Il blocco degli USA

contro Cuba è intatto

 

17 settembre 2009 - Marina Menéndez Quintero  www.granma.cu

 

L’arrivo di un nuovo governo negli Stati Uniti non ha apportato cambi di sorta nella politica di questo paese verso Cuba, ha ratificato il Ministro degli Esteri Bruno Rodríguez Parrilla, presentando la relazione che, come conseguenza l’Isola presenterà nuovamente all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, su “La necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba”.

 

In un incontro con la stampa, il Ministro ha ripetuto che si tratta di una politica non solo eticamente inaccettabile perchè genocida ed extraterritoriale, ormai fallita ed obsoleta,  come riconoscono molti legislatori nordamericani, e che potrebbe essere modificata dal presidente Obama.

 

Anche se il nuovo presidente non può cambiare le leggi nordamericane, ha riconosciuto il Ministro, lui ha tutti i poteri costituzionali per, mediante l’applicazione delle licenze o con decisioni esecutive, modificare decine e decine di regole sulle quali il blocco si basa. 

 

Obama quindi ha l’opportunità storica di  poter attuare l’eliminazione del blocco contro Cuba, ha spiegato ancora Bruno Rodríguez Parrilla.

 

Come mostra del vero anacronismo, rappresentato da questa politica, che non è avvenuto nemmeno un cambio sino ad oggi, Rodríguez Parrilla ha commentato la ratifica di Obama di pochi giorni fa, come hanno fatto i suoi predecessori negli ultimi anni, della detta Legge del Commercio con il Nemico, sulla quale si sostenta il blocco, una legislazione che data dal lontano 1917 ed il cui testo specifica che ha a che vedere solo con situazioni di guerra. Senza dubbio Cuba è il solo paese al mondo contro cui si applica. 

 

In un altro momento del suo incontro con la stampa nella sede del MINREX, il Ministro ha spiegato la portata limitata e insufficiente dell’eliminazione delle restrizioni imposte da W. Bush, che non hanno nulla a che vedere con il blocco, ma  hanno solamente rettificato misure brutali dell’ex presidente repubblicano, che mutilavano le famiglie cubane e che limitavano i residenti negli Stati Uniti, le possibilità di viaggiare o inviare rimesse all’Isola, ha ricordato.

 

Totalmente intatto nelle sue strutture, il blocco continua ad essere il principale ostacolo per lo sviluppo di Cuba, ha affermato il Ministro, anche se è impossibile calcolare il totale dei danni provocati, non si può fare una contabilità delle transazioni che non sono mai andate in porto e la sofferenza non ha prezzo. 

 

Calcoli conservatori valutano in almeno 96000 milioni di dollari l’impatto economico diretto dall’entrata in vigore, una cifra che ai prezzi attuali ascenderebbe ad almeno 236221 milioni, senza contare le perdite provocate dalle azioni terroristiche fomentate e finanziate dagli Stati Uniti.

 

Dopo la votazione quasi unanime di 185 paesi che l’anno scorso,  nell’Assemblea Generale della ONU, hanno chiesto l’eliminazione del blocco, le misure contro Cuba sono divenute più dure.

 

La relazione pubblica le cifre milionarie che danneggiano un settore sensibile come quello dell’alimentazione e per via dei costi addizionali derivati dagli ostacoli alle transazioni con gli USA, l’impresa cubana ALIMPORT è stata danneggiata nell’ordine di 154,9 milioni di dollari; i settori agricolo e alimentare hanno subito perdite di almeno  357 milioni; la costruzione  47 milioni.

 

Per la 18ª volta il tema sarà sottoposto all’analisi dell’Assemblea Generale della ONU il 28 ottobre prossimo.