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Ai medici cubani

Questo testo è stato inviato a Granma dal noto cantautore portoricano Danny Rivera, assieme alla registrazione di una canzone dedicata al popolo haitiano

 

27 febbraio 2010 - Danny Rivera  www.granma.cu

 

Danny RiveraI medici cubani e la loro opera umanitaria in Haiti, hanno dato al mondo un degno esempio di dedizione fraterna, generosità umana ed alta professionalità, con una grande esperienza in medicina  e puro amore per il prossimo, azioni che vanno ammirate e divulgate da tutti i media di comunicazione del pianeta,  anche se questi medici non lavorano per ricevere ringraziamenti, indubbiamente questi sono la loro sola ricompensa.

 

Il regalo del servizio che questi angeli della medicina stanno offrendo al popolo di Haiti viene occultato dai media di comunicazione internazionale, che cercano di non far conoscere questa grande dignità spirituale ed umanista, che non si può nascondere dietro l’avarizia ed il morboso egoismo dei grandi consorzi e degli organismi mediatici che sono al servizio della malvagità politica.

 

Il sorriso di un bambino, una madre che ringrazia, un popolo tormentato che sa chi è l’amico sincero che gli offre la sua mano franca, è come un sole umano che giunge in soccorso, con l’energia del vero sentimento d’amore e rispetto.

 

Tutto questo annulla l’atteggiamento indifferente dei media della notizia, perchè l’azione dei medici cubani è pura e sta al disopra del male ed elimina con il suo carico d’amore, così forte che porta e trasmette i felici ringraziamenti di chi lo riceve.

 

Gli haitiani vedono i fatti, che provano che i medici cubani sono lì per curarli, per riscattarli dalle sofferenze senza armi per uccidere, ma con strumenti d’amore fraterno e conoscenza efficiente, per rendere loro la fiducia, il sorriso e la speranza, perchè questi medici sono venuti per curare le ferite fisiche e spirituali. Questo grande lavoro dei medici cubani in Haiti si svolge già da decenni nel paese ed anche nel mondo intero, là dov’è stato richiesto.

 

Questo sacerdozio della medicina rivendica la professione del medico, che in questi tempi si pratica con il desiderio di grandi guadagni economici, unicamente trasformando il servizio nell’affare della medicina, in cui i pazienti sono trattati come cifre e numeri e si usurpa l’essenza del servizio che dev’essere e si deve offrire: la professione della medicina.

 

Con questo gesto eroico i medici cubani salvano ed elevano la loro professione sul piedestallo vero del servizio cristiano e nello stesso tempo questa offerta d’amore pone in evidenza il falso umanesimo di coloro che sono giunti in Haiti con armi e carri armati, come se il popolo haitiano avesse dichiarato una guerra.

 

Guardare le scene degli arrivi dei marine armati sino ai denti, con l’arsenale dell’esercito USA, che giungevano in un paese devastato da un terremoto, con atteggiamento da guerrieri e vedere i caschi blu della ONU scontrarsi contro la popolazione disorientata, che cercava riparo, aiuto e comprensione, contrasta con l’agenda d’azione immediata e senza ritardi, per salvare vite umane, dei soccorritori venezuelani, cileni, cubani, del Nicaragua e di altre nazioni.

 

Le scene dell’arrivo dei marine ci hanno confuso molto, perchè ci chiediamo: dov’erano l’amore e la forza mentale e persuasiva nell’affrontare il popolo con la destrezza del potere mentale e spirituale dell’amore e della parola certa e convincente, per controllare la popolazione che soffre e vive in stato di  disperazione, spogliata di tutto e coperta di miseria?

 

È evidente che gli haitiani sono disperati, ma con le armi da fuoco non si cura, non si risana, e non si convince nessuno di coloro che sono giunti nel territorio devastato con intenzioni oneste, buone ed umanitarie.

 

Le mani sincere degli amici, dei medici cubani e degli altri paesi, che sono giunti il giorno dopo la catastrofe e che, spalla a spalla, senza l’affanno del protagonismo, si sono dedicate al servizio del prossimo, riceveranno per molte generazioni della storia umana, amore, perchè, come dice la famosa frase, l’amore si paga con amore.

 

Poveri coloro che con la loro “bontà bellica” vogliono e cercano d’essere riconosciuti! Avranno la ricompensa nel modo e nella forma che hanno imposto. 

 

È buono che i dimenticati, i respinti dalla stampa venduta ai più meschini interessi, siano ricordati, e sono i medici cubani ed il resto dei medici di differenti paesi che si sono uniti con la stessa intenzione: porre in pratica prima di tutto l’amore sacro per il proprio simile, come protagonisti di gesta della medicina mondiale senza precedenti nella storia umana.

 

Li ricorderemo con l’estensione e la scienza del potere dell’amore buono, come  medici che rappresentano  la scienza umanista al servizio dei diseredati e dei poveri della terra: loro mettono in pratica  le parole cristiane che gli ultimi saranno i primi!

 

Medici nordamericani lavorano

negli ospedali cubani di Haiti

 

5 febbraio 2010 -  Leticia Martínez Hernández - Juvenal Balán www.granma.cu

 

Sono appena giunti nell’ospedale da campo di Croaix des Buquet sette giovani medici che provengono dagli Stati Uniti e vogliono condividere con i loro fratelli cubani gli aiuti per il sofferente popolo di Haiti.

 

Le dottoresse nordamericane laureate nella ELAM sono giunte per condividere gli aiuti, con i cubani, in Haiti.
Le dottoresse nordamericane laureate nella ELAM sono giunte per condividere gli aiuti, con i cubani, in Haiti.

“Stiamo convalidando le nostre lauree, ma sentiamola necessità di stare qui  e per ora tralasciamo il resto per dire presente”, hanno detto ed hanno cominciato ad assistere i pazienti haitiani.

 

A nome di tutti parla  Elsie Walter, che spiega che hanno studiato nella Scuola Latinoamericana di Medicina in Cuba.

 

Cinque sono di New York, e due della California. Sono stati convocati dal reverendo Lucius Walker, e non hanno avuto dubbi nell’accettare. 

