestato il proprio appoggio al golpe, dopo essersi riuniti con i legislatori del Partito Repubblicano a Washington.

 

Russ Summerell, identificato come impresario dell’industria peschereccia, ha detto che gli uomini d’affari non vogliono che Manuel Zelaya ritorni alla presidenza e – a dispetto della debolezza delle misure adottate contro il regime – ha manifestato che la posizione di Washington peggiora la situazione economica honduregna, principalmente nel turismo.

 

D’altra parte, un altro impresario – Lloyd Davidson, consigliere d’impresa, ha affermato che rimuovere Zelaya è stata la cosa giusta.

 

Considerazioni così precise da parte di statunitensi che non hanno nulla a che vedere con la politica non chiamano all’attenzione se si pensa che, secondo lo stesso rapporto, i rappresentanti Lincoln Díaz-Balart e Ileana Ros.Lehtinen, leader repubblicana nel Comitato degli Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti, hanno espresso il loro deciso appoggio a tali rappresentanti dell’impresa.

 

Ros-Lehtinen ha insistito che la Casa Bianca dovrebbe riconoscere le elezioni di novembre sotto il regime de facto, che non godono di credibilità di fronte alla comunità internazionale, mentre Díaz-Balart si è dichiarato “impressionato” ed “orgoglioso” delle istituzioni e della “resistenza” – riferendosi ai gorilla – rispetto a ciò che ha chiamato “la pressione” degli Stati Uniti e della comunità internazionale.

 

Nel frattempo, si è saputo attraverso Notimex, che i legislatori democratici statunitensi, d’altra parte, hanno preteso che il presidente Obama disconoscesse i comizi di novembre in Honduras, e che rompesse il silenzio sulla situazione che vige in quel paese rispetto ai diritti umani.

 

In una lettera al presidente resa nota ieri, un gruppo di 16 legislatori della Camera dei Rappresentanti, gli hanno inoltre richiesto di intensificare gli sforzi per restaurare l’ordine costituzionale in quella nazione.

 

28 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

Lontana una soluzione al colpo
di Stato in Honduras 

La Resistenza in sit-in davanti al Congresso

 

Il Fronte Nazionale contro il colpo di Stato in Honduras ha reclamato, manifestando davanti al Congresso della Repubblica, il ritorno dell'ordine costituzionale e del presidente eletto dal popolo, Manuel Zelaya. 

 

La Resistenza ha realizzato un sit-in di varie ore in una piazza vicina al palazzo legislativo, come parte delle sue azioni contro il colpo militare del 28 giugno. 

 

“Noi continueremo a manifestare per le strade per tutto il tempo necessario per ottenere  la vittoria del popolo, con o senza repressione”, ha assicurato il coordinatore generale di questa  alleanza di forze sociali e politiche, Juan Barahona, che  ha confermato che la Costituzione permette agli honduregni di manifestare senza la necessità di sollecitare permessi.

 

Inoltre  stabilisce il diritto all'insurrezione di fronte ad un governo imposto con la forza delle armi. 

 

Un'ordinanza del governo usurpatore ha imposto l'obbligo di chiedere le autorizzazioni, con un dettagliato documento, per la realizzazione di manifestazioni pubbliche, due giorni dopo l’eliminazione del coprifuoco Barahona ha confermato gli obiettivi del Fronte, che includono il ritorno della legalità democratica e del presidente deposto, Zelaya alla sua nomina con la convocazione di un'Assemblea Nazionale Costituente per rifondare la nazione. 

 

I manifestanti per ore hanno gridato slogan contro il governo e per la restituzione di Zelaya. 

 

“Siete stanchi?  Avete paura?”, domandavano i dirigenti del Fronte da un veicolo con i megafoni alla folla che ha sempre risposto: “No”. “E allora, avanti, avanti, che la lotta è costante”. 

 

I soldati dell'esercito e delle forze antisommossa hanno rafforzato la vigilanza dell'edificio del Congresso. 

 

Barahona ha annunciato che le azioni della resistenza continueranno nei quartieri della capitale ed ha convocato ad altre manifestazioni antigolpiste.

 

 

Assassinato un colonnello

delle forze armate 

 

 

Un colonnello delle forze armate dell'Honduras è stato assassinato da sconosciuti che l'aspettavano vicino a casa, nel sud della capitale, hanno reso noto i media informativi.

 

L'emittente Radio Globo ha riportato che il crimine s’inserisce nell'onda di violenza che colpisce la nazione e che l’ultimo fine settimana ha lasciato un tragico saldo di 38 morti, molti uccisi con armi da fuoco, compresi due poliziotti. 

 

Il quotidiano El Tiempo ha precisato che il colonnello, identificato come Concepcion Jimenez Gutierrez, che gestiva l'Industria Militare, è stato colpito da una pallottola nella schiena, ed è morto poco dopo in un ospedale delle Forze Armate. 

 

Il giornale ha segnalato che l'ufficiale era capo della 105° brigata dell'esercito nella città settentrionale di San Pedro Sula, tra le sue altre cariche. Fino ad ora si ignorano i moventi del delitto.

 

26 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

In Honduras aumenta

la violenza sulle donne

 

 

Gladys Lanza, una delle leader del movimento femminile d’Honduras, ha rivelato oggi a Prensa Latina che la violenza sulle donne nel paese è cresciuta di oltre il 50% successivamente al Golpe del 28 giugno passato.

 

La coordinatrice del Movimento per la Pace Visitación Padilla, ha spiegato che dopo la rottura dell’ordine costituzionale e la sospensione delle garanzie individuali, gli honduregni sono rimasti totalmente indifesi.

 

La donna ha aggiunto che le istanze create per la sicurezza dei cittadini si sono convertite al compito di perseguire, reprimere, torturare la cittadinanza e lasciare nella totale impunità gli assassini delle donne. 

 

Una ricerca del Movimento sostiene che durante quest’anno, 321 donne sono state uccise a causa della violenza in cui vive la nazione.

 

Segnala inoltre che dopo l’instaurazione della dittatura del generale Romeo Vázquez e del presidente de facto, Roberto Micheletti, “la violenza contro le donne è cresciuta in maniera incontrollabile di oltre il 50%”.

 

L’organizzazione denuncia che le istanze raggiunte dal movimento delle donne e dalle femministe, che garantivano loro di avvicinarsi alla giustizia sono scomparse, e annuncia che il Movimento delle Donne per la Pace esporrà una denuncia per questa situazione di fronte alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH).

