Marceranno in Zulia in appoggio a Chávez

 

4 giugno '09 - J.C.Diaz Guerrero www.granma.cu (PL)

 

I militanti del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) con altre organizzazioni politiche marceranno oggi, giovedì 4 nello Stato di Zulia in appoggio al  presidente Hugo Chávez.

 

Il sindaco del municipio San Francisco, Omar Prieto, ha informato che la  marcia è in difesa del processo rivoluzionario e per il rispetto dell’integrità fisica del Capo dello Stato, dopo le denunce dell’organizzazione di un piano per  assassinarlo,  organizzato dalla destra venezuelana  e latino americana.

 

Prieto ha ratificato che non si permetteranno azioni simili contro il presidente Chávez e tanto meno azioni violente nel paese, come cercano di perpetrare i settori nemici del Presidente, incitati da alcuni media di comunicazione privati.

 

“Non permetteremo che si ripeta un 11 aprile, come quando la borghesia del paese, in complotto con gli USA e di alcuni settori delle Forze Armate, cercarono di  togliere il potere a Chávez con un colpo di Stato, ha ricordato il sindaco,  anticipando che, al termine della marcia, i partecipanti raggiungeranno il Ministero Pubblico, per denunciare i padroni del quotidiano di Zulia, La Verdad, per istigazione alla violenza contro le autorità nazionali.

 

Il deputato del blocco socialista del Parlamento venezuelano, Lisandro Cabello, ha avvisato che il popolo di Zulia e i 14 legislatori di questo blocco non permetteranno che s’inviti alla disobbedienza civile.

 

“Noi crediamo nella pace e nella democrazia e non permetteremo che in questo Stato si inciti a violare la Costituzione e che si vogliano alzare contro lo Stato”, ha affermato il famoso avvocato.

 

Il PSUV ha anche denunciato la campagna dei gruppi dei media che vogliono trasformarsi in tribunali per assassinare moralmente e politicamente i dirigenti del processo rivoluzionario guidato da Hugo Chávez.

 

In una conferenza stampa, il membro della direzione del PSUV, William Lara, ha affermato che questo impegno è cominciato il 4 febbraio del 1992, quando è nato questo processo con l’attuale presidente e che ora lo portano avanti  molti altri, come i ministri Diosdado Cabello e Tareck el Aissami.