 

“Eravamo molti a voler venire qui,  ma considerando le responsabilità che abbiamo anche là, per ora siamo venuti qui in sette. Altri pensano d’incorporarsi dopo, perchè sappiamo che la brigata della sanità cubana starà qui per parecchio tempo.

 

Questo primo gruppo resterà ad Haiti per un mese, in questo ospedale di Cuba dove sono stati assistiti già 3590 pazienti e condivideranno con loro la vita da accampamento.

 

Nell’ospedale dove lavoreranno da oggi le dottoresse nordamericane, sono stati assistiti 3590 pazienti.
Nell’ospedale dove lavoreranno da oggi le dottoresse nordamericane, sono stati assistiti 3590 pazienti.

L’ortopedico William Álvarez, direttore del centro, ha spiegato che l’idea d’inserirli nelle attività dell’ospedale ed in quelle del terreno, come nelle consultazioni, si farà in forma progressiva.

 

La maggior preoccupazione delle dottoresse è che non conoscono il creolo, ma in questo aiutano gli studenti haitiani che studiano in Cuba ed ora si trovano in Haiti.

 

I giovani nordamericani laureati nella ELAM  sono giunti con i loro moduli di acqua e di alimenti, ma li hanno sommati alle riserve dell’ospedale. Inoltre hanno portato zaini pieni di medicinali che hanno immediatamente donato e si sono inseriti molto bene nel gruppo dei cubani. 

 

“Indiscutibilmente sono un grande appoggio, ha detto il medico cubano  e sono anche una responsabilità, perchè siamo responsabili della loro preparazione e si trovano in uno scenario mai visto prima. Non avevano mai dovuto affrontare malattie come il Chagas o la Leishmaniasi”.

 

Elsie commenta che condivideranno tutto come hanno appreso nella ELAM.

 

“Per questo non abbiamo problemi nel dormire sotto le tende da campo o a lavorare a qualsiasi ora. L’esperienza è fantastica e ci hanno trattato molto bene con questa grande ospitalità. Ci sentiamo privilegiati per essere qui! Grazie a Cuba, che ci ha aperto le porte come sempre”.

 

Hélice ha detto che tutti loro stanno affrontando gli esami per convalidare il titolo di laurea (gli USA non riconoscono le lauree cubane NdR) e che la forma di  valutare nel suo paese è deferente, ma che sono preparate per affrontarlo. 

 

Parlano così queste ragazze formate a Cuba che si sommano ai medici cubani per continuare a salvare vite in Haiti.

 

Quando cominceranno le visite, oggi, i pazienti incontreranno nuove facce, ma senza dubbi l’attenzione sarà sempre la stessa.

 

Medici nordamericani laureati

 

nella ELAM ad Haiti

 

Integreranno il gruppo dei professionisti  cubani

 

4 febbraio 2010 - www.granma.cu

 

Sette medici statunitensi, laureati nella Scuola Latinoamericana di Medicina, a L’Avana, sono partiti per Haiti dove lavoreranno assieme ai cubani che si trovano in questo paese dei Caraibi, assistendo le vittime del terremoto.

 

“Questi  bravi e capaci medici sono pronti per servire. Si sono laureati in Cuba e sono stati preparati in una maniera unica per le molteplici sfide di questa missione urgente”, ha detto il reverendo Lucius Walker, direttore esecutivo della Interreligious Foundation for Community Organization (IFCO), l’organizzazione che gestisce le borse di studio degli studenti nordamericani nell’università cubana.

 

“I medici che sono partiti dall’aeroporto di  Newark, nel New Jersey, hanno viaggiato con i loro zaini pieni di medicinali”, ha aggiunto  Walker.

 

La Scuola Latinoamericana di Medicina è stata creata nel 1999 come parte del programma cubano d’assistenza ai danneggiati degli uragani  Mitch y George.

 

Numerosi alunni statunitensi frequentano l’università cubana, eludendo l’embargo (NR: blocco) con permessi speciali per studenti.

 

Secondo il IFCO, sono più di cento i professionisti in medicina provenienti da Cile, Spagna, Venezuela, Messico, Colombia e Canada che lavorano con il gruppo cubano in Haiti, dove più di 200000 persone sono morte per il terremoto

 

A 20 GIORNI DAL TERREMOTO

 
Cuba continua a salvare vite in Haiti

 

2 febbraio 2010 - Leticia Martínez Hernández - Juvenal balán www.granma.cu

 

Sono passati 20 giorni da quando il terribile terremoto ha devastato senza misericordia questa capitale e mentre molti partono verso i loro tranquilli mondi con la foto finale che conferma il loro passaggio nella terra haitiana, i 938 collaboratori cubani, tra i quali 380 medici haitiani che hanno studiato in Cuba, continuano a salvare vite qui, pur nella difficile situazione vissuta e che si vive.

 

Vaccinando contro il tetano nello stadio del calcio della capitale.
Vaccinando contro il tetano nello stadio del calcio della capitale.

Cuba è stata il primo paese che ha teso una mano al disperato popolo di Haiti. Quando la nuvola di polvere non terminava ancora di dissiparsi  la notte del 12 gennaio, furono centinaia a correre con i familiari tra le braccia, al luogo dove da dieci anni lavoravano i medici cubani.

 

Una legione di feriti ed anche di morti aveva inondato quel luogo.

 

E se nelle prime ore l’assistenza fu la prima necessità, oggi l’organizzazione prevale nei tre ospedali della capitale, Port au Prence, e nei quattro ospedali da campo dove lavorano i medici cubani.

 

Il dottor Carlos Alberto García, membro del coordinamento cubano dice che molti collaboratori di altre nazioni ritornano nei loro paesi perchè dicono che l’emergenza è passata.

 

“Per noi l’emergenza continua da un’altra dimensione e non da un punto di vista chirurgico, ma per altre malattie che adesso appaiono come conseguenza del disastro, tra le quali le infezioni respiratorie, le diarree, le lesioni della pelle ed anche  il paludiamo, i parassiti, la febbre tifoidea...”

 

A 20 giorni dal terremoto, la cosa più significativa degli aiuti cubani è aver offerto un’assistenza integrale ai pazienti.

 

Questo è confermato con il lavoro nelle cure, con la promozione della salute, il controllo dei vettori e con il recupero fisico, servizio indispensabile in una popolazione danneggiata da traumi fisici e da amputazioni.