 

Precisa inoltre che con questa azione si cercherà una condanna “al Governo illegale, che riafferma la violenza, l’imposizione, la repressione e la sottomissione, soprattutto delle donne”

 

22 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

Il golpismo avanza verso

la farsa elettorale  

 

 

La resistenza honduregna ha condannato le manovre del regime usurpatore per bloccare il dialogo  ed ha mantenuto la sua presenza per le strade, con nuove manifestazioni.

 

In un comunicato diffuso da PL, il Fronte Nazionale contro il Colpo di Stato ha avvertito che gli usurpatori usano tattiche dilatorie per giungere alla farsa elettorale del 19 novembre, senza il ripristino della legalità  ed ha reiterato che non riconoscerà le elezioni effettuate con il regime fascista incostituzionale di  Roberto Micheletti.

 

Il Fronte ha riaffermato che non riconoscerà la campagna elettorale e tanto meno i risultati del processo, sino a quando si manterrà la dittatura.

 

Il quotidiano Tiempo ha avvisato che l’esecutivo illegale ha approvato 400 milioni di lempiras addizionali (più di 21136000 dollari USA ), per finanziare la partecipazione di riservisti militari al controllo delle attività, durante la votazione e questo  rivela ulteriormente l’interesse degli usurpatori per le elezioni e che l’esercizio del voto sarà militarizzato.

 

PL ha reso noto che le relazioni del Tribunale Supremo Elettorale  indicano che è iniziata la stampa di 14 milioni di schede elettorali.

 

Per cercare di dare un apparenza democratica a queste elezioni, i magistrati dell’ente sono andati negli Stati Uniti  per formare tribunali locali in sei città nordamericane, dove si pianifica  la votazione degli honduregni emigrati, dice ancora la nota di PL.

 

I Partiti Unificación Democrática e Unidad e Innovación (PINU-SD) hanno espresso la possibilità di ritirarsi dalle elezioni se rimane l’incostituzionalità e non si permette a Manuel Zelata di ritornare, e lo stesso farà il candidato indipendente, Carlos H. Reyes, che conta sull’appoggio della resistenza e che il giornale Tiempo considera il candidato di maggior proiezione popolare.

 

Nella riunione della OEA che si è svolta mercoledì 21 a Washington, il segretario generale, José Miguel Insulza, ha affermato che questa organizzazione continuerà a realizzare gestioni per far sì che la crisi si risolva, ma ha riconosciuto che il dialogo è fermo.

 

L’ambasciatore del Venezuela presso la OEA, Roy Chaderton, ha denunciato la passività di questo foro, mentre il regime di Micheletti si burla della comunità internazionale.

 

20 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

Dirigente della resistenza assassinato

 

Un altro dirigente della resistenza antigolpista in Honduras è appena stato  assassinato con una sparatoria  nell’occidentale dipartimento di Santa Bárbara, come hanno denunciato i testimoni parlano all’emittente Radio Globo.

 

Sono già 22 le persone uccise dal 28 giugno, dopo il colpo di Stato in questa nazione centroamericana.

 

Il crimine è avvenuto a metà mattina ed i primi rapporti hanno identificato la vittima come il professor Eliseo Hernández.

 

I messaggi di testo inviati a Radio Globo con i cellulari segnalano che  Hernández aveva avuto una partecipazione attiva nella lotta pacifica per recuperare l’ordine costituzionale e far ritornare il presidente Zelaya.

 

Lunedì 19 si è svolto il funerale del dirigente sindacale Jairo Sánchez, morto per uno sparo contro di lui,  il 23 settembre, durante la repressione della polizia contro una protesta popolare.

 

Radio Globo era stata chiusa dal governo golpista lo scorso 28 settembre, due giorni dopo l’entrata in vigenza del coprifuoco, ma mantiene le trasmissioni in Internet  e lunedì 19 ha ripreso le trasmissioni

 

19 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

Chávez denuncia la complicità degli Stati

Uniti nel Colpo di Stato in Honduras

 

 

Il Presidente del Venezuela Hugo Chávez, ha denunciato, durante la Riunione dell’ALBA, che il Colpo di Stato in Honduras si stava organizzando da tempo, e che ha contato con la complicità degli Stati Uniti.

 

Nel paese centroamericano la situazione è grave, ha sottolineato Chávez riferendosi alla crisi che vive quella nazione dopo la presa del potere dal Governo de facto lo scorso 28 giugno.

 

Chávez ha affermato che dietro quell’azione usurpatrice, si nasconde una trappola dell’imperio orchestrata fin dal giorno del golpe, che la destra ha la faccia tosta di non identificare come tale, a dispetto della destituzione del Presidente costituzionale Manuel Zelaya a colpi di mitraglietta.

 

L’aereo col quale hanno espulso Zelaya dal Paese portatondolo in Costa Rica, è atterrato prima nella base militare statunitense di Palmerola, in Honduras, con la scusa di fare rifornimento, ha ricordato il Presidente.

 

In realtà, ha aggiunto, lo hanno fatto per coordinare l’azione golpista.

 

Chávez ha ripetuto che il Governo de facto in Honduras gode della compiacenza e dell’appoggio del Pentagono degli Stati Uniti, ed il Presidente Barack Obama lo dovrebbe riconoscere.

 

Per il capo di Stato venezuelano, in Honduras stanno uccidendo persone, chiudendo gli organi di stampa, e tutto con l’appoggio dell’imperio nordamericano e di alcuni Governi del continente americano i cuoi nomi ha preferito non menzionare.

 

Le basi militari che gli Stati Uniti vogliono occupare in Colombia, sono parte di ciò che si sta sperimentando in territorio honduregno, ha continuato a denunciare.

 

“Pretendono di convertire la sorella Colombia in un Israele dell’America Latina, questa è la pretesa dell’imperio, 7 basi e non di più, si tratta di una minaccia contro di noi”, ha affermato Chávez.

 

Al premio Nobel per la Pace, alludendo ad Obama, “Bisogna ricordare che sta aprendo 7 basi in Colombia”, ha assicurato il Venezuelano, che ha anche criticato l’estrema destra paraguaiana per aver discusso ed esagerato la compravendita di aerei realizzata dalla Bolivia.

 

Su queste critiche, ha anticipato ciò che si potrebbe stare tramando, che potrebbe sfociare in un azione militare simile a quella honduregna contro il Presidente del Paraguay Fernando Lugo.

 

“Non è il momento né di reclutare, né di vivere leggende” ha detto Chávez evocando una canzone popolare.

