La Piazza in Rivoluzione

 

10 marzo '09 - E.Leal www.granma.cu

 

 

Dopo la proclamazione dell’indipendenza e la liberazione dei suoi schiavi, avvenute il 10 ottobre del 1868 a La Demajagua, Carlos Manuel de Céspeded, Padre della Patria, aveva stabilito la capitale di Cuba Libera a San Salvador de Bayamo, dove costituì il primo governi con la partecipazione delle classi popolari. Lì per la prima volta si udirono le vibranti note dell’Inno Nazionale che si mescolarono con il sogno e le speranze di un’intera popolazione.

 

Senza avere dubbi, i cubani insorgenti decisero di bruciare città in un immenso rogo, prima che cadesse nelle mani del nemico. Nella sua lettera per il Capitano Generale dell’Isola, il capo delle operazioni dell’esercito spagnolo, Conte di Balmaceda, riferisce una drammatica descrizione  della sua entrata nella città deserta, facendo ogni genere di congettura sugli abitanti, non incontrando nessuno. Il testimone narra come attraversarono le strade desolate, tra macerie e nubi di fumo, per fermarsi davanti a quella che era stata la Plaza de Armas e dove si vedeva un cartello con scritto “Plaza de la Revolución” in maniera ben visibile.

 

Gli antichi popoli si appropriarono del concetto di piazza come nozione di luogo di culto e di cerimonia. Tra gli innumerevoli esempi che si possono citare per dimostrarlo, ci sono le civilizzazioni mesopotamiche, l’Egitto dei faraoni, la Cina imperiale,  l’America prima della scoperte di Colombo ...Roma ereditò dalla Grecia ateniese i propositi  e le forme sacre per il Foro.

 

Durante la colonizzazione americana la divisione delle città in quartieri era sacra. La planimetria continentale si strutturava attorno a  una Plaza de Armas e generalmente a una serie di piazze minori o piazzette. Così nell’America del sud le amministrazioni comunali proclamarono all’aperto l’indipendenza dal giogo coloniale: Caracas, Santiago del Cile, Quito ...per ricordarne solo qualcuno. A Santiago di Cuba, sulla lapide del sepolcro del “conquistador” Diego Velászquez de Cuellar ne fu scolpita un’altra  eretta in onore della liberale Costituzione di Cadice, promulgata il 19 marzo del 1812.

 

La Piazza Rossa di Mosca, nella parte eurasiatica del mondo, è formata da un’area liberata dagli edifici dopo un grande incendio avvenuto il 28 luglio del 1493 e deve il suo nome al colore dei mattoni dell’ambiente. Si trova vicino alla parte orientale del Cremlino ed è circondata da edifici molto maestosi, come la Basilica di San Basilio, la Chiesa dell’Assunzione del Kremlino, il Mausoleo di Lenin, il Museo di Storia... Scenario di grandi avvenimenti gloriosi della storia contemporanea è sempre stata il luogo preferito dei visitanti di ogni paese.

 

Uno dei fatti più memorabili del XVIIIº secolo avvenne a Parigi, nel 1798, quando, dopo la presa della Bastiglia il popolo in armi corse nei Giardini delle Tulleries.  I grandi decreti della rivoluzione francese furono proclamati in questo nuovo spazio, in giornate di spavento  e incertezza e nello stesso luogo fu eretta la ghigliottina. Oggi si chiama Piazza della Concordia.    

 

Ho avuto modo di partecipare a una semplice cerimonia celebrata il 17 luglio del 1961 nella Casa del Governo.

 

Fomentata dal clamore dei cittadini e con la forza delle Risoluzione numero 151 di quell’anno, il Commissario Municipale José A. Naranjo Morales dispose che, a partire da allora la Piazza Civica della capitale cubana si sarebbe chiamata Piazza della Rivoluzione. In questo modo si chiudeva il ciclo iniziato dai patrioti insorgenti nella Piazza di Bayamo.

 

Sino ad allora quel centro urbano, con i lavori non terminati, generalmente restava deserto ed era stato oggetto di un dibattito attorno la legittimità di un omaggio che il tiranno aveva cercato di tributare, nel 1953, alla memoria di José Martí, in occasione del suo centenario.

 

Dopo quel memorabile momento in cui divenne Piazza della Rivoluzione, la si sarebbe vista stracolma di una moltitudine che sino ad oggi ha rappresentato successive generazioni.

 

Nelle pagine di questo libro si possono vedere le testimonianze grafiche accompagnate da brevi testi che indicano una rotta d’interpretazione della nostra storia.

 

Situata nel cuore della capitale di Cuba, qui si è  accesa una fiamma eterna. Qui si profilano i visi di Fidel, di Rául, del Che e di Camilo e di tutti coloro che hanno modellato con la propria vita e la propria opera questo monumento umano agli ideali della Rivoluzione cubana.

 

Voltando pagina, sentiamo un’intima vibrazione e i ricordi si riversano in quantità accompagnati da alcune lacrime. Sentiamo gli Inni, intonati nelle marce e nelle concentrazioni, appaiono davanti a noi con libri e matite gli alfabetizzatori, con i fucili e i cannoni i soldati e i miliziani, con gli occhi illuminati le bambine e i bambini pionieri, le brigate giovanili, i contadini, i lavoratori, i combattenti internazionalisti, i grandi statisti, i conduttori di nazioni e di popoli, gli intellettuali, gli artisti...

 

La Piazza della Rivoluzione e stata, è e sarà parte delle nostre vite.

 

30 giugno del 2006. (Prologo del libro “La Piazza in Rivoluzione” della Casa Editrice Capitan San Luis, edito in spagnolo, inglese, francese ed italiano).