 

Queste sono alcune cifre: sino a ieri erano stati assistiti più di 50000 pazienti, dei quali 3400 operati chirurgicamente, con 1500 casi complessi e 1100 amputazioni.

 

Cuba sarà presente sino a quando questo popolo lo necessiterà.
Cuba sarà presente sino a quando questo popolo lo necessiterà. 

Il dottor Carlos Alberto ha detto che sono state installate altre sale per il recupero fisico, che avranno un forte impatto, perchè anche prima del terremoto, Haiti non contava su questo servizio pubblico.

 

Non tutto è stato morte e disgrazia: dopo il terremoto i medici cubani  e haitiani formati in Cuba hanno realizzato 280 parti, tra i quali 183 cesarei, soprattutto negli ospedali da campo, dove ci sono ottime condizioni per farlo.

 

I medici cubani “assaltano” le piazze ed i parchi dove sono riuniti migliaia di haitiani per la campagna di vaccinazione contro il tetano, nello stadio del calcio per esempio, invaso da centinaia di persona senza tetto.

 

Molti bambini  sono stati vaccinati, come tutti coloro che passavano, e un cartoncino giallo  lo conferma.  Inoltre si inietta il vaccino triplo contro la difterite, morbillo e pertosse. 

 

La cooperazione sanitaria cubana include la salute mentale e per questo sono giunti da Cuba psicologi e psichiatri che svolgeranno attività con bambini e giovani negli accampamenti, nelle piazze e nei parchi di Port au Prence.

 

Per aiutare nello svolgimento di questo lavoro, i costruttori hanno reso agili i lavori di recupero di cinque Centri Diagnostici Integrali paralizzati dopo il terremoto: due saranno pronti in pochi giorni e diventeranno così sette i luoghi dove si presta attenzione sanitaria nei vari dipartimenti della nazione.

 

Gli altri tre saranno invece pronti in alcune settimane.  

 

Sono stati 20 giorni di dedizione, pur vivendo in tende da campo, in condizioni difficili, in assoluta austerità, vivendo vicino all’orrore, i medici cubani ogni giorno si alzano con tutta la forza per guarire.

 

Cuba sarà presente  in Haiti sino a quando questo popolo lo necessiterà.

 

I medici cubani hanno iniziato i servizi
 

di recupero fisico in Haiti

 

1 febbraio 2010 - www.granma.cu (jr)

 

La missione della sanità cubana in Haiti  ha iniziato il servizio di recupero dei pazienti come parte dell’assistenza da prestare alle vittime del terremoto, ha reso noto PL.

 

Il primo dei gruppi che compie questa funzione opera nell’ospedale da campo della località di  Leoganne, a 30 Km a ovest della capitale.

 

Lo specialista  Luis Rafael Alfonso ha spiegato che la sala è dotata degli strumenti necessari, tra i quali il sistema a raggi infrarossi, i magneti, il laser e il Enraf, un dispositivo capace di combinare gli ultrasuoni con differenti modalità di corrente, con fini terapeutici.

 

Con l’Enraf  che lavora a media o bassa frequenza, si possono migliorare le contratture, si allevia il dolore e si migliorano i problemi circolatori, tra le molte funzioni, mentre il laser, oltre all’effetto fisio – terapeutico,  permette di cicatrizzare le ferite.

 

Alfonso ha detto che la maggioranza delle persone assistite nella prima giornata presentavano casi di politraumi, fratture delle braccia e delle gambe e schiacciamenti.

 

L’ospedale da campo cubano di Leoganne ha iniziato l’attenzione alla popolazione quattro giorni dopo il terremoto che ha devastato  Haiti. Vi lavorano 42 collaboratori, tra specialisti di medicina interna, terapia intensiva, pediatria, ginecologia, ostetricia, psichiatria, anestesia e ortopedia.

 

Oltre al gruppo per il recupero fisico, vi lavorano anche gli specialisti nella lotta contro i vettori che, con alcuni studenti di medicina e vari medici haitiani, completano lo staff.

 

I medici cubani ogni giorno assistono più di mille persone, alcune sul terreno e  altre in varie installazioni.

 

A Leoganne è nato un bambino:
 

lo hanno chiamato Fidel

 

1 febbraio 2010 - Enrique Torres www.granma.cu

 

Nella sala parto dell’ospedale da campo cubano, a Leoganne, si è sentito il pianto di una neonato venuto al mondo sano e salvo e sua madre non ci ha pensato due volte: “Si chiamerà Fidel!”, ha detto.

 

È che Clotilde, la mamma, è una delle tante persone che esprimono eterna gratitudine per gli aiuti ricevuti dall’Isola che non sono circoscritti alle conseguenze del terribile terremoto che ha devastato Port au Prince, ma datano da dieci anni.

 

Il piccolo Fidel è nato il 30 gennaio nelle mani del dottor Rodez Montumaire, medico haitiano laureato in Cuba, che frequenta il terzo anno di specializzazione di ginecologia e ostetricia nell’ospedale clinico-chirurgico di Santiago di Cuba.

 

Tre settimana fa, quando  il terremoto ha scatenato un’ondata di panico nel paese, Clotilde non immaginava che avrebbe partorito poco dopo in una delle tende da campo poste dai cubani per soccorrere le vittime, e tanto meno che sarebbe stato un suo conterraneo, il dott. Montumaire a ricevere il piccolo, un medico che ha stabilito vincoli tali con l’Isola cubana  da sceglierla per vivere.

 

“A Santiago  studio, ma ho anche una moglie, Idelsis Machado, e due figli,  Carlos  e Liss Marian”, ha detto. “Qui a Leoganna nascono sette, otto bambini al giorno e non importa l’ora: ovviamente siamo sempre qui!”.

 

L’ospedale di Leoganna all’inizio ha cominciato a prestare assistenza con possibilità limitate, ma ora oltre alla sala parto e la terapia intensiva, conta sul servizio d’urgenza, radiologia, ultrasuoni, sala di sterilizzazione,  sala operatoria, assistenza pre e post operatoria,  laboratorio clinico ed una sala per ricoverare adulti e bambini e dove attualmente ci sono circa 100 pazienti.

