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L’America è la Patria Grande

 

2 dicembre 10 - www.granma.cu (pl)

 

“Il destino va tracciato e non sofferto: le sfide sono grandi, ma  più grande è la nostra speranza”, ha affermato il presidente uscente dell'Unione delle Nazioni Sud-Americane (UNASUR), Rafael Correa, durante il IV Incontro Ordinario.

 

“Lavoriamo perché non rimangano angoli dei nostri paesi senza uno sviluppo equo, in questa Nuova America  proiettata verso il futuro, con l'unità del Sud, la nostra Patria Grande”, ha sottolineato  il presidente dell’Ecuador nella sua relazione presentata all'appuntamento regionale. 

 

Durante il suo intervento nel passaggio della presidenza alla Guyana, Correa ha segnalato che UNASUR, durante la presidenza dell'Ecuador, ha ottenuto notevoli sviluppi, ma che restano ancora molte sfide.

 

“Tra i risultati ricordiamo il consolidamento del gruppo 2 ha ricordato Correa, “quando l'Ecuador ha assunto la presidenza temporanea, nell’agosto del 2009, solo due paesi avevano ratificato il Trattato Costitutivo, per dare vita giuridica al blocco regionale. 

 

Grazie all'impulso dato in questo anno, otto paesi hanno ratificato lo strumento giuridico ed è necessario uno di più per ottenere l'obiettivo che della validità legale.  Il parlamento uruguaiano ha già annunciato che realizzerà la votazione del Trattato”. 

 

Correa ha segnalato i passi avanti dei sette Consigli Regionali, ed in particolare nelle aree di Difesa e Salute, ma ha considerato che in molti altri settori c’è ancora molto da fare. 

 

 “È necessario  dare armonia alle politiche sociali e lavorative dei paesi della UNASUR”, ha detto ancora  Correa, facendo un bilancio dei passivi della sua gestione.

 

“Stiamo camminando rapidamente, ma dobbiamo farlo ancora più in fretta, perché abbiamo perso dei secoli e dobbiamo recuperare il tempo perduto ”.

 

UNASUR

Tranquillità in Ecuador dopo il tentativo del colpo
 

UNASUR accorda di non tollerare

affronti alla democrazia

 

5 ottobre 2010  - www.granma.cu

 

I ministri degli Esteri dell’Unione Sudamericana delle Nazioni (UNASUR) sono giunti  venerdì 1º ottobre  a Quito, capitale dell’Ecuador, per ratificare il loro sostegno alla democrazia ed al presidente Rafael Correa, dopo il tentativo di colpo di Stato vissuto giovedì 30 settembre nella nazione delle Ande, ha segnalato  Telesur.

 

Al suo arrivo il ministro degli Esteri del Venezuela, Nicolás Maduro, ha informato che l’organizzazione sta elaborando una "clausola democratica", che contemplerà una serie de sanzioni contro coloro che  promuovano la destabilizzazione  dell’ordine democratico di un paese della regione, come la chiusura immediata delle frontiere, la sospensione del commercio, il traffico aereo ed il rifornimento  d’energia e di ogni tipo di prodotto, cita Notimex.

 

La dichiarazione  finale della riunione d’emergenza convocata a Buenos Aires, ha condannato "energicamente il tentativo di colpo  di Stato ed il sequestro" sofferto dal presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, ed ha avvertito che "non si tollereranno" sfide alle autorità istituzionali, nè colpi di Stato" in Sudamerica.

 

Il presidente Correa ha decretato tre giorni di lutto nazionale per le vittime della crisi Scoppiata dopo il sollevamento di membri della polizia e tentativi di "boicottare" lo stato di diritto, ha pubblicato EFE.

Il paese ritorna alla normalità ed iniziano le investigazioni per determinare  i colpevoli e giudicarli.

 

Per la sua incapacità di  controllare il sollevamento, il comandante generale della Polizia, Freddy Martínez,  ha dato le dimissioni  ed è stato designato al suo posto il generale Patricio Franco, ha informato Telesur.

 

La veloce reazione  di UNASUR, che si è riunita d’urgenza giovedì 30 ottobre a Buenos Aires, con la conduzione  di Cristina Fernández, presidentessa dell’Argentina, ha dimostrato la viabilità di questo blocco politico per affrontare i problemi della regione.

 

UNASUR

Il Consiglio di Difesa Sudamericano

 

14 luglio 2010  - www.granma.cu

 

I viceministri alla Difesa di UNASUR si riuniranno giovedì 15 e venerdì 16, a Quito, per analizzare la proposta dello stabilimento d’una Segreteria Tecnica Permanente del Consiglio di Difesa Sudamericano (CDS).     

 

I rappresentanti dei delegati del Consiglio di Difesa Sudamericano (CDS), di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Guayana, Paraguay, Perù, Uruguay, Suriname e Venezuela, hanno presenteranno sei temi diversi nell’agenda ed hanno rivisto la situazione dei procedimenti delle Misure di Stimolo di Fiducia e Sicurezza, approvati dai ministri alla Difesa del CDS, ed inviati al Consiglio dei ministri degli Esteri dell'Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR) per la loro conoscenza ed approvazione. 