In questo senso, ha proposto di discutere la possibilità di creare un’alleanza militare – con carattere difensivo – all’interno dell’ALBA, per evitare che altri golpe come quello di Honduras si ripeta nella regione.

 

Ha infatti argomentato, che se esiste un’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO), perché non si può creare un’alleanza difensiva in quest’area?

 

Ha infine denunciato che il Colpo di Stato in Honduras è stato un colpo contro l’ALBA ed i suoi popoli, puntualizzando, durante un intervento realizzato nella seconda giornata della VII Riunione dell’ALBA, che gli Stati Uniti starebbero cercando di restaurare la destra fascista in Latinoamerica.

 

Non sto facendo un appello per una mobilitazione in Honduras, noi vogliamo la pace, ha ripetuto, ma percepisco dalle minacce dell’imperio, che hanno di nuovo paura del comunismo e dei cambi nel continente.

 

L’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nostra America (ALBA) è un meccanismo di integrazione regionale composta da Cuba, Venezuela, Bolivia, Nicaragua, Ecuador, Honduras, San Vincente e las Granadinas, Antigua e Barbuda e Domenica.

 

La resistenza condanna l’omicidio di un dirigente sindacale in Honduras

 

Il Fronte Nazionale contro il Colpo di Stato in Honduras, ha questa domenica condannato l’omicidio del dirigente sindacale Jairo Sánchez, deceduto il giorno prima, dopo essere rimasto in condizione critiche per uno proiettile ricevuto dalle forze militari il passato 22 settembre, durante una manifestazione.

 

Sánchez ed altre centinaia di persone sono state vittime della repressione degli organismi di sicurezza agli ordini del regime golpista nella capitale. Le organizzazioni in difesa dei diritti umani, hanno denunciato che anche ad altre sei persone sono state inferte ferite di arma da fuoco, come ha riportato Telesur.

 

La vittima era il Presidente del Sindacato dei Lavoratori dell’Istituto di Formazione Professionale (Sitrainfop), ha informato il coordinatore del Fronte di Resistenza, Juan Barahona, che ha affermato che questa nuova morte rientra tra gli sforzi dei golpisti per “paralizzare, mediante il terrore, la resistenza popolare”.

 

Nel frattempo, domenica seguivano le manifestazioni contro il regime, a dispetto della repressione della polizia, ha spiegato Barahona, che ha anche messo in guardia contro le pretese del Governo golpista di perpetuarsi al potere grazie alla farsa elettorale del 29 novembre prossimo, ha aggiunto PL.

 

Barahona ha spiegato che con le conversazioni cominciate lo scorso 7 ottobre, l’usurpatore Roberto Micheletti ha cercato di continuare a guadagnare tempo con tattiche dilatorie per arrivare ai comizi senza restituire l’ordine costituzionale.

 

Il portavoce ha argomentato la mancanza di volontà politica di Micheletti, attraverso la continuazione del ricorso alla repressione delle forze armate e della polizia contro le manifestazioni popolari.

 

Ha infine aggiunto che non si sono neppure demilitarizzati né il paese, né tanto meno l’Ambasciata brasiliana, nella quale si trova Manuel Zelaya, circondato dal 22 settembre scorso, dopo il suo sorprendente ritorno nel Paese il giorno precedente.

 

17 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

La resistenza sfida il coprifuoco

 

Il  Fronte Nazionale contro il colpo di Stato in Honduras ha annunciato una nuova marcia nella capitale, Tegucigalpa, dopo più di  111 giornate consecutive di lotta pacifica contro il colpo militare del 28 giugno scorso.

 

La manifestazione coincide con la tappa finale del dialogo tra rappresentanti del presidente Manuel Zelaya e del governo golpista, per cercare una via d'uscita pacifica alla crisi scatenata dagli usurpatori.

 

La manifestazione è una sfida al coprifuoco decretato il 26 settembre, sempre vigente per il rifiuto del regime golpista di pubblicare l’annunciata deroga nella  Gazzetta Ufficiale. 

 

Il coordinatore generale del Fronte, il leader sindacale Juan Barahona, ha detto a Prensa Latina che si spera che i negoziati ottengano una soluzione pacifica al conflitto. 

 

In un comunicato, il Fronte ha chiesto la sospensione delle manovre dilatorie del governo golpista al ritorno di Zelaya, una delle esigenze popolari espresse da quasi quattro mesi con la presenza pacifica per strade. 

 

Barahona ha detto che  anche quando si realizzerà questo obiettivo, la popolazione continuerà la mobilitazione per la convocazione di un'Assemblea Nazionale Costituente, che garantisca una democrazia partecipativa ed una società più giusta. 

 

Nel detto Accordo di San José, la base del dialogo tra i rappresentanti di Zelaya e dei golpisti, si stabilisce la reintegrazione dello statista, condizionata alla rinuncia della  promozione di una Costituente durante il resto del suo mandato. 

 

Barahona ha sostenuto che il Fronte rispetta la decisione di Zelaya, che non compromette la lotta della popolazione per ottenere i cambi necessari nel paese, mediante una nuova Costituzione.

 

15 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

L'ONU ripete la condanna

al colpo di Stato in Honduras

 

 

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha reiterato la condanna della ONU al colpo di Stato in Honduras ed ha incitato a trovare un accordo consensuale per risolvere la crisi nel paese.

 

In una dichiarazione, il massimo responsabile dell’organizzazione ha smentito le versioni della stampa originate in Tegucigalpa che hanno attributi al Dipartimento dei temi politici della ONU le opinioni di consulente.

 

Ban ha precisato che la posizione della ONU appare chiaramente nella risoluzione nella risoluzione 63301, approvata dall’Assemblea Generale lo scorso 1º luglio.

 

Questo documento, aggrega il comunicato ufficiale, condanna il colpo di Stato che ha interrotto l’ordine democratico e costituzionale ed il legittimo esercizio del potere in Honduras.

 

Il Segretario Generale considera altamente ingannatore il rapporto giornalistico apparso  in Honduras ed ha reiterato che i punti di vista del Dipartimento dei Temi Politici della ONU sono in stretta  linea con la risoluzione dell’Assemblea Generale.

 

Questo organo ha domandato l’immediato ritorno senza condizioni del governo costituzionale.

 

Inoltre ha chiamato tutti gli Stati a non riconoscere altro regime che non sia quello di Zelaya ed ha espresso il suo appoggio agli sforzi regionali spiegati per risolvere la crisi politica in Honduras.