 

Inoltre dispone di una sala di recupero fisico e di un centro per la lotta contro i vettori. Questo lavoro viene svolto da studenti di medicina e medici haitiani laureati in Cuba.

 

In questo ospedale - Leoganne è una delle città più colpite dal terremoto -  sono assistite ogni giorno circa mille persone.

 

Battaglia cubana contro le

epidemie sulle strade haitiane

 

Porto Principe, 29 gennaio 2010 -  (Prensa Latina)

 

Tra i maggiori pericoli che incombono su questa capitale dopo il terremoto ci sono le possibili epidemie che i collaboratori cubani trattano di evitare con l'esperienza ottenuta in altri paesi e le risorse a loro disposizione. Si lavora per intercettare i fattori di rischio, da lì l'importanza dell'educazione sanitaria alle persone, ha spiegato a Prensa Latina Gonzalo Estevez, specialista in epidemiologia della brigata medica cubana in questo paese.  

D’accordo con l'esperto, prima del sisma, Porto Principe mostrava un quadro igienico epidemiologico che si poteva già definire deplorevole, poiché, tra gli altri fattori, in questa urbe non esisteva nessun sistema di raccolta e disposizione finale di spazzatura, che l'abbracciasse nella sua totalità.  

Non contava neanche su una fognatura di qualità, poiché quella esistente è molto vecchia, dell'epoca coloniale, interrotta nella maggioranza delle sue parti, a tale punto che i residuali liquidi della città correvano e corrono per le strade.  

Quando la terra ha tremato, i vettori in un primo momento hanno tentato di fuggire e cercare rifugio in altre tane, ha indicato Estevez.  

Passate le prime 24 o 48 ore, hanno smesso di nascondersi ed hanno cominciato a manifestarsi, hanno tentato di cercare cibo, e si sono riprodotti, diffondendosi tra le persone che sono uscite dai luoghi abitati perché le loro case sono cadute, ed ora vivono nelle piazze e nei parchi.  

Il gruppo di 64 collaboratori che è arrivato nei giorni recenti per compiti epidemiologici lavora nell'educazione sanitaria della popolazione, per insegnarle a disporre dei residuali liquidi e solidi e manipolare correttamente l'acqua e gli alimenti.  

Ora queste attività devono compierle all'aperto, o sotto le tende, e nella misura in cui loro acquisiscano qualche conoscenza di educazione sanitaria, potranno proteggersi dalle malattie.  

“Questa educazione la stiamo facendo con le nostre risorse, ed abbiamo portato qui i giovani haitiani di quinto e sesto anno di medicina che studiano a Cuba, e medici haitiani che si sono laureati a Cuba”, ha precisato l'epidemiologo.  

I gruppi misti cubano-haitiani collocano negli insediamenti striscioni, cartelli e manifesti, tutti moduli in creolo, in modo che siano accessibili a quelli che sanno leggere. Il loro lavoro non si limita alla prevenzione, ma inoltre essendo medici, realizzano indagini, e caricano nei loro zaini medicine contro la febbre tifoidea e la leptospirosi. “Se riusciamo a fermare i focolai, vinceremo la battaglia”, ha indicato l'esperto.  

I cooperanti cubani hanno vaccinato la popolazione per evitare che contragga il tetano, cosa molto facile per i traumi che si sono prodotti durante il terremoto.  

Si sono diagnosticati già casi isolati di questa malattia, ma non ci sono stati grandi focolai.  

Inoltre, con l'appoggio dell'Organizzazione Panamericana della Sanità, si prepara una campagna di vaccinazione a partire da domenica prossima, contro la difterite, la pertosse, il morbillo e la rosolia.

 

“Cuba è il primo paese

che ci ha aiutato”

Ha detto Jean Renald Clerismé, consiguiere del gabinetto privato del presidente haitiano René Preval

 

29 gennaio 2010 - Leticia Martínez Hernández - Juvenal Balán www.granma.cu (jr)

 

Haiti? La risposta della comunità internazionale per aiutare Haiti è stata molto importante, ma Cuba è stato il primo paese che ci ha aiutato, perchè i cubani stavano già lavorando da prima del terremoto, ed hanno collaborato  salvando un numero molto importante di vite umane”, ha assicurato Jean Renald Clerismé, consigliere del gabinetto privato del presidente René Preval, durante un incontro con la stampa cubana.

 

Renald  inoltre ha riconosciuto l’immediato appoggio della Repubblica Dominicana, il cui presidente, Leonel Fernández, è andato a Port au Prince il giorno dopo la catastrofe, ed anche la Repubblica Bolivariana del Venezuela, che ha dato un forte aiuto.

 

“Possiamo dire che il mondo ispanico della regione è molto presente in Haiti” ha aggiunto.

 

Renald  ha ringraziato in modo particolare Fidel, che aveva cominciato il programma di collaborazione con Preval; il Presidente Raúl, e quest’altro grande amico che è il vicepresidente cubano Esteban Lazo, che ha accompagnato Haiti per tanti anni.

 

Parlando del numero delle vittime, ha detto che si parla di circa 150000, anche se il totale potrebbe giungere anche a 200000, perchè molte persone sono restate sotto le macerie. 

 

“È stato più violento di una guerra”, ha commentato.

 

Renald  ha deplorato che ci sono problemi di coordinamento per ripartire il cibo. “A livello di gabinetto  sono stati creati dei gruppi di lavoro, ma in una situazione di catastrofe il coordinamento diventa molto complicato.  Stiamo cercando di realizzare questo coordinamento perchè la gente riceva bene gli aiuti”, ha sottolineato. 

 

A proposito del delicato tema delle adozioni dei bambini di Haiti che hanno perso i genitori per il terremoto, ha precisato che nel paese ci sono  il Ministero del Temi Sociali e l’Istituto dei Beni Sociali, che s’incaricano di questo. Il Governo non ha problemi per le adozioni, ma si devono fare seguendo le regole del paese. È pronto un piano per costruire accampamenti al di fuori della città e creare spazi dove sistemare almeno 600000 persone che sono rimaste senza casa”, ha detto ancora il funzionario.