 

Inoltre hanno già partecipato alla presentazione della relazione sui risultati del Gruppo di Lavoro, per stabilire lo sviluppo di una metodologia che risolva elementi tecnici e di disegno del sistema di destinazione delle spese per la difesa. 

 

I passi avanti nella preparazione della seconda riunione del Gruppo di Lavoro, che elabora il Protocollo di Pace, Sicurezza e Cooperazione nell'UNASUR, sono stati altri temi del dibattito, che comprende anche le proposte da includere nell'agenda tematica della 9ª Conferenza dei Ministri alla Difesa delle Indie e l'apertura del Centro di Studi Strategici della Difesa, del CDS. 

 

I delegati hanno inoltre analizzato una sintesi del documento denominato Strategia Globale delle Basi d’Appoggio, Libro Bianco del Comando di Mobilità Aerea (AMC) degli Stati Uniti, come ha informato l'agenzia pubblica Andes. 

 

Quest’ultimo tema è direttamente relazionato al clima di sicurezza e fiducia che reclamano i presidenti sudamericani per via della presenza delle truppe degli Stati Uniti in 7 basi militari della Colombia. 

 

I presidenti dei 12 paesi della zona reclamano garanzie da Washington per la minaccia che questa presenza militare rappresenta per i processi di cambio sociale nella regione e per la sua indipendenza dalle potenze straniere.

 

UNASUR

I parlamentari approvano a Quito la

 Dichiarazione di appoggio all’UNASUR

 

16 giugno 2010  - www.granma.cu

 

I presidenti dei Parlamenti dei paesi membri dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR) hanno approvato la Dichiarazione di Quito nella quale si impegnano a promuovere l’approvazione del Trattato Costitutivo dell’organizzazione regionale.

 

I titolari e rappresentanti del potere legislativo di Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Perù e Venezuela hanno deciso di avanzare nella costituzione del Parlamento Sudamericano.

 

Alla riunione hanno anche partecipato i presidenti del parlamento Andino, del Mercosur, Latinoamericano, Indigeno e Amazzonico, che hanno sottoscritto la Dichiarazione che appoggia l’istituzionalizzazione dell’organismo.

 

I partecipanti hanno stabilito che le delegazioni dei presidenti dei parlamenti di Venezuela, Ecuador, Bolivia, Perù e Argentina che hanno già ratificato il Trattato Costitutivo dell’Unasur, incentivino gli altri 12 membri che ancora mancano a fare lo stesso.

 

La dichiarazione manifesta la ferma volontà di progredire nella costituzione del Parlamento Sudamericano conformemente all’articolo 17 del Trattato Costitutivo dell’Unasur, ed il cui Protocollo Addizionale sarà sottoposto ad approvazione nella seconda giornata del Summit.

 

Martedì, a partire dalle 9:00, si è data lettura al Protocollo Addizionale che crea il Parlamento Sudamericano, per la sua approvazione, e poi si sono discussi i temi relativi alla cooperazione parlamentare nel Piano di Lavoro 2010-2011.

 

Dalle 12:00 di mercoledì, si sono presentate le opzioni per favorire una nuova architettura regionale: Banca del Sud, e Sistema Unico di Compensazione Regionale di Pagamenti (SUCRE), prima di realizzare la sessione di chiusura.

 

Nella tappa finale di questo Summit, interverranno i presidenti dei parlamenti Amazzonico, Indigeno, del Mercosur, Latinoamericano e Andino.

 

Nella notte, il Centro delle Convenzioni Eugenio Espejo ha offerto un gala ai partecipanti con una serie di spettacoli tipici ecuadoriani, di raffinato gusto artistico e un complesso completamente ricostruito per accogliere eventi di alto livello.

 

UNASUR

L’agenda di Nestor Kirchner, presidente di

UNASUR: al primo posto l’Honduras

 

6 maggio 2010  - G.Carotenuto www.giannimina-latinoamerica.it

 

L’ex-presidente argentino Néstor Kirchner è stato eletto presidente di UNASUR, l’organizzazione della quale fanno parte le dodici nazioni sudamericane, e si trova subito sul tavolo una spinosa agenda.

 

Al primo posto vi è la protervia con la quale Stati Uniti e Unione Europea pretendono di far accettare all’America latina il regime honduregno di Porfirio Lobo uscito dalle elezioni farsa organizzate dai golpisti. Al secondo posto vi è il ripudio delle legge sull’immigrazione approvato dallo stato statunitense dell’Arizona, apertamente razzista e persecutoria verso i migranti. Quindi vi sono i passaggi di un processo d’integrazione che parte dall’energia e la gestione di 100 milioni di dollari di aiuti ad Haiti (anche i latinoamericani fanno fatica a versare aiuti contanti e spesso si limitano agli annunci) e il fermo appoggio alla sovranità argentina sulle isole Malvinas occupate dalla Gran Bretagna. 