 

In una dichiarazione, Ban Ki-Moon ha incitato le parti in conflitto ad evitare distrazioni e a mantenere l’attenzione, con l’obiettivo di conseguire un accordo che ponga fine alla crisi in questo paese, attraverso il dialogo.

 

14 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

Zelaya cambia un negoziatore nel dialogo

 

Il presidente dell’Honduras, Manuel Zelaya, ha cambiato uno dei suoi tre  negoziatori nel dialogo con il governo usurpatore, il combattivo leader sindacale che ha rifiutato di firmare l’accordo con cui il presidente legittimo rinuncia a convocare  l’Assemblea Costituente.

 

Juan Barahona, di 55 anni, è stato sostituito, con il suo assenso, con l’avvocato Rodil Rivera, uno degli assessori di Zelaya, all’inizio d’una ronda decisiva delle conversazioni che cercano un’uscita alla crisi scatenata dal colpo di Stato del 28 giugno.

 

Rivera si sommerà al gruppo di Zelaya integrato dai suoi ministri di Governo e del Lavoro, Víctor Meza y Mayra Mejía, rispettivamente.

 

"Non ho firmato, non sono d’accordo. Non rinunceremo mai alla Costituente, ma continuiamo ad appoggiare il presidente Zelaya”, ha affermato Barahona, annunciando che raddoppierà la lotta per le strade, per ottenere una nuova Costituzione.

 

Barahona è uno dei coordinatori del Fronte di Resistenza contro il colpo di Stato che ogni giorno realizza manifestazioni per esigere il ritorno di Zelaya e la convocazione ad un’Assemblea che riformi la Costituzione, considerando che “quella attuale serve gli interessi dell’oligarchia”.

 

Questa è stata la motivazione del colpo di Stato contro Zelaya, espulso a forza dal potere e dal paese per aver promosso una consultazione popolare che decidesse la convocazione ad una Costituente, che è stata considerata illegale dal Congresso, dalla Corte Suprema di Giustizia, dalla Procura e da altre istituzioni dello Stato.

 

Barahona insiste  che solo il ritorno al potere di Zelaya, rifugiato nell’ambasciata del Brasile da tre settimane, legittimerebbe le elezioni del 29 novembre sino ad oggi non avallate dalla comunità internazionale, se realizzate con il regime usurpatore.

 

Roberto Micheletti, illegittimo presidente fascista, ha detto che le elezioni sono la soluzione al conflitto e che Zelaya deve accettare la loro realizzazione in questa data, se sarà restituito al potere.

 

13 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

A Parigi domandano all’Unione Europea di dequalificare le elezioni honduregne

 

Un’associazione radicata in Francia che si occupa del tema dei diritti umani, ha ieri chiesto all’Unione Europea (UE) di dequalificare il processo elettorale in corso in Honduras e ha richiesto severità contro il Colpo di Stato in quel paese.

 

La Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH), che ha avuto un ruolo attivo nel caso di Ingrid Betancourt ed i detenuti della guerra in Colombia, ha scritto una lettera aperta al blocco comunitario.

 

Nel contenuto della missiva si evidenzia la sollecitudine ai Ministri degli Esteri dell’UE affinché “espellano” dal territorio europeo tutti i diplomatici honduregni che appoggiano il golpe.

 

Domanda inoltre lo stabilimento di restrizioni migratorie verso le autorità ed impresari che supportano il Governo de facto di Roberto Micheletti.

 

La lettera segnala anche che i golpisti non hanno derogato, come avevano promesso, il decreto che sospendeva le libertà costituzionali, tra le quali quella di espressione e di movimento.

“Continuano ad avvalersi di questo decreto per mantenere la censura, la repressione e l’uso eccessivo della forza contro gli oppositori al regime” ha concluso.

 

La Resistenza continua a manifestare

contro il colpo di Stato 

 

 

Il Fronte Nazionale contro il colpo di Stato in Honduras ha dichiarato lunedì 12, che continuerà a manifestare per le strade, reclamando il ritorno all’ ordine legale, nonostante la sospensione delle garanzie costituzionali  dei cittadini.

 

La decisione è stata presa dalla direzione collegiale dell’alleanza delle forze popolari e confermata da tutti coloro che le integrano in un'assemblea a Tegucigalpa.

 

“Continueremo la nostra lotta, che è di classe, per ottenere cambiamenti profondi, nonostante la repressione e le aggressioni delle forze militari e di polizia, e il coprifuoco ha affermato  il coordinatore generale del Fronte, Juan Barahona.

 

Il leader sindacale ha denunciato che il governo usurpatore  mantiene la sospensione delle garanzie costituzionali, decretata il 26 settembre, e non  ha mai fatto pubblicare nella Gazzetta Ufficiale l’annunciata deroga.

 

“Ci vogliono bloccare e rinchiudere, ma non ci riusciranno” ha detto Barahona  davanti a centinaia di  persone ben decise, che hanno risposto gridando slogan contro il colpo militare del 28 giugno ed in appoggio al legittimo presidente allontanato a forza , Manuel Zelaya.

 

“Continueremo la resistenza pacifica per le strade, nonostante la repressione e il decreto del coprifuoco, perché quando un popolo  organizzato si alza, non ci sono eserciti né polizie che possano fermarlo”, ha aggiunto.

 

La manifestazione di lunedì 12 ha preceduto la continuazione delle conversazioni tra i tre rappresentanti di Zelaya - Barahona è uno di loro- e lo stesso numero del governo fascista.

 

Barahona ha segnalato che l'obiettivo essenziale ed immediato, è la restituzione del potere al presidente Zelaya, e questo è il nodo che stabilirà il successo o il fallimento del dialogo.

 

La resistenza continuerà la sua presenza per le strade sino alla convocazione di un'Assemblea Nazionale Costituente, un diritto del popolo, ottenuto prima del Colpo di stato.

 

Il paese condanna la sommossa  militare, non per solo garantire un futuro di pace e sicurezza agli honduregni, ma anche perchè non si ripetano mai più colpi di Stato in America Latina e non si ripeta  quel che sta avvenendo in Honduras contro i governi progressisti.

 

12 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

Il Brasile continuerà ad ospitare

Zelaya nella sua ambasciata  

 

L’assessore speciale della presidenza brasiliana, Marco Aurelio García, ha affermato che il Brasile manterrà l’autorizzazione di ospitare nella sua ambasciata a Tegucigalpa il presidente dell’ Honduras, José Manuel Zelaya.