 

Cuba e Norvegia  hanno firmato

 

un accordo per aiutare Haiti

 

26 gennaio 2010 - www.granma.cu (jr)

 

La Reale Ambasciata della Norvegia in Cuba ed il Ministero del Commercio Estero e gli Investimenti Stranieri (MINCEX), hanno firmato un accordo nel pomeriggio di venerdì 22, con il quale il paese europeo ha donato, come aiuto d’emergenza al popolo haitiano, cinquemilioni di corone norvegesi, circa 885.000 dollari per appoggiare l’importante lavoro che realizzano i medici cubani ad Haiti.

 

I fondi sono destinati all’acquisto e all’invio di medicinali, mezzi e strumenti per l’assistenza medica che offre la Brigada della Sanità  di Cuba, composta da più di 400professionisti e da altri specialisti della salute che, assieme a 217 giovani haitiani, vincolati direttamente al lavoro della missione, sommano 663 Collaboratori.

 

Dati d’interesse sulla cooperazione  medica cubana in Haiti.

 

Attualmente  prestano assistenza sanitaria  in Haiti 417 collaboratori cubani della salute. A costoro  si sono sommati  240 residenti, interni e studenti haitiani del 5º anno della facoltà di medicina, che erano a Cuba.

 

Sino al 22 gennaio sono stati assistiti 20095 pazienti e sono state realizzate 1954 operazioni chirurgiche. 

 

I medici cubani lavorano in 21 punti d’assistenza organizzata a tre livelli:

 

• Città di Port au Prince: Ospedale  La Renaissence, Ospedale de La Paz, Ospedale Ofatma, e Brigata Itinerante di Pronto Soccorso.

 

• Periferia della Capitale: Ospedali da Campo di Leoganne, Arcahaie, Isola Lagonave, Carrefourt, Centri di Diagnosi Integrale di Grand Goave, Petit Goave e Thomasó.

 

• Altri dipartimenti: Ospedale da Campo di Jacmel, Centri di Diagnosi Integrale di Mirebalais, Anse-a-Veau, Raboteau e Aquin, Les Cayes, Cabo Haitiano, Port de Paix, Grand'Anse e Nippes Cuba ha posto in funzione in Haiti 14 sale operatorie con 16 gruppi di chirurghi.

 

Assieme al personale cubano lavorano più di 100 specialisti di vari paesi (Venezuela, Cile, Spagna, Messico, Colombia, Canada) e 17 monache, in maggioranza nell’Ospedale de la Paz.

 

La OPS qualifica come eccellente la

collaborazione cubana ad Haiti

 

25 gennaio 2010 - Leticia Martínez Hernández e Juvenal Balán www.granma.cu

 

Mirta Roses, direttrice dell’Organizzazione Panamericana della Salute, ha ieri qualificato come eccellente e meravigliosa la collaborazione medica cubana ad Haiti durante una visita all’Ospedale Universitario La Paz, una delle tre istituzioni della capitale haitiana nella quale lavorano i medici cubani.

 

Al principio eravamo disperati, ha detto, perché non potevamo metterci in contatto con la brigata medica cubana. Volevamo farle sapere che il centro medico ProMed, dell’OPS era attivo.

 

Visto che i cubani si trovavano ad Haiti da prima del terremoto, godevano di un vantaggio nella risposta, ha commentato.

 

Roses ha assicurato che le prossime azioni dell’OPS saranno di continuare a collaborare con Haiti e con la Repubblica Dominicana, soprattutto nei servizi che quest’ultimo paese sta fornendo alla frontiera, e coordinare gli aiuti internazionali nel campo della salute.

 

Sugli aiuti ad Haiti, ha detto che stanno arrivando molti volontari in modo spontaneo che non hanno luoghi assegnati, né tanto meno infrastrutture, e finiscono per lottare per le risorse come il cibo, l’acqua, e l’appoggio logistico. Per questo stiamo cercando di fare una selezione di questa offerta volontaria per ubicarla dove ci sono organizzazione e disciplina. Ha considerato che il tipo di persone che oggi si richiedono non è lo stesso dei primi giorni.

 

La direttrice ha continuato spiegando che anche se la priorità è assistere i feriti, devono comunque cominciare ad essere ristabiliti i programmi contro la tubercolosi, l’HIV e la malaria.

 

Abbiamo cominciato a chiedere i rinforzi con i vaccini necessari, grazie ai quali non vedremo grandi catastrofi epidemiche ad Haiti, ha concluso.

 

Cuba ha curato più

di 18000 haitiani

Disposti quattro ospedali. Sommano a 657 i collaboratori in Haiti. Rafforzano le postazioni mediche prima del trasferimento in altre regioni. Lavoreranno alla riabilitazione dei mutilati e feriti, e anche al controllo di vettori e roditori.


23 gennaio 2010 - Leticia Martinez Hernandez e Juvenal Balan  www.granma.cu

 

"I medici cubani hanno assistito, dal giorno del terremoto e sino al 22 gennaio, più di 18000 pazienti haitiani ed hanno eseguito 1700 interventi chirurgici, tra i quali 800 di chirurgia complessa", ha informato il dottor Carlos Alberto García, capo della Brigata della sanità cubana in Haiti.

 

García ha precisato che lavorano in questo paese 657 collaboratori, tra i quali 417 cubani e 240 haitiani.

 

"A Port au Prince offrono assistenza sanitaria in tre ospedali: La Paz, La Renaissance e Ofatma; inoltre sono stati montati due ospedali da campo, a Leoganne e a Jacmel, ed ora se ne stanno montando altri due, uno in Carrefour, luogo vicino all’epicentro del terremoto e l’altro a Croix des Bouquet", ha detto ancora.

 

Da alcuni giorni gli hatiani hanno cominciato ad emigrare dallaLa situazione igienico–epidemiologica si complica in Haiti. capitale verso gli altri dipartimenti, cosa che ci ha obbligato a rafforzare l’assistenza medica cubana in questi luoghi. Per esempio: 1500 pazienti sono stati sfollati con una nave delle Nazioni Unite verso la Grand Anse. Tre autobus trasferiscono persone e pazienti verso Fort Liberté, un dipartimento ubicato nell’estremo nord del paese. Abbiamo appena rafforzato le posizioni mediche di Fort Liberté e Gonaives e tre giorni fa sono giunti nuovi medici cubani che lavorano nei dipartimenti di Nippes e Sur, zone colpite dal sisma".

