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N O T I Z I E  dal G O L P E

 

 

'In Honduras c'è puzza di terrorismo

di Stato made in Colombia'

 

 

18 novembre 2010 - Stella Spinelli, Peacereporter

 

Un giornalista svedese esperto di tematiche sudamericane afferma, incrociando fatti e indizi, che in Honduras operano paramilitari e gruppi d'elite dell'esercito colombiano.


"I sequestratori e gli uomini dei servizi segreti colombiani abili nelle intercettazioni telefoniche e postali sono entrati in azione in Honduras e in altri dodici paesi".

 

Ad affermarlo è Dick Emanuelsson, un giornalista svedese esperto in temi latinoamericani che ha curato molte pubblicazioni sul continente desaparecido dal 1980. Si occupa in particolare di conflitti sociali e politici. Il suo ultimo intervento è stato pubblicato sulla homepage ufficiale del Fronte nazionale di resistenza popolare honduregna e non lascia adito a dubbi.

 

"In Honduras? C'è il Gaula", dichiara sicuro Emmanuelson. Si tratta di un gruppo d'elite delle Forze speciali dell'Esercito colombiano, "molti esponenti del quale sono accusati di sequestro e omicidio in particolare nel dipartimento di Cesanare". Questa è una regione del paese andino dove le Autodifese Unite della Colombia (AUC) adesso smobilitate e riorganizzatesi sotto varie sigle, la principale delle quali è Aguilas Negras, da sempre vanno compiendo elenchi infiniti di soprusi contro la popolazione, "in armonico accordo con l'esercito, le autorità e il DAS, la polizia politica segreta al servizio diretto del presidente colombiano", spiega il giornalista svedese.

 

"Contadini assassinati per espropriarne le terre a tutto vantaggio del terrorismo paramilitare e di Stato. Dirigenti sindacali della Uso, che rappresenta i lavoratori del settore petrolifero e che è fra i sindacati più combattivi della Colombia, uccisi per fare gli interessi di questa sinistra alleanza in nome dei proventi del petrolio del Casanare". Non solo, il Gaula è anche implicato nello scandalo dei Falsos Positivos, contadini uccisi e spacciati per guerriglieri in cambio di licenze e bonus.

 

Sulla presenza del Gaula nel paese centramericano lo studioso non ha dubbi. "E a confermarlo non sono i media honduregni bensì i giornali colombiani" spiega. E infatti, addirittura su El Tiempo, il quotidiano più diffuso nel paese di Santos, e che addirittura appartiene alla sua famiglia da generazioni, compare la storia del riscatto di un lontano cugino del presidente honduregno Porfirio Lobo, Mario Filiberto Lobo Moya, un allevatore di bestiame di 54 anni. Sequestrato il 16 ottobre scorso in Honduras e poi stato liberato dalla "Policía di questo paese e dal Gaula di Colombia", come dice esattamente El Tiempo. Che continua riportando il racconto di un esponente del Gaula che elenca i dettagli dell'operazione perpetrata nel paese straniero. E il tutto come se niente fosse e anzi sottolineando come si sia trattato del "dodicesimo sequestro risolto da una commissione del Gaula" in Honduras.

 

Nessun accenno, però, all'omicidio di sette contadini catturati durante il blitz "dicono per mano della polizia locale", e i cui cadaveri sono stati ritrovati il giorno seguente con evidenti segni di tortura. "Alcuni di loro - precisa Emmanuelson - negli anni Ottanta, quando l'uomo forte del paese si chiamava John Negroponte, erano nella lista nera del regime e quindi perseguitati". A quel tempo in Honduras iniziò a scorrazzare il gemello honduregno delle AUC colombiane, il Battaglione 3-16 comandato dal capitano Billy Joya e dal generale Gustavo Álvarez Martínez, comandante delle Forze Armate del paese e zio dell'attuale ministro della Sicurezza, Oscar Álvarez. "Questo Battaglione iniziò il suo addestramento in una base dell'aviazione nel sud degli Stati Uniti dove vennero portati di notte e dove vennero preparati per la Guerra Sporca. Era il 1980. Ci rimasero sei mesi. A far loro lezione dei 'professori' argentini esperti dell'Operación Cóndor, ma anche agenti della CIA. Di ritorno in Honduras iniziarono le loro operazioni sanguinarie che per certi versi stanno tornando oggi". Billy Joya fu segretario alla presidenza e al ministero del golpista Roberto Micheletti, salito al potere dopo il colpo di stato militare del 28 giugno 2009 e, secondo molte fonti, continua a essere parte attiva anche nell'attuale governo.

 

Il 13 settembre 2009, sempre El Tiempo ha pubblicato un lungo reportage su un honduregno arrivato in Colombia per reclutare paramilitari nel Magdalena Medio, la culla del paramilitarismo colombiano. "E ci sono molti testimoni fra i contadini honduregni e fra gli abitanti dei dipartimenti di Colon e Olancho che raccontano di colombiani armati al soldo di proprietari terrieri in guerra con le organizzazioni contadine - precisa il giornalista, concludendo -: Sento puzza di Colombia e di terrorismo di Stato".


"Uribe partì per l'Honduras tre giorni dopo che Porfirio Lobo aveva assunto la presidenza, risultato di elezioni, quelle del 29 novembre
2009, che nessuno al mondo riconobbe, nonostante i grandi sforzi dell'ambasciatore USA
Hugo Llorens - conclude l'esperto di fatti latinoamericani - Soltanto Uribe fece visita a Lobo. Una visita brevissima, di tre ore. In mano aveva soltanto un documento da far firmare al nuovo presidente: l'Accordo di cooperazione e scambio di informazioni contro terrorismo e narcotraffico".

 

"Con Santos niente cambierà. Santos è il padre dei Falsos Positivos di cui il Gaula è il braccio. E ora più di un honduregno si chiede, viste le modalità tipiche del Gaula e del 3-16 e i loro amici delle AUC, chi abbia veramente ucciso i sette contadini" la cui unica colpa era lottare per preservare la terra.