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Perù

Perù, basi militari affittasi

a gringos solventi 

 

7 settembre 2010 - G.Carotenuto www.giannimina-latinoamerica.it

 

Il presidente peruviano Alan García ha invitato gli Stati Uniti ad installare basi militari in territorio peruviano e ha protestato perché la Colombia ottiene più aiuti del Perù.

 

Ha scelto il pulpito della CNN il presidente peruviano Alan García, con un lontanissimo passato progressista e nazionalista nell’APRA, ma da secoli ortodossamente allineato a quell’America che guarda ancora a Washington e al Fondo Monetario Internazionale per risolvere i propri problemi.

 

E da quel pulpito Alan García ha lasciato partire quella che è una vera e propria bomba: “gli statunitensi hanno già qui da noi (le basi di Santa Lucía, Almapampa e Mazamari, ndr) elicotteri e punti di osservazione satellitari. Sarebbe ottimo se stabilissero delle vere e proprie basi militari”.

 

Anzi, già che c’era, Alan García ha criticato apertamente Barack Obama per disinteressarsi del Perù e per dare la miseria di appena 37 milioni di dollari l’anno per aiutarlo in una lotta al narcotraffico nella quale nei quattro anni da presidente non ha ottenuto alcun risultato.

 

“Per le questioni umane e universali – ha dichiarato sorprendentemente García – non esiste sovranità né patriottismo. Se gli statunitensi vogliono mandare truppe sono i benvenuti”.

 

Le affermazioni di Alan García confermano quello che molti esperti di studi militari in America latina segnalano da mesi: che la grande base ecuadoriana di Manta, chiusa da Rafael Correa per ripristinare la sovranità del paese, non si sta trasferendo nelle innumerevoli basi aperte o in corso di apertura in territorio colombiano, ma verso il Perù.

 

Molti studiosi, come la messicana Ana Esther Ceceña, coincidono nel denunciare la volontà di rimilitarizzare il territorio statunitense con il pretesto della lotta al narcotraffico per degli Stati Uniti in uscita dal contesto mediorientale e con la necessità di ripristinare il controllo sul cortile di casa e frenare la crescita anche militare del Brasile.

 

Alle dichiarazioni di García hanno fatto da conferma alle parole dell’ex parlamentare socialista Javier Diez Canseco che aveva nei giorni scorsi denunciato la volontà congiunta di Perù e Stati Uniti di estendere al paese andino il “Plan Colombia”. Sempre Diez Canseco, nelle pagine di “La Primera” ha dichiarato quello che è evidente a molti studiosi e che più volte abbiamo evidenziato anche in questo sito: il vecchio progetto geopolitico statunitense di circondare, attraverso l’Amazzonia peruviana, il Brasile.

 

Rispetto alla grossa torta rappresentata dalle basi e dagli aiuti militari statunitensi, le dichiarazioni di García allora vogliono anche lanciare un segnale, concordato o meno con Washington, alla Colombia dove l’installazione di sette basi militari statunitensi volute da Álvaro Uribe è stato momentaneamente bloccato dalla corte costituzionale.

 

Di fronte alle incessanti critiche sollevate dalle dichiarazioni di García ad una televisione straniera, che però nel suo canale in lingua spagnola è seguitissima e fa opinione pubblica in tutta l’America latina, portavoce del presidente hanno precisato che qualunque paese che dovesse invitare militari in territorio peruviano sarebbe benvenuto a patto che questi restino sotto comando peruviano.