 

"Sono una fortezza anche i cinque Centri di Diagnosi Integrale - CDI – donati da Cuba e dal Venezuela, che funzionavano prima del terremoto e contano su una ventina di letti, una sala di terapia intensiva, sala parto ed altre locazioni. La prossima settimana saranno pronti altri due CDI che erano quasi terminati, nei dipartimenti di Grand Anse e Nordest. Potremo così rispondere al flusso di persone che stanno emigrando verso questi luoghi", ha aggiunto il dottore.

 

In questo momento, 30 gruppi di quattro, tra dottori cubani e studenti haitiani che studiano in Cuba, realizzano una campagna di vaccinazione contro il tetano con le 400000 dosi che Cuba ha donato.

 

Inoltre si stanno realizzando lavori di prevenzione sanitaria e, con l’uso di altoparlanti, si avvisa sulle misure sanitarie e igieniche che si devono osservare.

 

Il dottor Garcia ha detto che è adesso che cominciano ad apparire come conseguenze della catastrofe, le infezioni respiratorie e le diarree.

 

A proposito del deterioramento della situazione igienico - epidemica, il capo della missione della sanità cubana E l’acqua continua a scarseggiare ha informato che giungeranno a Port au Prince domani, domenica 24, laureati in epidemiologia, entomologi e specialisti in fumigazione, 63 cubani che formano sette brigate, che lavoreranno al controllo dei vettori e contro la diffusione di topi e ratti.

 

"Si stanno creando le condizioni per cominciare la riabilitazione delle persone che sono rimaste mutilate per la catastrofe. Fisiatri, diplomati in Cultura Fisica e infermieri specializzati in riabilitazione, presteranno aiuto ai necessitati in Haiti".

 

Il dottor García ha informato che i pazienti assistiti dai medici cubani si dividono in 2800 che hanno sofferto fratture alle estremità inferiori, più di 1500 alle superiori e 2680 che sono polifratturati.

 

"La presenza di cadaveri per le strade del capitale haiatina è minore, ha apprezzato il dottor García e si comincia a raccogliere la spazzatura; le brigate raccolgono le macerie, ma è tutto insufficiente di fronte alla gravità dei danni provocati dal terremoto!"

 

Cuba ha aperto due nuovi
ospedali da campo in Haiti

 

21 gennaio 2010 - www.granma.cu

 

La forte replica sentita mercoledì 20, di 6,1 gradi della scala Richter, ha distrutto altri tre edifici che erano in piedi ed ha accentuato nella capitale haitiana il panico della popolazione, che vive nelle piazze, nei parchi e per le strade, ma non ha interrotto l’eroico lavoro del personale medico di Cuba.

 

I collaboratori dell’Isola hanno adottato misure di protezione adeguate e si mantengono allerta di fronte al possibile arrivo di altri lesionati. 

 

Due giorni fa è stato montato un ospedale da campo  a Leoganes, una del zone più colpite, ed in meno di12 ore, rapidamente e con efficienza, sono state eseguite 16 operazioni chirurgiche. 

 

Ieri, mercoledì è stato installato un altro ospedale a Jacmel.

 

Intanto, migliaia di persone vagano per le strade, molti con bidoni, tubi, contenitori di media capacità ed altri recipienti, per ricevere un poco di acqua nei punti in cui situano i camion cisterne e gli altri veicoli di distribuzione. 

 

C’è angoscia, ma si è giunti ad un livello di disperazione: basta guardare le decine di luoghi  nelle strade di Petionville dove, tutto post su teli nella strada, si commerciano banane, malanga, boniato, carote, lattughe, qualcosa di  bigiotteria, articoli commestibili e  bibite, senza agglomerazioni o disturbi.

 

Nel centro di Port au Prence, dove si trovano i grandi negozi  ed i supermercati, si vedono invece scene di saccheggi tentati  da alcuni, che vengono affrontati dalla polizia di Haiti e dalla Missione delle Nazioni Unite,  per stabilizzazione di Haiti, la MINUSTAH.

 

I medici cubani continuano

a salvare i bambini haitiani

 

Porto Principe, 19 gennaio 2010 (Prensa Latina)

 

Una settimana dopo il sisma che ha devastato questa città, i bambini haitiani sono in salvo grazie all'intervento dei medici cubani che proteggono la loro vita perfino dopo averli dimessi.


Tale è il caso della piccola Martina Franklin, di tre anni, che è stata protagonista di una scena drammatica, causata dal terremoto, ed è sopravvissuta. La casa a due piani dove risiedeva la bambina insieme ai suoi genitori, nel quartiere Carreffour Fevilles, è crollata nei primi secondi del terremoto. La madre della piccola stava cucinando, e vicino a lei giocava Martina, ha raccontato a Prensa Latina sua zia, che poco prima della catastrofe era stata lì.    


Al prodursi il crollo, e nel cadere il soffitto, la cucina a gas ha generato un incendio tra i resti della casa, dove sono rimasti intrappolati la piccola ed i suoi genitori. Questi ultimi sono morti, ma Martina invece è sopravvissuta, e tre giorni dopo il terremoto, i soccorritori haitiani hanno ascoltato una voce debole che, chiedendo aiuto, si sentiva tra le macerie e diceva “sono qui, sono qui”.   


La bambina è stata portata al centro medico La Renaissance, nei pressi del devastato palazzo di governo, dove è stata assistita dai medici cubani che lavorano lì.   


Bruciature molto severe nelle estremità hanno costretto i medici ad amputargli le due gambe per evitare danni maggiori che potevano pregiudicare la sua vita, dopo aver lottato tantissimo, da sola, per 72 ore.   


E’ scioccante anche l'episodio in cui sono sopravvissuti Rosany Joseph e quattro dei suoi sette figli.   


I bambini, Carlin, Carlina, Amigaelle e Mackensan, hanno sofferto lesioni diverse quando è crollato il tetto della loro casa, provocandogli dei traumi alla testa, ma hanno ricevuto una rapida assistenza da parte della squadra di pediatri cubani che lavora nell'Ospedale Universitario della Pace.  