 

In una dichiarazione alla stampa, da questa capitale, García ha considerato che non sono frustrati i negoziati condotti dalla OEA, almeno  sino a che il governo usurpatore cercherà una soluzione alla crisi  provocata con il colpo di Stato del 28 giugno scorso che tolse Zelaya dal potere e dal paese. 

 

Dal 21 settembre il legittimo presidente Manuel Zelaya è ospite dell’ambasciata del Brasile, dove giunse segretamente  e dove stanno con lui circa 60 dei suoi seguaci.

 

L’assessore speciale del presidente Luiz Inácio Lula da Silva per i temi internazionali, ha segnalato che c’è una repressione da parte del governo di Micheletti per realizzare le elezioni, mantenendo  vigente il coprifuoco, ma se questo accadrà il Brasile non riconoscerà le elezioni.

 

“Non le riconosceremo noi come  la maggioranza della comunità internazionale. Non riconosceremo elezioni senza il ristabilimento del governo costituzionale e tanto meno con un coprifuoco in atto”, ha detto.

   

“Non esistono elezioni accettabili in queste condizioni”, ha sottolineato García.

 

“La posizione del governo golpista è ancora molto reticente e stanno creando una situazione molto difficile, perchè evidentemente la loro strategia è spingere verso le elezioni”, ha commentato García segnalando che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, deve approfittare del  Premio Nobel della Pace 2009 para fare pressioni sui golpisti in Honduras, per incontrare una soluzione definitiva alla crisi politica in questo paese, dato che solo Washington ha la forza di fare pressioni sul governo illegale.  “Vogliamo che aumenti questa pressione e soprattutto quella del governo nordamericano” ha aggiunto l’assessore speciale.

 

10 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

Allarmata la ONU per il reclutamento
di mercenari in Honduras

 

L'ONU ha espresso molta preoccupazione per il reclutamento di mercenari da parte di ricchi proprietari terrieri in Honduras, nel mezzo della tensione esistente nel paese, dopo il colpo di Stato del  28 giugno scorso.

 

La dichiarazione, diffusa dal gruppo di lavoro dell’organizzazione mondiale sull’utilizzo dei mercenari, sottolinea o rapporti che denunciano l’esistenza di 120 paramilitari provenienti da varie parti della regione, che lavorano a favore dei golpisti.

 

Il testo allude alle informazioni giornalistiche che si riferiscono ai paramilitari colombiani reclutati dai grandi proprietari di terre in Honduras, per proteggere le loro proprietà in caso di disturbi violenti nel paese.

 

Inoltre denuncia l’uso di apparati acustici d’alta frequenza da parte della polizia e dei mercenari contro il presidente costituzionale del paese , José Manuel Zelaya.

 

Il documento incita il governo golpista ad adottare tutte le misure necessarie per prevenire l’utilizzo dei mercenari nel suo territorio  e ad investigare le denunce esistenti al rispetto

 

9 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

Conclusa la visita della
missione della OEA

 

La missione della OEA, ha concluso la sua presenza a Tegucigalpa con quattro esigenze poste al regime usurpatore e senza ottenere nulla di palpabile , che faccia vedere più vicina la soluzione alla crisi provocata dal colpo di Stato.

 

Anche se si afferma che i ministri degli Esteri della OEA, guidati da José Miguel Insulza, hanno instaurato il dialogo tra i rappresentanti dei gorilla di Micheletti e del governo di Manuel Zelaya, le posizioni sono sempre segnate  dal rifiuto di Micheletti di restituire al legittimo presidente il suo potere, condizione “sine qua non” per l’esecutivo, per la resistenza e per la comunità internazionale che reclamano il ritorno alla costituzionalità.

 

Il ministro degli esteri della Costa Rica, Bruno Stagno, ha stimato che il dialogo iniziato con la partecipazione diretta delle parti può condurre a un superamento del conflitto, e ha domandato al regime che si restituiscano al popolo le garanzie  sospese, si riaprano tutti i media d’informazione e si assicuri ai rappresentanti di Zelaya l’accesso alla tavola delle conversazioni.  Inoltre che si garantiscano a Zelaya condizioni di vita e lavoro in accordo con la sua alta dignità.

 

In una dichiarazione per AP, Juan Barahona, coordinatore del Fronte della Resistenza e membro della rappresentazione del governo legittimo ha stimato che il dialogo è a un punto morto ed ha reiterato che i golpisti hanno tempo sino al 15 ottobre per restituire a Zelaya  il suo potere.

 

“Se non ci saranno risultati dal dialogo, non so cosa succederà dopo questa data”, ha affermato.

 

AFP ha informato che i tre rappresentanti delle due parti continueranno una nuova sessione di scambi su possibili variazioni all’Accordo de San José, con la supervisione di Stagno e di altri funzionari.

 

La repressione, l’assedio e la negazione  dei diritti dei cittadini sono mantenuti  nonostante l’eliminazione dello stato d’assedio, anche se questo non ha impedito alla resistenza di organizzare un’altra giornata di manifestazioni vicino alla sede degli incontri e di fronte all’Università Pedagogica.

 

“Stanno giocando a un dialogo con le armi, perchè questo è un dialogo d’intimidazione”, ha detto uno dei manifestanti, Miguel Aguilar, a Telesur.

 

Altre personalità dell’Honduras hanno affermato che le sessioni con la mediazione della OEA sono solo un inganno del regime usurpatore per cercare di mostrare una facciata meno dura.

 

8 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

Dodici membri del COPINH fuggono dalla persecuzione a chiedono asilo al Guatemala

 

Dodici membri del Consiglio delle Organizzazioni Popolari e Indigene di Honduras (COPINH), tra i quali 4 minorenni, sono entrati nelle prime ore della mattina nell’Ambasciata di Guatemala presente nella capitale, per chiedere asilo politico a causa della persecuzione politica della quale soffrono per colpa dell’attuale Governo de facto.

 

Il leader indigeno Salvador Zúniga ha accompagnato i contadini e le contadine che esibivano striscioni di condanna alla persecuzione, alle torture ed alla repressione esercitata dal regime de facto di Roberto Micheletti contro questi popoli ed altri come i garifuni che hanno partecipato alle proteste convocate dal Fronte Nazionale della Resistenza contro il Colpo di Stato.

 

Zúniga ha espresso che “C’è una posizione di apertura nel Governo guatemalteco, che ci ha comunicato di essere preparato a ricevere gli Honduregni che vogliano fuggire dal paese”.

 

Ha aggiunto che a causa della crisi, sono stati preparati alberghi in tutti i dipartimenti di frontiera con l’Honduras, e che il comunicato del Ministero degli Esteri del Guatemala.sembra essere molto positivo.

