Guardie d’Onore

a José Martí

 

19 maggio '09 -  J.A.Torres www.granma.cu

 

Se c’è un luogo ricorrente – e quasi visita obbligata nell’Isola – questo è il mausoleo dove riposano i resti di José Martí, nel cimitero di Santa Ifigenia.

 

Prima di tutto perché rendere tributo agli eroi che hanno segnato lungo la storia la sensibilità ed il dovere degli uomini, secondo per la stessa maestosità del complesso scultorico, espressione di virtù e dignità umane, riflesso dei principi identitari che distinguono i cubani.

 

Al centro del mausoleo, simbolo dell’arte funerario del paese, riposano i resti dell’Eroe Nazionale, circondati dagli scudi e da un pugno di terra di ognuno dei popoli americani.

 

 

LA CERIMONIA MILITARE

 

 

Sono pochi i paesi con una guardia d’onore permanente agli eroi della loro patria. Si distinguono dalla marzialità, il rigore e la solennità. La differenza, il tipo e l’uso delle armi.

 

La guardia d’onore, a carico dei soldati del Servizio Militare, comincia all’alba, finisce al tramonto, ed include come musica l’Elegia a José Martí, del Comandante della Rivoluzione Juan Almeida Bosque.

 

E’ eseguita di fronte la Fiamma Eterna, in omaggio agli eroi ed ai martiri della Patria, ubicata all’entrata del mausoleo e che a detta del Generale d’Esercito Raul Castro, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, “è stata accesa per la convinzione che il suo fuoco sarà così eterno come la Rivoluzione cubana”.

 

L’Unità della Guardia d’Onore Permanente all’Eroe Nazionale José Martì è stata creata il 2 maggio 2002 ed ha realizzato la prima cerimonia il 19 dello stesso mese, in occasione del 107° Anniversario della caduta in combattimento di Martí.

 

Il Ministero delle Forze Armate le ha concesso il numero 195.3, in coincidenza con l’anno in cui il Comandante in Capo Fidel Castro assaltò l’allora Caserma Moncada, azione che s’ispirava agli ideali dell’Apostolo.

 

E’ composta da soldati con età comprese tra i 18 ed i 22 anni, che si distinguono per le loro qualità politiche e fisiche.

 

Insieme ai “Camilitos” ed i cadetti dei centri d’addestramento militari, svolgono guardie speciali nelle date d’importanza storica: il 2 dicembre in occasione dello sbarco del yacht Granma, il 24 febbraio in corrispondenza del Grido di Baire, il 10 ottobre come tributo all’inizio della prima guerra dei cubani contro il colonialismo spagnolo, il 28 gennaio ed il 19 maggio, date della nascita e della morte dell’Eroe Nazionale.

 

In queste occasioni includono un cambio anche alla tomba di Carlos Manuel de Cespedes, il Padre della Patria, mentre il 28 gennaio sparano 21 colpi d’artiglieria come anche nella Fortezza de La Cabaña, all’Avana.

 

 

LA DIGNITÀ NON MUORE MAI

 

 

Ai giovani è toccata l’esecuzione di storiche missioni, così lo confermano José Duany e Camilo Rivera, due soldati del villaggio di El Cobre e della Città Eroe, che vigilano i resti di José Martí e svolgono questa missione come il sogno ed il principale dovere della loro vita.

 

Daimer Blanco e Pablo Antonio Trujillo concordano che marciare in modo eccezionale, con passi di 90 gradi e rimanere per mezz’ora sugli attenti – 3 turni al giorno le donne ed fino a 5 nel caso degli uomini – richiede convinzione e sacrificio personale.

Fernando Villalon non aveva mai pensato di aver il merito di fare la guardia il giorno in cui i presidenti del CARICOM hanno reso omaggio a Martí e quando, in occasione del 50° Anniversario del Trionfo della Rivoluzione, Raul ha collocato fiori a Frank Pais, ai martiri del Moncada e all’Eroe Nazionale.

 

Dei due momenti Yornado Torres ricorda: “Eravamo sugli attenti e fino a quando sono andati via abbiamo mantenuto il saluto militare. Il rigore è stato tremendo, ma quando hanno collocato i fiori abbiamo visto i Caraibi, l’America Latina e Cuba rendere tributo a Martí”.

 

“Quando sono andati via, l’altro soldato ed io avevamo le lacrime agli occhi, ma anche centinaia di ragioni per credere che Martí continua ad accorciare le distanze tra i popoli”.