Dopo essere stati dimessi, sua madre ha deciso, come l'hanno fatto decine di pazienti, di rimanere a vivere nei giardini dell'installazione, per stare vicino alla squadra dei medici dell'isola e di altri paesi che hanno assunto il controllo dell'istituzione, che era rimasta paralizzata dopo il sisma, dal momento che il suo personale non ci era tornato mai più. 


Dopo il terremoto, i 331 medici cubani che si trovavano in Haiti si sono mantenuti offrendo assistenza medica, tra cui 81 di loro dalle prime ore del disastro hanno installato un ospedale di campagna nella zona più colpita di questa capitale.   


Ai più di 300, si sono sommati la brigata Henry Reeve ed i giovani haitiani formati sull'isola, oltre a studenti di medicina che apprendono a Santiago di Cuba, una delle province dell'oriente dell'arcipelago cubano.
 

 CUBA AIUTA HAITI DA

OLTRE UN DECENNIO

 

19 gennaio 2010 - ambasciata cubana a Roma

 

· La solidarietà del popolo cubano non é giunta ad Haiti con il terremoto, la nostra collaborazione verso quel popolo fratello viene offerta da oltre un decennio.

· Nel momento in cui il terremoto ha scosso Haiti si trovavano già in quel paese fratello, prestando la loro opera in forma gratuita e disinteressata, circa 400 collaboratori cubani.

· I medici cubani hanno iniziato a prestare la loro opera fin dal primo istante successivo alla scossa. E’ stata la più importante assistenza medica che abbia ricevuto il popolo haitiano nelle prime 72 ore, e praticamente l’unica in quei momenti.

· Il 13 gennaio, si sono inoltre aggregati a Port-au-Prince oltre 60 collaboratori del settore sanitario, tra essi specialisti del
Contingente “Henry Reeve” per situazioni di emergenza, con esperienza in simili catastrofi.

· Questa brigata medica portava con se medicine, approvvigionamenti, prodotti alimentari, sacche di siero e di plasma.

· Fino alle ore 20:00 di giovedì 14 gennaio, erano stati assistiti 1987 pazienti e realizzati 111 interventi chirurgici, in 5 diversi punti di assistenza di Port-au-Prince: Ospedale da Campo dell’Allegato, Ospedale La Renaissance, Ospedale Ofatma, Centro Diagnostico Integrale di Grand Goave e Centro Diagnostico Integrale di Mirebalais, questi ultimi due ubicati alla periferia della capitale.

· Inoltre, cooperanti cubani di altri dipartimenti haitiano hanno iniziato a lavorare nel 6º punto di assistenza creato nell’Ospedale Delmas 33.

· Circa 400 giovani haitiani formati come medici a Cuba lavorano oggi insieme ai rinforzi cubani per salvare vite in questa critica situazione.

· Possiamo confermare l’informazione già diffusa sull’autorizzazione di Cuba, rilasciata immediatamente dopo aver ricevuto la richiesta, ad
utilizzare lo spazio aereo cubano del territorio orientale da parte degli aerei nordamericani.

· Cuba é disposta a cooperare con tutte le nazioni sul terreno, inclusi gli Stati Uniti, al fine di aiutare il popolo haitiano e salvare quante più vite umane possibile, considerando che per questo Cuba ha il personale e l’infrastruttura necessaria in quel paese.

· In questo momento Cuba sta collaborando con il Venezuela, la Namibia e la Norvegia per aiutare il popolo haitiano.

· Stiamo inoltre collaborando con la Cina, la Repubblica Dominicana, il Messico e la Russia.

· Ci siamo rivolti all’OPS chiedendo appoggio logistico, materiale chirurgico monouso, supporto ospedaliero ed altro materiale necessario per garantire assistenza medica ad Haiti.

· Fin dal mese di dicembre del 1998, Cuba presta la propria collaborazione medica al popolo haitiano attraverso il Programma Integrale della Salute.

· Fino ad oggi hanno prestato ad Haiti la loro opera in questo settore 6094 collaboratori, che hanno realizzato oltre 14 milioni di visite ambulatoriali, oltre 225 interventi chirurgici, assistito più di 100mila parti e salvato oltre 230mila vite umane.

· Nel 2004, dopo il passaggio della tormenta tropicale Jeanne sulla città di Gonaives, Cuba ha offerto il proprio aiuto per mezzo di una brigata composta da 64 medici e 12 tonnellate di medicine.

· Prima del terremoto 5 Centri di Diagnosi Integrale, costruiti da Cuba ed il Venezuela, prestavano la loro opera al popolo haitiano.

· Dal 2004 é in essere ad Haiti l’Operazione Miracolo. Fino al 31 dicembre del 2009 era stato operato un totale di 47273 haitiani.

· Attualmente studiano a Cuba 660 giovani haitiani, di essi 541 si stanno formando come medici.

· A Cuba si sono formati 917 professionisti, di cui 570 medici.

· Cuba coopera con Haiti in settori come l’agricoltura, l’energia, la pesca, le comunicazioni, oltre che nella sanità e nell’istruzione.

· Come risultato della cooperazione di Cuba nel campo dell’istruzione, sono stati alfabetizzati 160030 haitiani.

 

Nuovi aiuti di Cuba

per Haiti

 

18 gennaio 2010 - Raymundo Gómez Navia   www.granma.cu (ain)

 

Aerei cubani con medicinali ed altri risorse, specialisti della salute e di situazioni d’emergenza naturale continuano ad arrivare all’ aeroporto internazionale di Port au Prence.

 

Nuovi aiuti di Cuba per HaitiSabato 16 sono giunti altri medici e strumenti  per rafforzare gli integranti della brigata Henry Reeve, che lavorano in diversi punti della capitale.

 

Nel Campo di Marte, in Piazza della Repubblica ed altri luoghi di questa capitale, sono sistemati punti all’aria aperta per offrire assistenza d’urgenza ai traumatizzati, curare ferite e soprattutto agire preventivamente contro le infezioni. I casi più gravi di fratture, come i più complessi, sono inviati negli ospedali in funzione.

 

Gli specialisti cubani ricevono manifestazioni di gratitudine per l’appoggio e la solidarietà di Cuba, ed è comune sentire - e non senza emozione – in creolo, francese, inglese ed anche in spagnolo, gridare Viva Cuba,  Viva Fidel, Grazie Raul.

