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LIBERTÀ PER I CINQUE EROI
Foro della Società Civile Cubana
per la Liberazione dei Cinque Dichiarazione finale |
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11 dicembre 2010 - www.granma.cu
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Riuniti a L’Avana, Cuba, il 10 dicembre del 2010, Giorno dei Diritti Umani,115 delegati di 74 organizzazioni della società civile cubana, e 5 organizzazioni regionali ed internazionali con sede in Cuba, partecipanti al Foro della Società Civile Cubana per la Liberazione dei Cinque, accordano d’esporre quanto segue:
1. Gli integranti del gruppo incaricato hanno offerto al Foro un’amplia e attuale informazione sulla situazione dei Cinque antiterroristi cubani, privati della libertà da 12 anni, reclusi nelle carceri degli Stati Uniti: Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, René González, Ramón Labañino e Fernando González, che rivela obiettivamente le violazioni della legalità realizzate durante il processo penale eseguito contro di loro da parte delle autorità dei tribunali attuanti nel caso.
2. Condanniamo le violazioni dei diritti umani fatte a questi prigionieri, perpetrate dal momento della loro detenzione, in tutto il processo giudiziario e durante il tempo della reclusione, nel trascorrere delle ingiuste condanne imposte, evidentemente illegali.
3. Il caso dei Cinque è assolutamente politico. È stato il processo più lungo negli Stati Uniti, taciuto dalla grande stampa complice, nonostante le evidenti violazioni delle leggi e l’ingiustizia del processo giudiziario eseguito contro di loro. Mentre i Cinque scontano l’ingiusta prigionia, terroristi internazionali come Orlando Bosch Avila e Luis Posada Carriles passeggiano liberamente per le strade di Miami e ricevono omaggi in un’Università di questa città.
4. È necessario diffondere la verità sul caso dei Cinque. Questi cubani riuscirono ad infiltrarsi nelle reti terroristiche anticubane a Miami. Il loro operato era solamente prevenire sulle azioni terroristiche contro Cuba, dato che tutti sanno bene che a Miami radicano e attuano impunemente gruppi di terroristi che hanno seminato la morte di persone innocenti nel nostro paese ed in altri paesi, che hanno pianificato centinaia di progetti ed eseguito assassinii e sabotaggi per distruggere la nostra economia, trasmettere malattie tra la popolazione e attentare in altri modi contro la pace, la stabilità e lo sviluppo di Cuba.
5. Sono stati accusati, tra gli altri delitti, di realizzare spionaggio. Lo svolgimento di un processo manipolato nello stesso della Florida dove radicano quei gruppi, nonostante la mancanza di prove che dimostrino che hanno commesso azioni o cercato informazioni su questioni della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, sono stati condannati ad ingiuste reclusioni. Anche se tre dei Cinque sono stati nuovamente sentenziati, e si è riusciti a far cancellare gli ergastoli imposti a Ramón e ad Antonio, ugualmente le nuove sentenze risultano ingiuste. Gerardo è stato condannato a due ergastoli e 15 anni di reclusione ed è rinchiuso in prigioni di massima sicurezza. Cuba ritiene responsabile il governo nordamericano per la mancanza di assistenza sanitaria, di fronte alla grave situazione di salute che ha sofferto.
6. Gli abusi a cui sono stati sottoposti i Cinque Eroi cubani durante la prigionia, costituiscono ugualmente una violazione flagrante dei diritti umani e dei Patti, Accordi e Convenzioni internazionali che stabiliscono il Diritto Umanitario. Durante il lungo periodo di reclusione, questi Cinque cubani hanno affrontato i più grandi ostacoli per esercitare i loro diritti e sono stati sottoposti a crudeli castighi, includendo lunghi periodi d’isolamento e la proibizione de ricevere le visite delle mogli, nei casi di Gerardo e René. Inviando Gerardo nel “buco”, il governo nordamericano ha ostacolato la preparazione del processo d’appello, impedendogli ogni comunicazione con i suoi avvocati.
7. È illustrativo che dal 27 maggio del 2005 il Gruppo di Lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie della allora Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, ha dichiarato ARBITRARIE le detenzioni di questi Cinque cubani ed ha incitato il Governo degli Stati Uniti ad adottare immediatamente le misure necessarie per dare una soluzione alla situazione. Questa decisione costituisce la prima accusa di questo gruppo mai effettuata prima su un processo svolto negli Stati Uniti.
8. La lotta per la libertà dei Cinque costituisce già un reclamo della comunità internazionale. Si sono sommate a questa domanda organizzazioni sociali, politiche, di professionisti, governi, parlamenti, personalità della cultura, della scienza, Premi Nobel, giuristi, istituzioni della società civile ed altre, in un gesto solidale e nella difesa di questa causa giusta. Le organizzazioni della società civile cubana presenti in questo Foro, alziamo le nostre voci per esigere giustizia a favore della liberazione dei Cinque Eroi cubani. Facciamo un appello a tutte le persone e organizzazioni amanti della giustizia e dei più alti sentimenti umani ad unirsi a questo nostro reclamo. È necessario che tutti i presenti informiamo sul caso dei Cinque attraverso la posta elettronica o con altre vie gli integranti delle nostre reti, gli amici e le famiglie, sollecitando le loro azioni solidali consistenti nell’invio di messaggi o la realizzazione di telefonate all’ufficio del presidente degli Stati Uniti, sollecitando che i Cinque siano liberati mediante l’uso delle sue facoltà legali e costituzionali per decretare la loro libertà.
9. Facciamo un appello alla solidarietà internazionale e specialmente al popolo degli Stati Uniti, perchè sostengano la domanda del popolo cubano che sia rettificata questa ingiustizia da parte del Presidente di questo paese, Barack Obama. Solo la solidarietà internazionale potrà ottenere il loro ritorno nella Patria e nelle famiglie!
In questo Giorno dei Diritti Umani onoriamo l’atteggiamento eroico di Gerardo, Fernando, Ramón, René e Antonio che sono simboli della decisione del nostro popolo di difendere la Patria e i valori di giustizia, libertà e solidarietà che loro eroicamente rappresentano. Inoltre, appoggiamo la condotta degna e coraggiosa dei loro familiari che ammiriamo ed ai quali ratifichiamo che continueremo al loro fianco questa battaglia per la verità, denunciando l’ingiustizia e la crudeltà di cui sono vittime i loro cari.
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