Il Vertice delle Americhe si conclude

senza una dichiarazione unanime

 

20 aprile '09 - E.Torres www granma.cu

 

Il  V  Vertice  delle  Americhe  si è concluso  con  una  discussa  e

“Stiamo scrivendo una nuova

storia dell’America”

Le constatazioni  del presidente del Brasile  

 

22 aprile PL - Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha affermato che si sta scrivendo una nuova storia dopo il Vertice delle Americhe, che si è svolto nel fine  settimana a Puerto España, la capitale di Trinidad y Tobago.

“Penso che in questa riunione abbiamo definito una nuova storia di relazioni, soprattutto tra l’America Latina ed i Caraibi con gli Stati Uniti”, ha segnalato il presidente  brasiliano nel suo abituale programma del lunedì “Caffè col presidente”, dove analizza i principali avvenimenti nazionali ed internazionali. 

“Se gli Stati Uniti lo vogliono, hanno l'opportunità di scrivere un nuovo capitolo nella storia della regione, senza ingerenze, ma di alleanze, per la costruzione di cose positive assieme ai popoli dell'America Latina e dei Caraibi”, ha sottolineato Lula aggiungendo che tutti si aspettavano degli scontri tra il presidente nordamericano, Barack Obama, e i suoi omologhi del Venezuela, Hugo Chavez, della Bolivia, Evo Morales, del Nicaragua, Daniel Ortega o dell'Ecuador, Rafael Correa.  

Per fortuna non è successo e abbiamo potuto constatare che le persone hanno imparato a discutere democraticamente ed a convivere con le differenze. 

Lula ha dichiarato che Obama è la gran novità politica degli inizi del XXI secolo negli Stati Uniti, perché è un uomo giunto alla presidenza senza essere previsto, con un discorso innovatore e di cambio. 

“Per questo motivo, ora può percepire da vicino che la Guerra Fredda è finita e che oggi tutti stiamo esercitando la democrazia in America Latina e nei Caraibi, dove non c’era mai stata prima tanta partecipazione popolare e vorremmo che gli Stati Uniti aiutassero lo sviluppo delle nostre nazioni”. 

“Perché gli Stati Uniti dovrebbero partecipare?”, si è domandato Lula, ed ha risposto: “Perché è la maggior economia del mondo e perché l'economia di molti paesi dei Caraibi e della regione dipende dalla grande nazione del nord. 

Inoltre, ha proseguito, perché negli Stati Uniti vivono 40 milioni di ispanici, la maggioranza di loro provenienti dall'America Latina e sono coloro che contribuiscono allo sviluppo dei loro paesi. 

Lula ha detto  che è stato toccato il tema della fine del blocco degli Stati Uniti contro Cuba ed ha considerato che si svilupperà un'evoluzione per un’uscita definitiva, anche se  Obama non è d’accordo con quanto è stato dichiarato  a Trinidad y Tobago,  perché parte da una comprensione differente. 

Durante la  riunione dei presidenti dell'Unione delle Nazioni Sudamericane, con Obama, gli avevo detto che non era possibile realizzare un Vertice delle Americhe senza un paese. È importante che Cuba sia presente. Cuba fa parte del nostro continente e contribuisce al processo di discussione in America Latina”, ha sostenuto Lula. 

Inoltre ha affermato che il Brasile ha una straordinaria relazione con Cuba e che crede che il Vertice delle Americhe debba riscattare Cuba come un paese importante dell’America Latina e dei Caraibi. 

“Penso che Obama voglia avanzare e che si stia convincendo che non esiste la necessità di questo blocco  contro l’Isola.

controversa dichiarazione finale, respinta da diverse nazioni dell’emisfero che l’hanno considerata insufficiente ed inaccettabile.

 

Il documento è stato dichiarato approvato, nonostante la mancanza d’appoggio da parte di vari paesi, tra cui quelli che integrano l’Alternativa Bolivariana per i Popoli dell’America (ALBA), i quali hanno definito il testo anacronistico e fuori luogo.

 

Durante la cerimonia di chiusura, il primo ministro di Trinidad e Tobago, Patrick Manning, ha spiegato che lacune del documento erano dovute al fatti che lo stesso è stato negoziato un anno e mezzo o due anni fa da tecnocrati.

 

In quel momento la situazione mondiale era distinta, la situazione finanziaria era molto diversa a quella d’oggi e per questo il testo non riflette, a causa del momento in cui è stato negoziato, lo scenario attuale dell’emisfero, ha riconosciuto Manning.

 

La dichiarazione finale, alla quale saranno aggiunti alcuni punti, si pronuncia a favore della promozione dello sviluppo del settore privato.

 

In tal senso fa ricorso al Fondo Monetario Internazionale (FMI), alla Banca Interamericana di Sviluppo ed altre istituzioni finanziarie regionali affinché concentrino i loro sforzi nell’attivazione dell’espansione e dello sviluppo dell’impresa privata.

 

L’obiettivo è raddoppiare per il 2012 i prestiti diretti alle micro, piccole e medie aziende e triplicare in numero d’imprese con accesso al credito.

