Antonio Maceo Grajales ed Ernesto Guevara de la Serna

Esempi per sempre
Il 14 giugno è un giorno di ribellione eroismo e omaggio. In questo giorno sono nati due uomini i cui pensieri e le cui azioni hanno superato ogni frontiera nella lotta per la libertà e la sovranità: Antonio Maceo Grajales ed Ernesto Guevara de la Serna. 

 

Il primo viaggio del Che in

nome della Rivoluzione

 

13 giugno 2009 -  Omar Fernández Cañizares www.granma.cu

 

Erano i primi mesi dopo il trionfo della Rivoluzione.


Esattamente il 18 aprile del 1959, Fidel parlò dal Canale 2 per informare il popolo sull’applicazione di alcune misure necessarie e per spiegare come il governo degli Stati Uniti si stava muovendo in ambito internazionale ed interno con l’obiettivo di liquidare  il nostro nascente processo rivoluzionario.  

 

Quella notte il Comandante in Capo annunciò che unaL’INCONTRO TRA NASSER E IL CHE   delegazione cubana guidata dal comandante Ernesto Che Guevara della Serna sarebbe partita una settimana dopo per alcuni paesi afroasiatici, con l’obiettivo di propiziare un avvicinamento, iniziare ed ampliare le relazioni politiche e commerciali e sollecitare un appoggio alla Rivoluzione.

 

L’autore di questo articolo allora era capitano dell’Esercito Ribelle e faceva parte della delegazione: fui testimone di quel giro storico.

 

Quando chiesi al Che come ci saremmo vestiti per il viaggio, mi rispose: “Con la stessa uniforme verde olivo che abbiamo adesso e che porteremo in tutto il mondo, perchè è il nostro orgoglio. Con questa uniforme abbiamo vinto la guerra contro il tiranno e contro i gringos”.

 

Io gli risposi: “Non ci sono problemi, siamo tutti in uniforme”.

 

Fidel venne a salutarci il 12 giugno e ricordo che mi pose la mano sulla spalla e mi disse: “ Stai attento a quest’uomo, sai quello che significa per la Rivoluzione!”

 

I paesi visitati furono: Egitto, India, Indonesia, Repubblica Federativa della Yugoslavia, Cylon,  Paquistan, Birmania, Giappone, Sudan e Marocco. 

 

Si parlò d’aprire ambasciate, sviluppare scambi culturali e di altro tipo.

 

La stampa internazionale mostrò un forte interesse nell’intervistare il Che e chiedeva notizie sulla Riforma agraria, il comunismo, Fidel...

 

L’accoglienza e l’attenzione furono molto buone nelle nazioni visitate, soprattutto in Egitto, dove il presidente Nasser s’interessò e fece sì che la delegazione cubana conoscesse quel che stava facendo la rivoluzione egiziana.  Fummo ricevuti da figure come  Nerhu, Tito e Sukarno, che ci parlarono del Patto di Bandung, che  divenne poi l’Organizzazione dei Paesi non Allineati-NOAL.

 

In Giappone visitammo, e fu un privilegio, Hiroschima e vedemmo il mostruoso disastro provocato dall’imperialismo yankee. In quella città rendemmo onore alle vittime. A El Cairo, in Egitto, all’inizio del viaggio, durante la colazione del 14 giugno commentai ai presenti che era un giorno speciale perchè era il compleanno del capo della delegazione.

 

Allora tutti gli fecero gli auguri  e il Che mi chiese: “Ma tu come lo sai?” 

 

“Me lo ha detto Celia alla partenza”, gli risposi.

 

Ritornammo a L’Avana l’8 settembre ed il 16 accompagnai il Che in una trasmissione televisiva per informare il popolo sui risultati del viaggio.