 

In torno alle denuncie di persecuzione esposte dai compatrioti che hanno richiesto asilo politico, il leader indigeno ha spiegato che “Stiamo vedendo morti apparire, centinaia di persone detenute, oggi ce n’è ancora più di 60, e ci sono assassini sommari, quindi ci troviamo di fronte ad una situazione tragica”.

 

Tra le persone che oggi hanno richiesto l’asilo nell’Ambasciata, ce n’è quattro che sono già state incarcerate ed uno di loro presenta cicatrici fresche di colpi alla testa e segni di tortura sulla schiena ed altri colpi. Siamo davanti ad un regime terribile, che attenta contro le nostre vite”, ha continuato Zúniga.

 

Il Ministro Consigliere dell’Ambasciata guatemalteca, Walther Noack Sierra, piuttosto colpito dalla situazione, ha ricevuto i contadini e le contadine perseguitate dalla dittatura e qualche ora più tardi, la Ministra degli Esteri del Guatemala ha emesso un comunicato.

 

La Ministra ha affermato che “Dodici cittadini honduregni si sono presentati nell’Ambasciata del Guatemala in Honduras per chiedere asilo politico”, aggiungendo che “L’articolo 27 della Costituzione Politica stabilisce che il Guatemala riconosce il diritto di asilo e lo concede d’accordo con le pratiche internazionali”.

 

Il Governo del Guatemala ha sottolineato l’arrivo della Commissione dei Ministri degli Esteri che, nell’ambito degli sforzi realizzati dall’Organizzazione degli Stati Americani (OEA), ha visitato ieri Tegucigalpa per propiziare l’instaurazione di una tavola di dialogo mirata a cercare una soluzione alla crisi politica che si vive in Honduras.

 

Il comunicato segnala che il Guatemala è rappresentato nella Commissione dal Ministro degli Esteri Haroldo Rodas Melgar.

Gli integranti del COPINH sono entrati nell’Ambasciata alle 10:00 della mattina di martedì 6 ottobre, sperando che il Governo del Guatemala approvasse la loro richiesta, I cittadini e cittadine che si trovano nell’Ambasciata sono: Lilia Margarita Portillo Pereira, Randy Castello Sánchez, Sergio Raúl Jerezano Cruz (minorenne), Mirna Elizabeth Funes Portillo, Ludi Glorineth Funez Portillo (minorenne), Julian Martinez, Yuri Ismelia Funez Portillo (minorenne), María Isaías López Lorenzo, José Francisco Sánchez Díaz, Zacarías Gutiérrez (minorenne), Martha Socorro Boquín Romero, Williams Marcelino Perdomo Alvarenga.

 

Manuel Zelaya: “Il dialogo comincia male...”

 

Il presidente costituzionale dell’Honduras, Manuel Zelaya, ha denunciato la repressione del regime usurpatore contro gli universitari che partecipavano ad una manifestazione  contro il colpo di Stato, nella stessa giornata in cui è giunta in Honduras la missione della OEA.

 

"Il dialogo sta iniziando male",  ha detto Zelaya in una conferenza stampa nell’ambasciata del Brasile a Tegucigalpa, dove si trova dal suo rientro nel paese il 21 settembre.

 

Il presidente legittimo ha lamentato l’attacco delle forze dell’esercito e della polizia contro i giovani che manifestavano pacificamente in Avenida de los Cancilleres.

 

Questo fatto, unito alla chiusura dei media dell’informazione, dimostra che coloro che hanno usurpato il potere non hanno la minima intenzione di  cambiare la situazione, ha detto ancora.

 

Zelaya riconosce lo sforzo della comunità internazionale per propiziare l’uscita dalla crisi per la via del dialogo, ma ha sottolineato la sua mancanza di fiducia sulle vere intenzioni dei golpisti.

 

“Qualsiasi soluzione al conflitto passa per il mio ritorno al  potere legittimo e se non si sarà una restituzione della presidenza prima del 15 ottobre, automaticamente resterà senza valore  l’effetto del calendario elettorale”, ha spiegato.

 

La missione della OEA ha già installato la tavola del dialogo tra i rappresentanti del governo costituzionale e quelli del regime fascista e golpista. 

 

La delegazione di Zelaya è formata dai suoi ministri di Governo e del lavoro, Víctor Meza e Mayra Mejía, rispettivamente, e dal  coordinatore del Fronte Nazionale contro il colpo di Stato, Juan Barahona.

 

I rappresentanti del capo del regime usurpatore, Roberto Micheletti, sono  Vilma Morales, ex presidentessa della Corte Suprema di Giustizia, Armando Aguilar, direttore del Banco Centrale  e l’imprenditore Arturo Corrales.

 

 

7 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

 

Zelaya designa otto

delegati per il dialogo

Cinque sono del Fronte della  Resistenza

 

Il presidente dell’Honduras, Manuel Zelaya, ha detto a Acan-Efe d’aver già designato i suoi otto rappresentanti che parteciperanno al dialogo per cercare una soluzione alla crisi politica provocata dal suo allentamento forzato, il 28 giugno scorso.

 

Tre di questi rappresentanti saranno il suo ministro di Governo (gli Interni), Víctor Meza; la vice ministra degli esteri Patricia Licona  e l’ex presidente della Commissione Nazionale delle Banche e le Assicurazioni  Seguros, Milton Jiménez, ha precisato Zelaya in conversazione  telefonica dall’ambasciata del Brasile in Tegucigalpa, dove si trova dal 21settembre.

 

Gli altri cinque delegati sono i candidati presidenziali Carlos Reyes (indipendente) e César Ham (del partito di sinistra Unificación Democrática), i sindacalisti Israel Salinas e Juan Barahona, con il dirigente Contadino  Rafael Alegría, tutti coordinatori del Fronte della Resistenza che sostiene Zelaya.

 

Sino ad ora il governo usurpatore di Roberto Micheletti non ha annunciato i suoi rappresentanti nel dialogo, la cui installazione è prevista per giovedì 8, con la presenza d’una missione di ministri degli Esteri dei paesi membri della OEA, Organizzazione degli Stati Americani.

 

Una delegazione tecnica della OEA è a Tegucigalpa da venerdì scorso, 2 ottobre,  per preparare l’agenda dei ministri degli Esteri ed altri aspetti del dialogo.