 

Sostiene la fabbricazione e l’uso sia dei combustibili biologici attuali sia di quelli di prossima generazione, includendo i derivati dello zucchero.

 

Promuove, inoltre, una strategia per i biocombustibili di seconda generazione e più avanzati, in mondo che non competano direttamente con altri prodotti agricoli per l’uso della terra, dell’acqua o dei fertilizzanti.

 

Nonostante le lacune, il documento riconosce che continuano ad esistere profonde e persistenti disuguaglianze, specialmente nell’educazione, nei livelli di stipendi, la salute e lo stato di nutrizione, l’esposizione alla violenza ed al crimine e l’accesso ai servizi di base.

 

Ammette anche la persistenza di problemi di disuguaglianza d’accesso ai servizi di base di salute e d’esclusione, specialmente tra le fasce più vulnerabili, includendo donne, bambini, popoli originari ed i poveri.

 

Il presidente ecuadoriano Rafael Correa ha affermato che il progetto di dichiarazione finale “non riflette la crisi economica che viviamo, che non è una crisi congiunturale, che è una crisi del sistema capitalistico, e le soluzioni vuole darle legittimando i responsabili della crisi, ad esempio il Fondo Monetario Internazionale”.

 

Correa ha dichiarato che le possibilità si stanno mettendo nelle mani dei becchini invece che in quelle dei “guaritori”, per questo ha definito il documento “light”.

 

“Noi abbiamo una posizione molto ferma e non credo che ci sia tempo per cambiare questo testo e come non c’è tempo non lo firmeremo, posso parlare per e per i paesi dell’ALBA”, ha detto invece Chavez.

 

L’ALBA è integrata da Venezuela, Nicaragua, Bolivia, Honduras, Cuba, Dominica e San Vicente e le Granadine.

 

I paesi dell’ALBA hanno affermato che la dichiarazione non da risposta al tema della crisi economica globale, nonostante rappresenti la sfida più grande che ha affrontato l’umanità negli ultimi decenni e la  minaccia più seria dell’epoca attuale, per il benessere dei nostri popoli.

 

Hanno segnalato, inoltre, che esclude ingiustamente Cuba, senza fare riferimento al consenso generale esistente nella regione per condannare il blocco statunitense all’isola e i tentativi d’isolamento, di cui il popolo ed il governo cubano sono stati incessantemente oggetto, in modo criminale.

 

 

Chiesta l’eliminazione del blocco

degli USA contro Cuba

• Nel V Vertice delle Americhe

 

18 aprile '09 - www granma.cu (PL)

 


 

Il    tema   Cuba   è  stato  posto  all’  inizio  del  V  Vertice  delle

Correa ha denunciato la politica statunitense contro Cuba

 

20 aprile '09 - Gabriela Guerra Rey (PL)  

 

Poco prima del termine del V Vertice delle Americhe il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, ha dichiarato che questo dev’essere l’ultimo incontro senza la presenza di Cuba.

“Per eliminare il blocco economico, finanziario e commerciale che gli Stati Uniti impongono a Cuba, è necessaria solo la volontà politica, ma staremo vedere se il presidente Barack Obama riuscirà ad affrontare tutti i poteri che vi si oppongono”, ha detto Correa.

Il tema ha segnato l’appuntamento di  Trinidad y Tobago, che ha riunito i capi di Stato di 34 nazioni del continente, cioè tutti meno l’Isola.

In un’intervista esclusiva a TeleSur, Rafael Correa ha detto che la dichiarazione finale non era soddisfacente, presentava omissioni, non analizzava profondamente il problema della crisi economica e non trattava con profondità l’emigrazione, ed inoltre escludeva il tema di Cuba, e quindi non l’aveva firmata.   

“Sappiamo che il documento non serve e che qui la cosa più importante sono gli scambi... a livello di documento non serve a molto, mentre in cambio la riunione informale dei presidenti può essere molto più fruttifera”, ha commentato  Correa, aggiungendo che: “Questo Vertice comunque è stato una sfida, con la riunione con la nuova amministrazione nordamericana, che vuole cambiare le relazioni con il sud e questo potrebbe marcare un prima e un dopo di una nuova era”.

Parlando dell’ALBA, Alternativa Bolivariana per i popoli di Nustra America,  il presidente dell’Ecuador ha detto che sta pensando in un’adesione del suo paese.

“Vediamo iniziative molto interessanti”, ha aggiunto ed ha definito il Venezuela un paese fraterno.

Americhe, quando la presidentessa argentina, Cristina Fernández, ha chiesto agli Stati Uniti d’eliminare il blocco contro l’Isola ed ha ricevuto un applauso dei presenti, nel primo discorso inaugurale, si legge nel quotidiano messicano La Jornada.

 

Cristina Fernández ha parlato per prima perchè il Vertice precedente si è svolto in Argentina. “Il blocco alla Cristina Fernándezfraterna Cuba è un anacronismo e chiediamo che sia eliminato”, ha affermato  la presidentessa ed ha aggiunto che la nazione dei Caraibi ha manifestato la sua apertura totale per parlare con gli Stati Uniti di tutte le questioni: “Per cui crediamo d’essere di fronte ad una seconda opportunità  di costruire una nuova relazione che non si deve lasciar sfuggire”, ha sostenuto.

