In Messico si risalta la trascendenza

della Casa delle Americhe

 

12 ottobre '09 - Gabriela Guerra Rey www.granma.cu (PL)

 

 

Prestigiosi intellettuali cubani hanno chiacchierato, l’altro ieri, sui 50 anni di vita della Casa delle Americhe, come parte del IX Festival Internazionale del Libro.

 

Nel padiglione Foro General Mario Benedetti, si sono riuniti lo scrittore e presidente dell’Unione di Artisti e Scrittori di Cuba Miguel Barnet e Jorge Fernet, direttore del Centro di Ricerche Letterarie della Casa.

 

Hanno anche partecipato all’appuntamento Eduardo Heras Léon, narratore strettamente vincolato alla vita dell’istituzione, ed il poeta critico e teatrale Fernando León Jacomino.

 

Gli artisti hanno raccontato la trascendenza della Casa delle Americhe come luogo nel quale si forgiò nell’Isola un nuovo canone di letteratura latinoamericana contrario a quello imposto dal modello culturale statunitense, come ha sottolineato Carnet, che ha letto alcuni dei suoi poemi.

 

Intanto Fernet ha commentato che la Casa non è solo un luogo della letteratura, ma della cultura nel suo significato più ampio, dove si potenziano nuovi scrittori, e anche nuovi lettori.

 

Heras León ha riconosciuto che gran parte della sua opera è il risultato delle relazioni con quel gruppo, e ha ricordato che grazie al lavoro lì svolto si sono potute diffondere le opere di molti latinoamericani prima allontanati dai mezzi di diffusione e dalle librerie.

 

Barnet ha fatto una menzione speciale alla fondatrice e per molti anni direttrice di questa istituzione, Haydeé Santamaría, che ha descritto come una donna straordinaria.

 

Il poeta ha anche ricordato le parole del premio Nobel della letteratura portoghese José Saramago, che disse che La Casa delle Americhe era ed è uno stato dell’anima.