 

Zelaya  ha detto d’aver ricordato a tre eurodeputati, che si sono incontrati con lui nella missione brasiliana, che l’azione  più democratica per risolvere la crisi è la restituzione del potere a lui che è il presidente costituzionale

 

 

Zelaya denuncia la continuità
delle misure straordinarie

La resistenza popolare manterrà la lotta

 

 

Il Presidente costituzionale honduregno Manuel Zelaya, ha ieri definito come una barzelletta l’annuncio del capo del regime, Roberto Micheletti, circa la sospensione dello stato d’assedio mentre si continuano a mantenere chiusi i mezzi di informazione opposti al golpismo, come ha informato PL.

 

Il decreto è stato un trucco per cancellare i mezzi di comunicazione opposti al regime. “Non li riapriranno” ha affermato Zelaya, riferendosi alla chiusura di Radio Globo ed al canale 36 della televisione.

 

Micheletti, attraverso un decreto che ha sospeso ogni garanzia, come quella della libertà di opinione, il diritto di associazione e di riunione e la libertà di circolazione, ha ordinato alle forze di sicurezza di sgomberare entrambi gli organi di stampa e confiscare loro tutti gli strumenti e gli apparati.

 

Di fronte al ripudio nazionale ed internazionale per queste misure, la dittatura ha disposto, l’altro ieri, la derogazione del decreto, anche se la decisione sarà effettiva solo dopo la sua prossima pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

 

L’annuncio è stato realizzato da Micheletti il giorno precedente all’arrivo nel Paese della missione dell’OEA, che cercherà, di nuovo, di cercare una soluzione pacifica alla crisi creata dal Colpo di Stato del 28 giugno.

 

Il Presidente costituzionale, che si trova nell’Ambasciata brasiliana a Tegucigalpa, ha dichiarato di non avere fiducia nel dialogo con Micheletti, ed ha invitato la comunità internazionale a stare in allerta per non cadere nelle manovre del regime.

 

Zelaya considera come condizioni necessarie al dialogo, la demilitarizzazione del perimetro della sede diplomatica brasiliana, la fine della repressione contro il popolo e la riapertura dei due mezzi di stampa oppositori.

 

In un altro articolo di PL, il Fronte Nazionale contro il Colpo di Stato in Honduras ha confermato il mantenimento della sua lotta in difesa dello stato di diritto, aspettando le dichiarazioni di risoluzione della crisi mediante il dialogo.

 

I membri della resistenza compiono 101 giornate di lotta per strada, che hanno mantenuto anche nel mezzo del teso clima della sospensione delle garanzie costituzionali dallo scorso 27 settembre.
 

6 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

Senza soluzione la crisi,

a 100 giorni dal colpo di Stato 

Una terza persona al potere, è la proposta del capo golpista

 

 

Honduras ha compiuto  100 giorni dal colpo di Stato fascista, senza che si intraveda quale sarà lo scenario per dare un’uscita alla crisi creata da quando i militari hanno  espulso con la forza il presidente legittimo del paese, Manuel Zelaya.

Il presidente costituzionale, che è rientrato in segreto in Honduras il 21 settembre e si trova nell’ambasciata del Brasile, ha ripetuto che una soluzione al conflitto  passa per la restituzione del suo incarico.

 

Per Zelaya il dialogo della OEA sarà possibile solo se si potrà svolgere in un ambiente di trasparenza, franchezza e libertà.

Zelaya ha sottolineato quattro punti imperativi come condizione previa a qualsiasi condizione. Tra questi l’eliminazione dello stato d’assedio e la riapertura dei mezzi di stampa chiusi dal regime.

 

Inoltre ha reclamato la fine della persecuzione e dell’assedio attorno all’ambasciata del Brasile e la libertà d’incontrare rappresentanti di ogni settore della società del paese.

 

“Sino a che non si eliminerà lo stato d’assedio dittatoriale e non si creeranno le condizioni per il libero sviluppo delle trattative, la crisi politica continuerà a crescere, parallelamente a quella economica, che è gia galoppante”, ha detto Zelaya, riportato oggi dal quotidiano "Tiempo".

 

Il capo del regime golpista, Roberto Micheletti, che sino ora ha rifiutato d’accettare il ritorno al suo incarico di presidente di Zelaya, ha parlato di  proporre una terza persona che prenda il potere.

 

L’iniziativa  della dittatura e dei settori affini è stata scartata da diverse fasce chela considerano una manovra per prolungare la rottura dell’ordine costituzionale.

 

Il Fronte Nazionale contro il colpo di Stato, ha denunciato il tentativo dei settori coinvolti con la sommossa di promuovere uscite dalla crisi solo dalle loro posizioni e tra di loro.

 

Per il Fronte, che è formato da varie organizzazioni contadine, sindacali, indigene e popolari, ci sono due punti che non sono negoziabili: il ritorno di Zelaya e la convocazione ad un’Assemblea Nazionale Costituente.

 

Se non s’incontrerà una soluzione negoziata, il Fronte continuerà la lotta sino ad ottenere la sconfitta dei golpisti ed il ripristino dello stato di diritto.

 

 

5 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

 

Denunciato l’assassinio di due
membri della resistenza

 

 

La resistenza in Honduras e gli organismi dei diritti umani hanno condannato gli omicidi del maestro Mario Contreras, vicedirettore dell’Istituto Abelardo Fortín, e del dirigente Antonio Leiva, membri della resistenza, che sono stati uccisi in circostanze che fanno pensare alle azioni di sicari.

 

La relazione preliminare del Comitato dei Familiari dei Detenuti desaparecidos in Honduras - COFADEH - dice che il maestro  Contreras si trovava a 100 metri da casa sua quando due sconosciuti, da una moto, gli hanno sparato due volte al viso. È stato trasportato all’ospedale, ma è morto pochi minuti dopo, ha riferito Telesur.

 

Il Centro per la Prevenzione, il Trattamento e la Riabilitazione delle Vittime della Tortura e i loro familiari - CPTRT - ha affermato che la testimonianza dei familiari fa pensare che l’omicidio è stato eseguito da sicari, dato che il morto non è  stato derubato, facendo scartare l’indizio del furto.

 

L’altro membro della resistenza è stato trovato senza vita: il cadavere del dirigente Antonio Leiva, è stato scoperto en la zona de Santa Barbara, a occidente del paese.

 

Era stato rapito di mattina ed il suo corpo è stato trovato nel pomeriggio, in un villaggio della stessa zona.

 

La presidentessa del Cofadeh, Berta Oliva, ha denunciato che vari dirigenti dell’opposizione hanno ricevuto minacce di morte anonime e che vari membri dell’organizzazione temono per la propria sicurezza personale.

