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NADINE GORDIMER RECLAMA LA LIBERTÀ PER I CINQUE EROI
 

Simili crudeltà sono inaccettabili

 

18 febbraio 2010 - Amelia Duarte de la Rosa www.granma.cu

 

 

Una lettera che reclama la liberazione dei Cinque Eroi, indirizzata al presidente Obama, è stata resa nota nel Centro Internazionale della Stampa dalla sudafricana Nadine Gordimer, Premio Nobel di Letteratura nel 1991, che si trova in Cuba come invitata d’onore alla XIX Fiera Internazionale del Libro.

 

Nella sua dichiarazione, Nadine Gordimer, che aveva già incontrato i familiari dei Cinque, ha denunciato la tortura ed i maltrattamenti psicologici a cui sono state sottoposte le madri e le mogli, da quando undici anni fa, il 12 settembre 1998, furono ingiustamente imprigionati Gerardo, René, Ramón, Antonio e Fernando. "Simili crudeltà sono inaccettabili”, ha detto la scrittrice, che ha rivelato di conoscere da vicino il dramma che attraversano queste famiglie piene di dignità e d’onore.

 

“Chiedo al governo del presidente Obama l’immediata liberazione e lancio un appello ai cittadini del mondo intero, perchè è già ora di porre fine al tormento che stanno vivendo i Cinque cubani”, ha sottolineato, dopo aver spiegato nella sua lettera le arbitrarietà delle condanne, le infamie commesse nel processo e nei processi d’appello.

 

A questo appello a favore dei Cinque Eroi si è unito anche Rask Morakabe, prigioniero politico durante l’Apartheid sudafricano, che ha confessato di sentire in maniera speciale il caso dei Cinque, ed ha dichiarato che : “In Sudafrica diamo molta importanza a questo caso, perchè abbiamo sofferto per decenni la reclusione di Mandela e nello stesso modo in cui si sviluppò la campagna per liberarlo, credo che otterremo anche la libertà  per i Cinque”.

 

“Farò tutto il possibile per la libertà dei

 

Cinque” afferma Nadine Gordimer

 

15 febbraio 2010 - www.granma.cu

 

 

La scrittrice sudafricana Nadine Gordimer ha affermato all’Avana che farà “tutto il possibile per ottenere la chiusura Guantanamo e la liberazione dei Cinque”.

 

Il Premio Nobel alla Letteratura 1991, che si trova sull’Isola come ospite per la XIX Fiera Internazionale del Libro dell’Avana, ha affermato di sentirsi vicina al tema dei Cinque cubani antiterroristi prigionieri nelle carceri statunitensi.

 

“È molto difficile seguire tutte le manipolazioni che il governo statunitense ha orchestrato per mantenere in prigione i Cinque e tutto lo spettacolo-farsa per portarli in tribunale, e con ha nulla a che vedere con gli standard internazionali di giustizia, e parlo come cittadina di un paese che ha per molti anni sofferto l’Apartheid e l’assenza di giustizia, ma siamo riusciti a vincerla.

 

Per me è molto difficile, venendo da dove vengo, capire come gli Stati Uniti abbiano potuto ignorare totalmente la democrazia in questo modo”, ha aggiunto.

 

“Non so se (Obama) annullerà il blocco ma se non lo farà, io mi sentirò molto delusa” ha ammesso dopo aver ricordato che la sua relazione con Cuba cominciò molto tempo fa, ma che si è fatta più “intensa” dopo i “fatti” della base navale di Guantánamo.

 

La scrittrice sudafricana ha insistito nel denunciare la carcere di Guantánamo e ha detto che non riesce a capire come un paese possa avere un’estensione di terra in un altro”, riferendosi alla base militare stabilita dagli Stati Uniti in territorio cubano nel 1903.

 

“Il mio grande interesse e la mia più grande preoccupazione per questo paese e tutto quanto vi succeda si manterrà immutato”, ha assicurato la Gordimer ai cubani, spiegando che “farà” e “protesterà” il più possibile rispetto alla situazione del blocco e di Guantánamo.

 

L’incontro di questo sabato con Gordimer e a la presentazione di un’edizione cubana del suo romanzo “Capriccio della natura” è stato uno dei momenti più attesi della Fiera, che si è inaugurata giovedì scorso e che è dedicata alla Russia.

 

La Premio Nobel, di 86 anni ha confessato che alcuni narratori come León Tolstói e Fiodor M. Dostoievski sono sulla sua lista attuale di lettura, assieme al francese Marcel Proust e al tedesco Bertolt Brecht.

 

La letteratura è la mia vita, ha detto, spiegando che lo scrittore è “compromesso” con “l’esplorazione della vita”, perché si tratta di “un mistero”.

 

In sua opinione, “non si può insegnare ad essere scrittore”, ed il suo consiglio ad i giovani è, se hanno talento, di leggere molto, per poter essere “autocritici” e determinare cosa “apportare” al mondo con la loro letteratura.

 

Sul suo mondo “ideale” per il futuro ha affermato che vorrebbe vedere “la giustizia umana estesa a tutti”.

 

“Bisogna cominciare prima a produrla in un paese, e da lì, fare le dovute connessioni”, ha aggiunto.