 

Tra gli aerei giunti dall’Isola cubana, uno ha portato dieci tonnellate di medicinali e prodotti d’alta domanda, per aiutare la critica situazione che si vive in Haiti.

 

Ora sono 447 i componenti del contingente sanitario cubano presenti in Haiti, e 220 sono concentrati a Port au Prence.  

 

BAMBINA DI 18 MESI TROVATA VIVA DOPO 3 GIORNI  

 

Un miracoloso riscatto di una piccola di 18 mesi ad Haiti, Zinnie,  strappata dalla tomba di rovine di un edificio è avvenuto dopo ben 3 giorni che vi era sepolta. Un gruppo di persone ha sentito il suo pianto ed un gruppo di  giornalisti di un canale TV dell’Australia è riuscito a riscattarla viva. 

 

Si ignora dove si trovano i genitori o i familiari della bambina.  

 

CUBA APRE LO SPAZIO

AEREO AGLI USA  

 

Il governo cubano ha aperto lo spazio aereo per consentire agli aerei statunitensi di portare aiuti ad Haiti ed evacuare i feriti.

 

Un portavoce della Casa Bianca ha spiegato noto che è stato raggiunto un accordo perché gli aerei che partono dalla base statunitense nella baia cubana di Guantanamo diretti in Florida passino sopra l'isola; e in tal modo possono accorciare il tradizionale tragitto di circa 90 minuti.

 

Le squadre di soccorso inviate da Washington stanno portando le vittime bisognose di cure nell'ospedale militare di Guantánamo; ma alcuni sopravvissuti devono poi essere trasferiti in Florida per ulteriori terapie.

 

Brigata medica cubana “Henry Reeve” lavora in Haiti

 

14 gennaio 2010 -  Ana Ivis Galán García www.granma.cu

 

La Brigata Medica Cubana che presta i suoi servizi solidali nella capitale haitiana dopo il terremoto avvenuto nel pomeriggio di martedì, ha allestito un ospedale di campagna in un’istallazione annessa al centro ospedaliero crollato.

 

Il Telegiornale Nazionale della Televisione, ha divulgato l’informazione che nella notte di ieri, con personale cubano, si è cominciato a prestare assistenza medica nell’ospedale di Assistenza Sociale, e che stamattina è stato riaperto l’Ospedale Nazionale.

 

Integranti del Contingente Internazionale di Medici Specializzati in Situazioni di Disastri e Gravi Epidemie di Cuba Henry Reeve, sono occupati in varie località haitiane per servire alle vittime del sisma, accaduto il passato martedì.  La brigata medica cubana - con esperienza in Cina, Pakistan, Guatemala, Indonesia e Bolivia - si è unita al resto del personale della salute radicato lì, il quale soccorre la cittadinanza dal principio della tragedia.  


Come parte dell'aiuto solidale le autorità dell'isola hanno inviato medicine, borse di siero e plasma, alimenti e vettovagliamenti.  


Fino al pomeriggio di ieri sono stati soddisfatti
1102 pazienti, sono stati realizzati 19 interventi chirurgici e sono morte 26 persone, 9 delle quali minori di età, ha precisato la Televisione Cubana.


La stessa fonte ha informato che Joel Melo della Facoltà di Contabilità e Finanze dell'Università de L'Avana - che si trovava realizzando una maestria - è riportato come grave ed è curato dai medici cubani.


Mentre, i 152 collaboratori cubani ubicati in Porto Principe, capitale di Haiti, si trovano in buon stato e solamente due hanno sofferto lesioni lievi.


Il capo della brigata di Educazione, Adalberto Bravo, ha sofferto una lussazione al ginocchio destro, e Alina Almeida, della stessa brigata, ha avuto una ferita lieve nella gamba destra.  


Bruno Rodriguez, ministro degli Affari Esteri, ha spiegato alla Televisione Cubana che la nazione antillana mantiene in questo paese circa 403 collaboratori, di loro 344 appartengono al settore della Salute.  


Rodriguez ha informato che in breve si aprirà un secondo ospedale di campagna dentro Porto Principe e probabilmente un terzo.  

 

Da Cuba più aiuti per Haiti

assicura il ministro degli Esteri

 

14 gennaio 2010 -  Ana Ivis Galán García www.granma.cu

 

La mattina di mercoledì 13 Bruno Rodríguez ha offerto una spiegazione dettagliata sulla situazione dei cooperanti cubani che si trovano nella fraterna repubblica di Haiti, dopo il terribile terremoto avvenuto martedì 12.

 

Il ministro cubano ha precisato che nel devastato paese sono presenti 403 collaboratori cubani e di questi 344 lavorano nel settore della salute come medici e paramedici. 

 

“Abbiamo avuto notizie di tutti coloro che lavorano a Puerto Principe e solo due hanno sofferto lievi lesioni, tutti gli altri stanno bene. Stiamo verificando la situazione e completando le informazioni sui collaboratori nel resto di Haiti. Abbiamo già localizzato la maggioranza e stanno tutti bene”, ha assicurato ed inoltre ha aggiunto che: “Sin dai primi momenti del terremoto, le vittime hanno ricevuto assistenza medica dalla brigata cubana. Stanno lavorando due ospedali da campagna installati negli alloggi del nostro personale medico.

 

Cuba sta lavorando all’invio di nuovi aiuti d’emergenza nella fraterna isola,  che consistono in farmaci e materiale sanitario. Un numero addizionale di medici andrà ad  assistere le vittime.

 

Il nostro ambasciatore e gli altri compagni che lavorano a Puerto Principe hanno passato la notte di martedì e la mattina di  mercoledì percorrendo la città e contattando i cubani che lavorano lì, perchè le comunicazioni erano in collasso totale”, ha detto ancora Bruno Rodríguez Parrilla.

 

“II gruppo del ministero degli Esteri lavora intensamente per coordinare la risposta di tutte le nostre istituzioni. Cuba, ha dichiarato il ministro, è a disposizione e parteciperà a qualsiasi sforzo di CARICOM  e si mantiene in contatto con le missioni; sicuramente lavoreremo insieme prestando assistenza al popolo di Haiti.