 

Se il dirigente peronista Nestor Kirchner è stato nominato presidente di UNASUR lo deve non solo al proprio prestigio internazionale ma anche alla caduta del veto della sorella Repubblica Orientale dell’Uruguay alla sua candidatura. L’annoso conflitto sulle cartiere, che aveva diviso Kirchner stesso dall’ex-presidente orientale Tabaré Vázquez, pur non completamente risolto, le cartiere ci sono ancora e gli ambientalisti argentini non smettono di protestare, è stato risolto a livello di politica regionale da Pepe Mujica. Il neopresidente montevideano ha votato per Kirchner contro tutte le attese della vigilia che parlavano al massimo di una astensione: “la causa dell’unità latinoamericana non ammette il minimo ritardo” ha dichiarato l’anziano ex-guerrigliero tupamaro.

 

La simbolicità della scelta di Nestor Kirchner va però ben oltre l’avvio della soluzione del conflitto rioplatense. Scegliere Don Nestor ha significato ricollegare il vertice UNASUR con quello di cinque anni fa a Mar del Plata quando l’America latina tutta respinse l’ALCA, lo strumento di ricolonizzazione dell’America latina che George Bush pretendeva di imporre al continente. La nascita di UNASUR si lega a questi eventi ed ha già prodotti in pochi anni risultati fausti per l’America latina. Si va dalla ferma difesa dell’unità boliviana di fronte al separatismo fomentato e finanziato dagli Stati Uniti alla difesa del territorio ecuadoriano di fronte all’invasione colombiana nella strage di Sucumbíos, alla risposta congiunta alla minaccia rappresentata dalla quarta flotta gringa, all’opposizione fermissima alle basi militari nordamericane in pieno territorio colombiano, fino all’azione dignitosa di opposizione, capitanata dal Brasile, contro il colpo di Stato in Honduras del 28 giugno.

 

Se questioni come la legge razzista in Arizona sta provocando la fermissima reazione latinoamericana proprio la questione honduregna appare essere la più spinosa. Nonostante le previsioni di un rapido accomodamento da parte dei media mainstream, che continuano con disprezzo a considerare i dirigenti politici di grandi paesi come il Brasile o l’Argentina o il Venezuela come delle marionette manovrabili, a quasi un anno dal golpe appena due nazioni sudamericane, Colombia e Perù, hanno finora riconosciuto il governo di Porfirio Lobo, il successore del golpista Micheletti in elezioni farsa.

 

La questione è che il prossimo 18 maggio è in programma un vertice a Madrid tra America latina e Unione Europea dove gli europei hanno imposto l’invito all’illegittimo presidente honduregno che la maggior parte dei paesi latinoamericani non riconoscono. Almeno Brasile, Bolivia, Ecuador e Venezuela sembrano decisi a non partecipare al vertice se sarà confermata la presenza di Lobo ed hanno imposto tale linea come ufficiale di UNASUR nel rispetto di una pregiudiziale democratica che, evidentemente, nel XXI secolo sta molto più a cuore all’America latina che all’Europa. Al momento della chiusura di questo articolo è lo stesso Lobo a sembrar disposto a tirarsi indietro: “se la mia presenza è un problema, rinuncerò”.

 

UNASUR

UNASUR aiuterà a

ricostruire Haiti

 

10 febbraio 2010 - www.granma.cu (pl)

 

Il presidente haitiano, René Preval, ha segnalato nel Vertice della Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR) la necessità non solo di ricostruire il suo paese, ma di  rifondarlo e rimodellarlo per evitare tragedie simili in futuro.

 

Preval ha aperto gli interventi, dopo l’inaugurazione effettuata dal presidente ecuadoriano, Rafael Correa, ed ha proposto di concentrare gli aiuti in tre aspetti fondamentali e prioritari, tra le necessità attuali di Haiti.

 

Preval ha detto che il primo  sforzo comune va orientato alla costruzione delle strade, dopo la distruzione provocata dal terremoto del 12 gennaio,  che ha provocato la morte di più di 200000 persone e milioni di danneggiati.

 

Inoltre è necessario ristabilire le comunicazioni terrestri  d’emergenza per 200 – 330 Km.

 

È prioritaria la necessità di riattivare l’agricoltura per garantire l’alimentazione stabile della popolazione.

 

Questo appoggio implica il rifornimento di sementi, fertilizzanti, tecnici ed appoggio per la creazione di reti per l’irrigazione, con un necessario rimboschimento. 

 

Al terzo posto Preval ha segnalato l’immediato ed efficace aiuto nel campo della sanità, dato da Cuba e dal Venezuela ed ha ricordato il recente accordo con i due governi, per incrementare questo sostegno, con il contingente esistente, formato da laureati in medicina.

 

“Le necessità sanitarie di Haiti dopo la catastrofe sono molto grandi e siamo aperti all’appoggio di UNASUR che si può sommare a quello che attualmente svolgono Cuba ed il Venezuela, assieme ad altri paesi” ha commentato ancora Preval.