 

Il presidente del Nicaragua Daniel Ortega è intervenuto a nome dei paesi dell’America Centrale.

“Mi rifiuto di chiamare Vertice delle Americhe questa riunione che presenta due grandi assenze e non si sta bene in uno scenarioDaniel Ortega dove non sono  presenti Cuba e Puerto Rico”, ha detto.

Ortega ha segnalato la storica generosità e gli aiuti senza condizioni del popolo e del Governo cubani, dati alle nazioni latinoamericane e sopratutto la posizione solidale del leader della Rivoluzione, Fidel Castro.

“L’unico delitto che ha commesso Cuba è lottare per l’indipendenza e la sovranità dei popoli e per questo viene punita”, ha rimarcato Ortaga che ha ricordato la condanna unanime dell’America Latina e dei Caraibi al blocco degli Stati Uniti contro l’Isola, in Brasile, nel dicembre scorso.

 

A questo proposito  ha ricordato la posizione del VII Vertice  Straordinario dell’Alterativa Bolivariana per i Popoli di Nuestra America - ALBA - che si è appena concluso a Cumaná, dov’è stata espressa la condanna del blocco da inserire  nel documento finale dell’appuntamento di Trinidad y Tobago.

 

La dichiarazione del Vertice delle Americhe non presenta soluzione alcuna, nè meccanismi che permettano d’affrontare la crisi generata dal sistema neoliberista, segnala il testo dei paesi membri dell’ALBA che hanno anche impugnato l’esclusione ingiustificata di Cuba dal Foro.

 

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha assicurato che il suo governo sta cercando d’incamminare le relazionai tra gli Stati Uniti e Cuba verso una nuova direzione, ma non ha toccato il tema del blocco che è stato imposto da Washington nel 1962 ed è il principale ostacolo per i vincoli tra le due nazioni.

 

Obama ha chiesto di non incolpare il suo paese per tutti i problemi dell’emisfero occidentale, quando una crisi globale sorta nel nord danneggia le nazioni dell’area.

 

Il Vertice delle Americhe terminerà domenica 19 a Puerto España.

 

 

Il Venezuela richiede la revisione della

Dichiarazione Finale del Vertice delle Americhe

 

8 aprile '09 - A.R.Gavilan www.granma.cu

 

 

Il tema di Cuba non si può evitare nel V Vertice delle Americhe, ha affermato lunedì scorso a Washington l’ambasciatore del Venezuela presso l’Organizzazione degli Stati Americani (OEA), Roy Chaderton Matos, che a nome del suo paese ha richiesto una revisione della Dichiarazione Finale dell’incontro,  perché evita “punti relativi alle gravi condizioni storiche che oggi affronta l’umanità”.

 

Sarebbe inconcepibile – ha aggiunto – che in una riunione di uomini e donne intelligenti si voglia evitare il tema di Cuba. “Questo è quello che alcuni pretendono, alcuni si sentirebbero più a loro agio se non si parla di Cuba (…) Cuba è un tema scomodo per i settori più conservatori del continente… (ma) per i settori realmente progressisti di questo continente sarebbe molto scomodo non parlare di Cuba, oltre che una grande irresponsabilità”.

 

Le note delle agenzie Bolivariana de Noticas ed AFP, riferiscono che Chaderton Matos ha lamentato che alcuni vogliono evadere il tema del blocco degli Stati Uniti contro Cuba, questione che vari paesi, tra cui Venezuela, Brasili ed i centroamericani, vogliono sia discusso nella riunione di Trinidad e Tobago, prevista dal 17 al 19 aprile.

 

La sensibilità ufficiale venezuelana su questo tema – ha detto – è motivata dal criterio che la Dichiarazione dei Presidente e dei Capi di Governo deve essere più che un ventaglio di frazioni o quote d’interesse.

 

“Sono troppi i problemi che sono tralasciati nella loro gravità per poter accomodare questa varietà di idee ed interessi (di tutti i paesi), compresi interessi contrari”.

 

L’ambasciatore venezuelano ha spiegato ai giornalisti presenti che, data l’importanza dei tempi, il suo Governo aspira a riconoscere detta Dichiarazione e a tali effetti ritiene che deve esservi una revisione finale da parte della più alta rappresentatività corrispondente, proprio prima del Vertice e se necessario durante lo stesso vertice.

 

Il Venezuela basa la sua richiesta di revisione del progetto di Dichiarazione, convenuto a livello di negoziatori diplomatici, anche nel fatto che “il Vertice di Puerto España non può essere estraneo alle gravi condizioni storiche che oggi affronta l’umanità e per adesso non sono state attese come dovute da parte della leadership internazionale, nei precedenti incontri dei Capi di Stato e di Governo”.

 

La contrarietà del Venezuela al progetto di Dichiarazione Finale è stata espressa durante l’incontro svoltosi lunedì scorso a Washington, a cui hanno partecipato i rappresentanti dei 34 paesi che saranno presenti al vertice di Trinidad e Tobagao, auspicato dall’OEA.