 

Tra i minacciati ci sono il candidato presidenziale Carlos Reyes, il leader agrario Rafael Alegría, il dirigente operaio Juan Barahona, la deputata della sinistra  Silvia Ayala e l’attivista dei diritti umani, Andrés Pavón.

 

 

 

3 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

 

OEA: Zelaya accetta un

dialogo per uscire dalla crisi

 

 

“Il governo golpista dell’Honduras ed il presidente Manuel Zelaya hanno accordato di dialogare nella  prossima settimana per cercare un’uscita dalla crisi scatenata dal colpo di Stato del 28 giugno in Honduras”, ha detto l’inviato del segretario generale della OEA, John Biehl.

 

"Ci sarà un richiamo al dialogo (...) lo farà il governo in esercizio e l’altra parte lo accetterà. Questo è accordato”, ha spiegato il diplomatico ai giornalisti, aggiungendo che per ora non ci saranno incontri diretti tra il presidente illegittimo Micheletti e Zelaya, che si trova nell’ambasciata del Brasile dal 21 settembre, dopo il suo ritorno in segreto ed a sorpresa nel paese.

 

Biehl ha commentato che il dialogo potrebbe cominciare anche prima del 7 ottobre a Tegucigalpa, quando una missione di ministri degli Esteri, guidata dal segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA), José Miguel Insulza, sarà invitata ad una seconda sessione.

 

“Sino ad ora si è parlato d’una possibile apertura al dialogo informale, ma questo accordo pone bene in chiaro l’inizio d’una nuova tappa di negoziati e sarà realizzato con la gestione che la OEA svolge separatamente con le due parti”.

 

“C’è molta sincerità ed è cresciuta la volontà del dialogo, per trovare una soluzione, con l’accompagnamento della comunità internazionale e la vigilanza”, ha aggiunto Biehl.

 

Una missione di alti funzionari della OEA, guidata dal Segretario ai Temi Politici, Víctor Rico, è giunta a Tegucigalpa venerdì 2, per preparare la visita dei ministri degli Esteri.

 

“Dieci ministri verranno ad osservare l’inizio di un dialogo per la soluzione pacifica di questo conflitto e per far sì che la democrazia ne esca più forte”, ha detto il diplomatico cileno.

 

I funzionari della OEA sono ritornati a Tegucigalpa cinque giorni dopo la loro espulsione dall’Honduras, eseguita per ordine del governo usurpatore e  sono stati ricevuti da John Biehl, l’unico che riuscì a rimanere nel paese quando le autorità impedirono il ritorno della missione.

 

1 ottobre '09www.granma.cu (PL)

 

USA: restituzione immediata

dei diritti civili e costituzionali

 

 

Gli Stati Uniti hanno chiesto al governo di fatto in Honduras la restituzione immediata dei diritti civili e costituzionali, rinnovando il richiamo alle parti in conflitto perchè evitino la violenza.

 

Dan Restrepo, consigliere aggiunto alla Sicurezza Nazionale della Casa Bianca per l’America Latina, ha detto a Miami che si spera sempre che la crisi si possa risolvere pacificamente, ristabilendo l’ordine costituzionale.

 

“Tutti i diritti civili e costituzionali degli honduregni vanno restituiti immediatamente2 ha dichiarato ed ha sottolineato nel suo intervento nella Conferenza delle Americhe, che si è conclusa ieri, mercoledì 30 settembre.

 

Inoltre ha chiamato le parti in conflitto ad evitare le provocazioni che potrebbero provocare violenza nella nazione centroamericana, immersa in una crisi politica dopo il colpo di Stato del 28 giugno, che ha tolto con la forza dal potere il presidente legittimo, Manuel Zelaya.

 

“Continuiamo a sostenere gli sforzi diplomatici del presidente della Costa Rica Oscar Arias e della OEA, ed approfitto per rinnovate la nostra esortazione perchè si evitino le provocazioni e le azioni che potrebbero scatenare la violenza in Honduras”, ha aggiunto.

 

Il Tribunale Supremo Elettorale (TSE) dell’Honduras, a sua volta, ha chiesto al presidente di fatto, Roberto Micheletti, di derogare il decreto che ha annullato le garanzie costituzionali, perchè danneggia il processo per le elezioni del novembre prossimo.

 

La domanda è stata ufficializzata da due magistrati del TSE, David Matamoros e Enrique Ortez Sequeira, in una riunione con Micheletti nella Casa Presidenziale,  sommandola ad altre domande simili espresse dal Parlamento, dai candidati presidenziali e da altri settori.

 

Micheletti ha detto in una conferenza stampa con i due magistrati, che ha concesso d’analizzare la richiesta ed ha insistono nel fatto che il decreto sarà derogato “in maniera opportuna”.

 

“Inoltre continuerò, ha detto, a consultare al rispetto la Corte Suprema di Giustizia - CSJ - e gli altri organi di Stato, per prender una decisone consensuale”.

 

Il decreto è stato pubblicato sabato 26  nella Gazzetta Ufficiale e sospende le garanzie costituzionali, come la libertà di mobilitazione, di riunione e di stampa.

Micheletti ha emesso il decreto in un Consiglio dei Ministri, sostenendo che il presidente legittimo del paese, Manuel Zelaya, ha chiamato il popolo all’insurrezione dall’ambasciata del Brasile, dove si trova dal giorno 21.

 

Micheletti ha chiuso un canale di televisione ed una emittente radio, ed inoltre la polizia e i militari hanno sloggiato 57 contadini seguaci di Zelaya che occupavano l’Istituto Statale Nazionale Agrario da tre mesi, per manifestare contro il colpo di Stato del 28 giugno Intanto la polizia speciale ha disperso nella capitale con i gas lacrimogeni, una marcia della resistenza contro il colpo militare del 28 giugno.

 

I manifestante si dirigevano verso la sede del Canale 36 di Televisione, Cholusat Sur, per esprimere la loro solidarietà dopo la chiusura ordinata dal governo di fatto, quando è avvenuto l’attacco.

 

Il Fronte Nazionale contro il colpo di Stato ha convocato le forze popolari davanti alla sede dell’emittente Radio Globo, chiusa a sua volta  durante il coprifuoco  ordinato nel paese.

 

Centinaia di persone hanno bloccato viale Morazán, davanti alla sede della radio e sono rimaste lì per due ore, cantando in coro slogan a favore del presidente Zelaya  e contro i golpisti.

 

 

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